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Carpe diem

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Robin Williams nel ruolo di John Keating nel film ‘L'attimo fuggente’


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Da una serata trascorsa con amici, a filosofare sulla vita, sono usciti degli spunti che hanno destato la mia riflessione.
Quante volte ci siamo trovati in circostanze in cui, stanchi ed annoiati, tristi o delusi, ci è stato detto: “Carpe diem! Cogli il momento che la vita è breve!” E con questa frase si è dato il significato errato di “fai ciò che vuoi, tanto devi morire, approfitta del momento e goditi la vita”.

Vediamo, invece, da dove deriva questa locuzione e cerchiamo di comprenderne il significato giusto.

‘Carpe diem’ è l’espressione tratta dalle ‘Odi’ del poeta latino Orazio e letteralmente significa ‘Cogli il giorno’. Il ‘carpe diem’ di Orazio rappresenta il simbolo di una delle filosofie di vita più famose e conosciute fino ad oggi.

Tu non chiedere, è empio sapere!, quale sorte gli dei
destineranno a me, quale a te, Leuconoe, e non consultare gli astri Babilonesi.
Quanto è meglio, invece, rassegnarsi, qualsiasi cosa accadrà,
sia che Giove ci conceda molti altri inverni, sia che questo,
che sfianca il mar Tirreno infrangendolo contro l’argine delle scogliere, sia l’ultimo!
Sii saggia, annacqua il vino e sfronda la lunga speranza, che il tempo della vita è breve.
Mentre parliamo, invidioso fugge via il tempo.
Cogli l’attimo, non credere al domani.
[Ode I, 11] Orazio

“Cogliere l’oggi, che del domani non c’è certezza”.

Vivere l’oggi significa dare al momento presente tutta l’attenzione dovuta, senza rimandare al domani ciò che è possibile fare adesso. Vivere ora vuol dire essere consapevoli della nostra presenza, non solo corporea ma anche, e soprattutto, spirituale.

Esistere vuol dire etimologicamente “essere in realtà”, quindi con tutta me stessa, in carne e spirito, io sono immersa in questa realtà che mi riporta alla vita ed è così “vera e palpabile” che posso ascoltare il mio respiro, sentire i battiti del cuore, usare tutti i sensi che mi collegano a questo grande palcoscenico: l’immenso Universo.

Sono tanti gli ostacoli che quotidianamente si pongono tra noi e la realizzazione dei nostri progetti, come tante sono le convinzioni che affollano la nostra mente, già bombardata dalle limitazioni di un’educazione che giunge dal passato, da chi ha percorso strade diverse, che non ci appartengono, ma che, prepotentemente, immobilizzano il nostro agire.

Cogliere l’attimo, allora, è carpire il momento per accettare il cambiamento, per fare delle scelte adesso, mettersi in gioco, superare se stessi. Esistere è fare in modo che la propria vita sia straordinaria, percorrendo la propria strada.

Dei due sentieri scelsi il meno battuto per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto.
Robin Williams nel ruolo di John Keating nel film ‘L’attimo fuggente’

Vivere la vita fino al midollo, sbaragliare la vita, nella sua profondità, per arrivare in punto di morte e poter dire: ho vissuto! Ho scelto il mio sentiero, diverso dagli altri, ho fatto della mia vita una differenza, sono uscito dal gregge ed ho smesso di ascoltare i belati.

Questo era il senso del messaggio che John Keating, interpretato da Robin Williams, nel film ‘L’attimo fuggente, ci ha trasmesso.

Molti uomini hanno una vita di quieta disperazione: non vi rassegnate a questo.
Robin Williams nel ruolo di John Keating nel film ‘L’attimo fuggente’

Riflettiamo anche su questa “vita di quieta disperazione”, che è mancanza di amore, di coraggio e di rispetto verso se stessi.

Spesso ci si affida al domani, alla speranza che tutto possa cambiare e che un miracolo possa rendere migliore la nostra esistenza. E, di giorno in giorno, la vita si esaurisce, portando via con sé le opportunità di cambiamento, lasciandoci nel nostro abituale senso di apatia e di non partecipazione.

Si vive aspettando che “quando i figli cresceranno” avremo il tempo per pensare a noi stessi e quando i figli saranno grandi non penseremo a noi stessi perché avremmo già trovato un’altra scusa per rimandare al dopo, fino a quando non esisteremo più.

Oggi è il nostro potere, nulla ci appartiene tranne questo momento e l’unica risorsa che abbiamo è la capacità di usare i nostri pensieri e dirigere il nostro agire.
Tutto ciò che sarà, che potrà divenire, non è possibile saperlo e l’illusione più grande è vivere di speranze facendoci sottrarre il presente.

Chiediamoci se questa vita è per noi “quietamente disperata”, se siamo consapevoli delle nostre risorse per poterla cambiare, se abbiamo il coraggio di non affogare nella pigrizia mentale.

Essere presenti a se stessi è un atto dovuto, è l’inno alla vita, questa meravigliosa opportunità che ci è stata offerta per permettere l’evoluzione del nostro Spirito nella materia.

Cogli la rosa quando è il momento, ché il tempo, lo sai, vola e lo stesso fiore che sboccia oggi, domani appassirà.
dal film ‘L’attimo fuggente’ di Peter Weir

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Autore Maria Filomena Cirillo

Maria Filomena Cirillo, nata a San Paolo del Brasile, vive in provincia di Napoli, dopo aver abitato per anni sul lago di Como. Il suo cammino spirituale è caratterizzato dalla ricerca continua dell'essenza di ciò che si è, attraverso lo studio della filosofia vedantica, le discipline orientali di meditazione e l'incontro con i Maestri che hanno "iniziato" il suo percorso. Tra Materia e Spirito. Giornalista pubblicista, laureata in Scienze Olistiche, Master Reiki, Consulente PNF, tecniche meditative e studi di discipline orientali. Conduttrice di training autogeno e studi di autostima e ricerca interiore. Aromaterapista ed esperta di massaggio aromaterapico.