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Falsi maestri e falsi discepoli

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Falsi maestri


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Le quattro caratteristiche del falso discepolo

Alexander Berzin si laureò in Lingue dell’Estremo Oriente e Indologia studiando presso l’Università di Harvard, per poi vivere in India per quasi trent’anni.
Oltre agli studi accademici, la sua frequentazione si rivolse anche a numerosi Lama Tibetani, tra cui il Dalai Lama, ed ebbe modo di tracciare un profilo, ben preciso, in relazione al tipico ricercatore spirituale occidentale.

Non sono affatto pochi coloro che si definiscono discepoli di maestri orientalisti, nonostante entrambi non incarnino in alcun modo il vero significato dei termini sopra menzionati.

Berzin delinea tre tipologie di pseudo-discepoli facilmente adescabili, io ne aggiungerò una quarta.

Il primo è colui che si rivolge ad un maestro per soddisfare le proprie fantasie. Ha letto, o ascoltato storie riguardanti i misteri orientali e, per compensare una vita piatta e noiosa, si affida velocemente alla prima guida che gli prometta un viaggio verso il soprannaturale.

Tali individui inizialmente aderiscono a tutte le eccitanti messinscene, per poi allontanarsi, a volte tardivamente, dopo aver compreso di essere stati ingannati.

La seconda tipologia riguarda coloro che hanno un disperato bisogno di aiuto e desiderano vincere gravi problemi fisici o psicologici. Avendo sperimentato varie forme di terapia medica, e non avendo ricevuto i risultati sperati, ora si affidano ad un santone nella speranza di ottenere un miracolo.

Si dichiarano adepti di chiunque possa donare loro un rimedio alternativo, un rosario benedetto, un mantra dai poteri miracolosi, una preghiera salvifica speciale o una pratica potente che li liberi dalle loro preoccupazioni.

Ci sono infine i disoccupati, o coloro che hanno un lavoro precario, e desiderano ottenere particolari poteri allo scopo di crearne una professione. Aspirano ad un potenziamento delle loro “doti energetiche”. Chiunque prometta loro di amplificare le proprie “virtù terapeutiche” li coinvolgerà facilmente nella truffa.

Secondo il parere di Berzin i veri discepoli, invece, non si aspettano fenomeni occulti, guarigioni miracolose o l’ottenimento di poteri sovrannaturali, poiché rimangono comunque a contatto con la realtà e desiderano realizzare, dentro di sé, una condizione pacificante, evitando accuratamente di intraprendere percorsi di mera fantasia, sentieri sensazionalistici ed estremistici, e situazioni che abbiano a che fare con le illusioni di carattere speculativo.

Io, in base alla mia esperienza, aggiungerei una quarta categoria oltre a quelle già citate da Berzin e che condivido pienamente, ed è quella di coloro i quali, ossessionati dal pensiero della morte, cercano un rimedio che li convinca della propria immortalità, finendo per affidarsi a chiunque prometta loro, a patto di lauti compensi, contatti con l’aldilà, provocando anche una dipendenza emotiva.

Credo che l’essere umano meriti davvero compassione e tenerezza di fronte al drammatico problema del nulla, e che approfittare dei suoi timori e delle sue ossessioni sia spregevole tanto quanto approfittarsi dell’innocenza di un bambino.

Tratto dal Corso: Reiki e Counseling Filosofico

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.