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Stella Maris

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La diffusione della luce nel mare


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Molti dicono che sia un “dono”.
Altri ne estremizzano talmente tanto il senso, che sprofondano inevitabilmente in un baratro di puro “fanatismo”.
Né la logica, né tantomeno la ragione possono delimitare i “confini” di questo “antico concetto” che in realtà ha a che fare soltanto con lo spirito, se di matrice autentica.
Quando si parla di “fede”, ogni aspetto dell’umano assume un colore diverso; ma è nella stretta correlazione con lo spirito che s’incentra il punto nodale dell’eterna questione.

Anche la fede più pura, consapevole ed autentica è attaccata quotidianamente dal dubbio: il nutrimento spirituale non può non tener conto della materiale fisicità del corpo e di tutto ciò che essa comporta.

Immergendo le propria membra in acque marine e obbligandosi ad un dorato silenzio, lentamente i cinque sensi si acuiscono, facendo sì che quello “spirito” presente in una goccia infinitesimale di sé, assuma maggiore posizione e valenza nei confronti della materia che lo avvolge come in un involucro protettivo: e così, il soffio di un fruscio di vento ristabilisce l’antico equilibrio fra mente, anima e spirito.

A questo punto inizia il viaggio dentro le dimensioni interiori, risalendo verso quella “Luce” che a tratti s’intravedeva, ma spesse volte si intuiva.

Ogni uomo ha il proprio percorso da seguire, ma la mia attenzione adesso è focalizzata su chi vive di questo “antico dono” che porta il nome di fede.

Qualche mese fa, la rivista internazionale National Geographic l’ha definita la “donna più potente al mondo”: non si riferiva ad una pop star, né certamente ad una lady della politica, ma semplicemente a Lei, a Maria.

Molti sono i nomi ed i riconoscimenti che nel corso dei secoli la Chiesa Cattolica le ha assegnato, ma la “qualità” che in questi giorni ha catturato la mia attenzione è stata quella di “anello di congiunzione fra Dio e l’Umanità”; una sorta di “passaggio” per la fortificazione ed il rinvigorimento della fede personale.

Non ha importanza allo stato, tener conto della Verginità della Madonna, o della Sua Divina Maternità, e dei tanti dogmi ecclesiastici che la riguardano; ciò che è interessante e peculiare, osservare e studiare, è la “forza interiore” che la Sua figura amplifica ed espande nello spirito di chi possiede vera fede.

Priva del concetto di fede, Maria sarebbe identificabile in una Dea precristiana: ma è proprio il dono fideistico che la contraddistingue da tutto ciò che c’è stato prima di Lei.

Qualche giorno fa, ho deciso di partecipare ad una processione religiosa nel paese in cui sono in villeggiatura: Isola di Capo Rizzuto. Qui, da circa un millennio, si venera l’immagine della Vergine, dipinta in un quadro di origine bizantina, risalente all’ottavo–nono secolo d.C., proveniente dall’Oriente quindi, e portato in questo territorio via mare, da fuggiaschi monaci basiliani.

Durante questo percorso di circa sei chilometri, attraversando antiche stradine di campagna, tutt’ora immerse nella genuina natura, respiravo la fecondità spirituale di questa antica devozione in diverse persone che partecipavano a questo breve pellegrinaggio.

Molti occhi apparivano confusi, altri distratti e altri ancora persi in disparati pensieri, altrove.
Ma alcuni, pochi in realtà, hanno destato il mio sguardo, la mia attenzione.

In quegli occhi, ricolmi di “Luce” ho visto lacrime: autentiche, vere, potenti, che nulla avevano a che fare con le miserie del mondo; quelle piccole “gocce di verità” viaggiavano attraverso altre dimensioni, provocate da uno “Spirito Superiore”, un’Essenza antica e primordiale, che inevitabilmente le “agganciava” spiritualmente a sé, facendone un tutt’uno.

Il “sentire”, il vero percepire la natura del puro Amore, che in quel contesto era simboleggiato da Maria, sortiva in quelle poche persone un effetto catartico, liberatorio.

Consapevoli di quella fede, per quell’Amore raffigurato da una madre, quella Madre col Figlio tra le braccia venuta dal lontano mare d’Oriente: una sorta di “stella” promessa a risvegliare e ad illuminare la segreta verità dello spirito, racchiuso in quella goccia infinitesimale di sé.

Non oso aggiungere altre parole, perché trattasi soltanto di un “vibrare spiritualmente”.

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".