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Siri e lo Scetticismo

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Scetticismo


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Un viaggio tra le Filosofie meno conosciute

Sono scettico perfino nei confronti di Siri! Più di una volta le ho chiesto: “Pioverà oggi a Monza?” e lei mi ha risposto: ““In questo momento sta piovendo a Monza!”

Guardo fuori dalla finestra e non vedo nemmeno una goccia. Forse però dovrei essere scettico anche nei confronti delle mie domande e dovrei modificarle con: “Pioverà, oggi, in qualche parte di Monza? E se sì, dove esattamente?”

Già lo sapete che sono scettico per natura ma non so se sapete in che maniera fosse scettico Pirrone, filosofo greco il quale, intorno al 300 a.c. aveva un modo tutto proprio per esserlo, tanto che, anziché scetticismo, il suo modello di pensiero si preferì chiamarlo Pirronismo.

Era talmente scettico che arrivava a sostenere che fosse fuori da ogni ragionevole pensiero il credere che esistessero basi razionali per stabilire se un’azione fosse buona o cattiva.

Sii scettico su tutto e comportati come conviene all’ambiente circostante, senza credere a nulla!

Per facilitarne la comprensione immaginate che ci dica di andare tutte le domeniche a messa, di confessarci e di seguire regolarmente ogni funzione religiosa ma senza crederci.

Gli antichi scettici, infatti, accettavano i rituali pagani e talvolta divennero pure sacerdoti, ritenendo che ciò andasse bene per convenienza, dal momento che l’ambiente e l’epoca lo richiedevano, ma che non fosse necessario abbracciarne la fede. Che gli dei esistessero o meno era ininfluente.

Sosteneva Pirrone:

Non preoccupatevi della vostra ignoranza, giacché l’uomo saggio non è affatto meglio di voi poiché sarà anch’esso corroso dai vermi in tempo di morte!

Una dottrina ottima per i pigri direi, ed ecco perché sono scettico ma solo in senso dubitativo.

Lo so bene anch’io che faremo tutti la stessa fine ma l’impulso della convenienza avrebbe ben poca presa su di me, perché sono attivo per natura e sono le emozioni a muovermi.

L’agire per mera convenienza mi annoierebbe, a meno che non sia tale da emozionarmi fortemente.

Non so come facessero a fingere di credere a qualcosa senza sbadigliare dalla mattina alla sera, e ritengo che l’unico vero loro vantaggio, è una mia opinione, fosse quello di non farsi troppi crucci.

Vantaggio non da poco, direte voi, e ci sta che qualcuno, ancora oggi, voglia sceglierla come filosofia di vita.

Se proprio devo fingere, a questo punto, fingo che non esista il domani e mi godo tutto quello che capita di buono nella mia vita.

Non credo a nessun Dio, a nessun paradiso, ma a questo punto nemmeno all’inferno, il che è un vantaggio non da poco, a nessun aldilà, ma mi godo l’aldiqua momento per momento, senza però conformarmi a ritualismi di alcun genere.

In tempo di crisi quasi tutti si appellano alle forze superiori e paranormali?

È bene che lo facciano, se ne hanno bisogno, poiché è giusto che ognuno segua una propria strada ma, in quanto a me, mi appello unicamente a quel che ho dentro.
È ben poca cosa lo so, ma almeno so di cosa sto parlando.

Cioè, almeno credo, forse, sono scettico anche su questo!

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.