Il terzo livello Reiki

Dopo il primo e il secondo livello di Reiki, segue il terzo. Questo percorso è molto più impegnativo e non si esaurisce in due giornate di studio, ma è necessario partecipare assiduamente alle lezioni che l’insegnante stabilisce.
Il terzo livello è la via che porta allo studio della psicologia, delle neuroscienze, della filosofia, della comunicazione ed è l’approfondimento di tutto quello che l’operatore Reiki ha già imparato nei corsi di studio precedenti.

Ma cosa distingue questo livello dagli altri?
Diventare “Master Reiki” può dare l’immagine di un Maestro che abbia raggiunto delle verità e che sia pronto per divulgare il suo “sapere”. Niente di tutto ciò! Preferisco usare il termine “Insegnante” al posto di “Maestro”, perché l’insegnamento è mettere a disposizione dell’allievo un’esperienza, uno studio, confrontandosi e arricchendosi entrambi, con grande umiltà.

Scegliere di diventare insegnante Reiki è stato per me un cammino fondamentale che ha contribuito, non solo a cambiare la visione della vita ma a ricercare dentro di me la forza e l’amore che spesso si cercano fuori di sé. Comprendere che la causa principale delle nostre infelicità è la paura di morire, scomparendo nel nulla, senza trovare un senso del nostro vivere in un tempo “finito”. Apprendere dallo studio della Neuroscienze, della Filosofia, della Fisica, che siamo costituiti di energia, immersi in un Universo di Energia, come onde di un Oceano, dove siamo parte di un “Progetto” immenso, infinito ed illimitato, ci dà la consapevolezza di essere parte di un Tutto e che nulla va distrutto, ma ogni cosa ritorna all’Origine.

Questo è l’insegnamento che è alla base del Reiki. Non una pratica religiosa, non una teoria New Age, non una magia, ma sicuramente un “lavoro”, di studio e di introspezione, che ha come fine trovare il punto d’incontro tra ciò che è dentro di noi e ciò che è fuori di noi, imparando ad apprendere l’arte del distacco dalle sovrastrutture, dai condizionamenti, dalle frustrazioni e da tutto ciò che questa Società consumistica ci impone.

Attraverso la pratica del Reiki, si apprendono il rilassamento, la meditazione, che sono fondamentali per liberare la nostra mente dalle preoccupazioni quotidiane: le bollette da pagare, lo stress lavorativo, le difficoltà economiche, i problemi familiari ecc…

Lo studio della psicologia applicata al Reiki ci aiuta a trovare delle “vie di fuga” e delle soluzioni al nostro mal d’essere, a staccarci dai veleni mentali come gelosie, invidia, egoismo, competizione, conflitti.

Il problema autentico è risvegliare nell’individuo quel tanto di consapevolezza capace di generare in lui il desiderio di divenire libero, intelligente, autorealizzato e pienamente consapevole.
Osho

Dal punto di vista simbolico, il terzo livello del Reiki si distingue per la presenza di un quarto simbolo che viene dato durante l’iniziazione, il Dai KO Myo.
Questo simbolo significa: “Grande luce splendente”, “Grande Illuminazione” e fa riferimento al cuore del Reiki. È il simbolo che porta Luce, Luminosità, e viene usato nelle armonizzazioni. Dai KO Myo con la sua luce porta chiarezza nel nostro cammino, per aiutarci a “vedere” nella nostra essenza e ritrovare l’unione con il Divino. Esprime l’abbandono consapevole, l’allontanamento dell’ego, per ritrovare la propria natura di puro Spirito, di Amore Universale.

Se il primo e il secondo livello erano nel tempo del “fare”, dell’eseguire, ora ci troviamo nel tempo del “non fare”, della risonanza con l’energia universale, dell’ascolto del cuore, del tempo dello Spirito. Ci si abbandona alla vita che fluisce, con la grande fiducia, che se siamo in equilibrio con il nostro centro interiore, anche tutto l’Universo sarà in equilibrio con noi.

La quiete è l’altare dello Spirito. Là dove cessa il movimento, lo Spirito comincia a manifestarsi.
Paramahansa Yogananda