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Dimensioni Infinite

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Vincenzo Cacace, Dimensioni infinite


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Olio su tela, cm.40×30

… era davvero qualcosa di strano, quel “riverbero” di luce… un rapido “guizzo” come rimbalzato sui muri e penetrato velocemente tra i vetri, in cerca degli occhi di qualcuno da abbagliare… mosso da un infantile gioco di specchi indirizzato quindi alla mia finestra da un “birbantello” in vena di scherzi… ma… come si suol dire… cadde proprio a “fagiuolo” o se si preferisce… come “il cacio sui maccheroni” su quella “mestica” di giallo indiano che stava lì, pronta ad essere amalgamata con il “cretto” ispiratomi dalla lettura del “Trattato della Pittura” di Cennino Cennini che, dopo qualche tentativo, cercavo di far “rivivere” seguendone gli antichi ricettari pittorici… ma… era davvero molto strano… perché, era un bagliore dallo stesso tono e per giunta molto luminoso… dava l’idea d’essere come un filamento… che si srotolava dal “grumo” sulla mia tavolozza o viceversa ad esso veniva riavvolto… come una materia aurea… appunto “filante” ma, costituita interamente di luce…

Forse nel mio “interrogarmi”, estendendo la pura introspezione a comprendere anche i fenomeni che le fanno da “cornice” c’è all’origine quel rifiuto ad inchinarsi all’adozione “coatta” di un arida tecnologia… o degli asettici linguaggi che ormai non risentono del palpitare animico dell’uomo… o forse può essere che… sia stato stordito dagli effluvi che sempre… solleticano i sensi di quella tipologia di pittore alla quale io stesso appartengo… legato come in una sorta di “dipendenza” ai suoi barattoli, ai suoi colori… agli impasti, ai diluenti… ai solventi… quindi a quella operazione alchemica del diuturno e molto spesso… notturno “solve et coagula”… una mentale prassi, integratasi da tempo… nello spazio espanso a più dimensioni della tradizione sapienziale e… che ogni volta, puntualmente, si riaffaccia a dare un Senso… quando ci si accinge a produrre una nuova opera… scavando nella propria Memoria Immaginale… figlia che “nasce nelle acque” di quell’Oceano nel quale tutti i fiumi e rigagnoli delle misere o dorate memorie umane confluiscono e che, continuamente, si nutre di tutte le “nostre” passate “Incarnazioni”… per restituirle poi, appena qualcuno con la propria mente si fa più ricettivo… prestandole anche un minimo di intonsa materia cerebrale per vederla plasmata nel figurale linguaggio di un’Arte che vuol essere testimonianza di pensiero… la pagina di un diario dei propri giorni… che, sono di certo, attimi carnalmente vissuti rispetto ad un Tempo Eterno ma… che ogni misero mortale può vivere, a piccole tappe… cioè, una sola vita alla volta… frammenti… molecole dell’Essere…

… ripeto… può essere che, distrattamente, forse in un eccesso incontrollato di in-spirazione e non di “ispirazione” abbia invece… “aspirato” a pieni polmoni, gli aromi “suadenti” di una trementina di Venezia, di una resina d’Acacia o d’una vernice d’Ambra gialla del Baltico e che, l’insieme di codesti “fumi”, abbia potuto produrre in me quel senso di trasporto trascendentale… spedendomi dritto dritto, nelle Dimensioni Incognite, come accadeva ai sacerdoti… ai “Mystes”… cioè coloro che, si iniziavano e celebravano gli Antichi Misteri…?

Dipingere e… pensare a come rappresentare un’idea di Microcosmo e Macrocosmo… cercando di afferrare un filamento di luce… e poi l’immagine “esplode” all’improvviso sulla tela… in realtà ci si risveglia rientrando da un tempo di cui si perde il calcolo… perché non si può dire quanto un normale e “fuggente attimo” si espanda quando si crede, semplicemente, di svolgere l’azione del dipingere… ed invece è la propria mente che parcheggia il corpo e… l’Anima si libera… e corre a fare un giro in un altro più suadente ed improbabile Universo…

Dimensioni… che appaiono ora in questa visione, compenetrate e… organiche, pronte a plasmare mondi in cui svettano nuove architetture… dove la “carne” dell’Uomo e la Pietra sono un’Unica Materia Memoriale e Costruttiva… perché la pietra è anche corpo… anima… spirito… supporto primigenio che imprigiona negli Elementi e con essi… si fa carne… essudando e trasferendosi alla Vita, si scheggia, si fonde come lava… si erode e si dissolve si fa sangue… linfa…

E con la stessa goccia che lentamente la scava, così si ricompatta ed è di nuovo pietra gemella e speculare… stalattite… stalagmite che assiste ad uno scorrere del tempo quasi eterno nel ventre della Madre Terra…. come viene affermato anche da Michael Majer nel suo codice alchemico illustrato ‘Atalanta Fugiens’, perché, ogni vitale comunicazione è, a sua volta, interagita da un intreccio di segnalazioni “intime”… gli “elementali” sono tra loro… strutturalmente connaturati per esser trasmissivi… e ricettivi.

“Così dovranno quindi… i provetti navigatori dell’Infinito… essere attenti e percettivi…”

Navigare a tutti s’impone quindi nell’Arca del mondo dei viventi… che procede, con la sua grave andatura, trainata, a sua volta, dalla velocità di caduta del Cosmo che, continua… inarrestabile la sua espansione…

Nel mentre… sempre il nostro “Noi”… nel nostro “interno mare” si esercita ad essere maestro d’opera… per offrire all’Universo una pietra “squadrata che… “s’inquadra” nell’infinitamente piccolo ma che, al tempo stesso, è un metodo che torna utile per non farci disperdere poi… nell’infinitamente grande.

È un mondo di giganti… guardiani di orizzonti più alti e lontani quello che, mi appare… e io mi sento ancora più piccolo nella mia forma umana… e come un “lillipuziano” mi sento portatore di un pensiero minimo… che io credo appena nato e che, invece, è solo l’ultima propaggine di un Archetipo Antichissimo che emerge per darmi una più cosciente consapevolezza.

Arrivo ora… come un pellegrino assetato a chiedere a Mnemosine l’acqua meravigliosa e cristallina della sua Fonte Perenne di cui ha già riempito la brocca… seduta e paziente tra le antiche pietre essa riflette… le dico, salutandola, che sono arrivato fin qui seguendo la traccia di luce penetrata dalla mia finestra…ed ella, rivolgendomi lo sguardo, sorride e mi risponde:

È vero… ogni tanto lascio che un balenio di memoriale luce mi sfugga “rimbalzando” sull’acqua smossa dal ciottolo sul pelo dell’acqua che io lancio per gioco… ed ora che sei qui… esso ritorna da dove è partito… ora bevi… dissetati pure… ma poi, anche tu, alla tua Dimensione…ritorna!

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Autore Vincenzo Cacace

Vincenzo Cacace, diplomato all'Istituto d'Arte di Torre del Greco (NA) e all'Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato allievo di Bresciani, Brancaccio, Barisani, ricevendo giudizi positivi ed apprezzamenti anche dal Maestro Aligi Sassu. Partecipa alla vita artistica italiana dal 1964, esponendo in innumerevoli mostre e collettive in Italia e all'estero, insieme a Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Ugo Attardi, e vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali. Da segnalare esposizioni di libellule LTD San Matteo - California (USA), cinquanta artisti Surrealisti e Visionari, Anges Exquis - Etre Ange Etrange - Surrealism magic realist in Francia, Germania e Italia.