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Dialogo di un mattino qualsiasi con mia figlia

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neuro


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Io: Che materie sono uscite per gli esami di maturità?
Lei: … silenzio.
Io: Diritto?
Lei: … silenzio accigliato.
Io: Italiano, diritto? Perché non rispondi?
Lei, inviperita: e saranno poi fatti miei!!! Che domande mi fai di primo mattino?
Io: veramente siamo quasi a metà giornata, mancano quindici minuti alle tredici. Se di notte sei sveglia e al mattino dormi…

Ecco, questa è una delle scenette, una delle più tranquille che mi capita di vivere con mia figlia, vent’anni di età, ancora con un piede nell’adolescenza e un altro chissà dove, in che progetto futuro. Non mi arrabbio più da quando, attraverso i miei studi di Consulente Filosofico, ho imparato tante cose sul cervello degli adolescenti e sui loro comportamenti.

Forse, dovrei precisare che, ogni tanto mi verrebbe voglia di farle un discorsetto, ma è proprio quando sono più sensibile alle provocazioni che mi ritiro e, nella mia mente, ripeto la lezione.

Potrebbe essere un buon esercizio per chi ha figli dai 13 ai 25 anni!
Questi giovani, con le loro reazioni, così distanti da noi, sono davvero il frutto della società moderna improntata sull’immagine e sul virtuale?

Scavando nei nostri ricordi da adolescenti, non eravamo anche noi in antitesi con le generazioni precedenti?

Ricordo gli anni della contestazione, dei cortei studenteschi, delle occupazioni delle scuole, noi con gli Eskimo e le gonne lunghe a fiori; eravamo la preoccupazione dei nostri genitori:

Questi giovani così ribelli, come finirà questo mondo?

Erano le constatazioni degli adulti.

E se andassimo un po’ più indietro negli anni?

La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, se ne infischia dell’autorità e non ha nessun rispetto per gli anziani.
I ragazzi d’oggi sono tiranni. Non si alzano in piedi quando un anziano entra in un ambiente, rispondono male ai loro genitori…
Socrate, filosofo greco, che visse dal 469 al 399 prima di Cristo

Non ho più speranza alcuna per l’avvenire del nostro Paese, se la gioventù d’oggi prenderà domani il comando, perché è una gioventù senza ritegno e pericolosa.
Esidio, poeta greco vissuto 720 anni prima di Cristo

Il nostro mondo ha raggiunto uno stadio critico. I ragazzi non ascoltano più i loro genitori.
La fine del mondo non può essere lontana.
Sacerdote egiziano vissuto 2000 anni prima di Cristo

Meravigliati? Io sì, quando le ascoltai dal mio insegnante durante una lezione di consulenza filosofica.

Ed ho imparato anche altro sugli adolescenti; chi l’avrebbe mai detto?

Le neuroscienze, studiando il cervello degli adolescenti, ci hanno fornito le risposte ai nostri interrogativi.

Cercherò di spiegare in modo semplice il funzionamento di questo organo, così importante, che gestisce tutto il nostro agire, pensare, essere.

Abbiamo due cervelli, uno deterministico, genetico, fisso, e uno plastico, cioè modificabile attraverso le esperienze, con notevole aumento dell’attività delle cellule cerebrali, dette neuroni. La parte del cervello che presenta maggiore plasticità è l’area anteriore, al di sopra degli occhi: i lobi frontali. Ogni esperienza aumenta le connessioni neuronali e lascia una traccia nel cervello.

Negli adolescenti si è visto che certi comportamenti sociali sono dovuti a precise situazioni neurologiche. La corteccia prefrontale è responsabile della pianificazione, del processo decisionale, inibizione di reazioni inappropriate, autoconsapevolezza ed interazione sociale.

Il cervello subisce delle modificazioni durante l’adolescenza, sia da un punto di vista funzionale che strutturale: la materia grigia che raggiunge una maturazione completa al termine dell’infanzia, si riduce durante l’adolescenza. Questo cambiamento evidente nella corteccia prefrontale ha ripercussioni sul comportamento.

Le sinapsi, i collegamenti che si producono durante l’infanzia fra tutti i neuroni, se sono inutilizzate, vengono eliminate, cioè “potate”; le più utilizzate, invece, si fortificano.
Il cervello finisce, quindi, con l’essere plasmato dall’ambiente in cui vive.

Per esempio, durante l’adolescenza aumentano progressivamente le connessioni tra aree frontali e sistema limbico, mentre le aree cerebrali frontali sono le ultime a formarsi e a completare la loro maturazione.

Infatti, durante tutta l’adolescenza, il lobo frontale continua il proprio processo di maturazione, incrementando progressivamente le connessioni con le altre aree cerebrali e questo processo continua fino ai trent’anni.

Questo cosa significa? Che il lobo frontale non avendo raggiunto la giusta maturazione, non è perfettamente “funzionante” rispetto alle decisioni, all’inibire determinate reazioni, ad esempio:l ‘aggressività, l’esuberanza.

Mentre il sistema limbico, centro delle sensazioni del piacere e di ricompensa, è molto più sensibile ed eccitabile. Ecco, quindi, la ricerca di esperienze che forniscono gratificazioni, come il fare delle cose divertenti o delle cose rischiose.

Questi studi, però, mettono in risalto anche un aspetto importante: la creatività!
I migliori artisti, fisici, matematici, musicisti, lo sono diventati nell’età in cui l’area frontale non era completamente matura.

Questa è una grande risorsa se sfruttata al meglio! Considerata la grande plasticità del cervello degli adolescenti sarebbe utile poter convogliare i loro “eccessi” verso competizioni in vari campi umanistici, sportivi, teatrali…

Rilassati! Le storie dell’orrore che hai sentito sull’adolescenza sono false

Questo è il messaggio rassicurante che lo psicologo Laurence Steinberg ci fornisce col suo libro ‘You and your adolescent’.

Questo è il messaggio che vorrei fare mio e trasmettere a chi mi legge. L’adolescenza è un lungo periodo della vita che porta con sé disagi, incomprensioni, tempeste ormonali: chi lo ricorda lo fa con una nota di nostalgia.

Era il periodo del coraggio senza riflessione, delle sfide senza calcolare il pericolo, ma era anche il nostro grande contributo in una società che ci vuole tutti buoni e tranquilli, conformisti e ligi alle regole.

I grandi pensatori e rivoluzionari sono il prodotto di questa adolescenza ribelle.
Noi genitori siamo chiamati sicuramente a limitare i rischi in cui possono incorrere i nostri figli, ma anche all’ascolto delle loro esigenze, tirando fuori dai nostri ricordi il lessico che ci apparteneva un tempo, aggiornandolo con il loro linguaggio attuale.

L’ascolto, la presenza e la perseveranza sono tre regole per poter trarre il meglio dai nostri ragazzi.

Tutti circondati di mostri e di dei, non si conosce la calma. Dei gesti compiuti in quegli anni, quasi non ve n’è uno che più tardi non vorremmo sopprimere, mentre ciò che invece dovremmo rimpiangere è di non possedere più la spontaneità che ce li faceva compiere.

Più tardi si vedono le cose in modo più pratico, pienamente conforme a quello del resto della società, ma l’adolescenza è il solo tempo in cui si sia imparato qualcosa.
Marcel Proust

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Autore Maria Filomena Cirillo

Maria Filomena Cirillo, nata a San Paolo del Brasile, vive in provincia di Napoli, dopo aver abitato per anni sul lago di Como. Il suo cammino spirituale è caratterizzato dalla ricerca continua dell'essenza di ciò che si è, attraverso lo studio della filosofia vedantica, le discipline orientali di meditazione e l'incontro con i Maestri che hanno "iniziato" il suo percorso. Tra Materia e Spirito. Giornalista pubblicista, laureata in Scienze Olistiche, Master Reiki, Consulente PNF, tecniche meditative e studi di discipline orientali. Conduttrice di training autogeno e studi di autostima e ricerca interiore. Aromaterapista ed esperta di massaggio aromaterapico.