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La pornografia riguarda la dominazione. L’erotismo riguarda la reciprocità.
Gloria Steinem

Il sesso ha sempre avuto un ruolo fondamentale nelle scelte dell’uomo, un esempio su tutti che conferma quanto appena detto: pochi sanno che l’unità d’Italia è passata dal letto e la donna che ha permesso l’alleanza con la Francia era Virginia Oldoini, che fece innamorare Napoleone III su mandato di suo cugino, il conte Camillo Benso di Cavour.

In effetti, la sessualità rientra in una di quelle dimensioni umane altamente personali. Ogni individuo ha la propria relazione con l’intimità, dunque ricercare delle generalizzazioni che rispecchino la totalità della popolazione sarebbe azzardato e complesso.

Oggi quando parliamo di sessualità, il discorso va a finire quasi sempre sul porno.

Nella maggior parte dei casi quando si guarda un porno lo si fa con la consapevolezza che quello che si sta vedendo non è reale, ma che si tratta di attori nel ruolo di una parte, e che i rapporti sessuali ‘veri’ sono un’altra cosa.

Oggi, quando parliamo di sessualità, il discorso va a finire quasi sempre sul porno. Esso ha cambiato la nostra percezione del sesso e Internet ha modificato la nostra concezione del porno, ma ora la pornografia è caduta nelle mani dei social network. E cambia di nuovo.

La tendenza moderna della pornografia è molto diversa da quella di un tempo, è più sociale e prevede l’interazione tra le persone, il racconto di storie. Si lasciano commenti, like, è più coinvolgente per gli utenti.

Eppure, la pornografia c’è sempre stata dall’antichità ad oggi, come dimostrano la letteratura e anche il mondo della scienza negli ultimi tempi,  e va distinta dall’erotismo, che è immaginazione mentre la pornografia è atto esplicito.

Per molti, però, il momento in cui la pornografia diviene problema sociale nasce proprio con lo sviluppo della tecnologia e con l’accesso indiscriminato tramite tablet come telefonini portatili a siti online.

Oggi in ogni momento i siti porno sono raggiungibili da tutti con una facilità estrema, in ogni istante e in ogni dove. Pochi si rendono conto che crea dipendenza come le droghe, nell’ideologia del godimento si spiega bene il ruolo del neurotrasmettitore dopamina e di come, agendo, plasma comportamento ed esigenze sessuali.

Un tempo si diceva che la pornografia aiutasse anche le coppie a un ritorno di ‘passione’, ora sappiamo che la realtà è ben diversa e la pornografia allontana il maschio dalla donna in carne e ossa.

Non solo, la pornografia, come dimostrano ormai un numero alto di studi, rende nervose le persone e crea una disfunzione nei rapporti umani e nell’attività sessuale.

Un vero problema sociale ed individuale. Da questo anche si capisce come continui a impattare sulla società occidentale con forza inusitata. È dalla fine degli anni 60, quando è diventata di massa, che tocca, influenza e persino modifica i comportamenti sessuali, le relazioni di genere, l’immaginario erotico nel suo complesso.

Come l’industria del tabacco, con le sue potenti lobby e le sue sofisticate pratiche commerciali, le aziende del porno non si limitano a vendere i loro prodotti, ma influenzano i legislatori, collaborano con i media tradizionali e sviluppano nuove tecnologie di streaming.

I dati dimostrano che il mercato della pornografia è stato florido anche nei momenti di crisi economica globale, il sesso vende ogni prodotto, se ci pensiamo bene, ed è facile capire come si venda in grande quantità e senza limiti da solo.

Ma la questione non è solo economica. Vorrei che si capisse, attraverso questo articolo, come la pornografia sia un metodo per distruggere dall’interno un popolo, la sua identità, la solidarietà tra persone e soprattutto essa contribuisce in modo potente al calo demografico.

Chiaramente resta la visione di una persona che non si pone in maniera pudica e arcaica, bigotta e da chierichetto. Cerco solo di far comprendere come questo modo di vivere la sessualità a 360° non sia complementare alle reali esigenze psicologiche, fisiche e sociali di ciascuno di noi.

Qualcuno potrà storcere il naso, ma qui non sono in discussione temi come indipendenza e libertà del pensiero e del corpo. Non accetto i paladini fieri e rocciosi della propria caparbia visione delle cose come stanno al mondo.

Qui in ballo ci sono dipendenze, sfruttamenti, violenze, emulazioni, malattie ed altro. Basta andare sul web e leggere i percorsi spesso dolorosissimi di chi ha cercato di uscirne fuori, in qualche caso perdendo anche la propria vita.

Quanto il porno incida nelle economie è evidente. I dati, insomma, lo dimostrano facilmente: con l’aumentare negli anni delle pagine scaricate sui siti pornografici vi è una costante diminuzione di nascite.

In tale prospettiva, l’esplosione atomica della pornografia digitale, dico atomica per indicarne la dirompenza non per esagerare, ma anche perché ormai ogni singolo, cioè ogni atomo sociale, è divenuto potenziale fruitore di oscenità a basso prezzo e ad alta prestazione, si accompagna ad un livello di controllo dell’opinione estremamente pervasivo ed efficace.

Ovviamente, ogni altra forma di rivoluzione sessuale, come le crescenti pressioni in favore di LGBTP, la depenalizzazione dell’incesto, la normalizzazione della pedofilia, la transizione sessuale dei minori, etc, si affianca, si intreccia e si somma alla deflagrazione pornografica.

Va detto, comunque, come ci insegna la storia della tecnologia, che il mercato pornografico riesce in qualche modo ad anticipare le tendenze hi-tech, dettando la linea a chi si troverà ad arrivare in seguito.

E quanto sta accadendo per la realtà virtuale non sembra essere poi così differente rispetto a quanto accaduto per altri supporti o tecnologie del passato. Vedere per credere.

Molti pensano, qui sta il rovescio della medaglia, che la pornografia sia un linguaggio molto interessante anche da un punto di vista concettuale. È uno dei fenomeni più pervasivi del nostro immaginario, ma anche quello più stigmatizzato.

Esprime veramente una contraddizione, un’ambiguità che andrebbe analizzata con attenzione. Ne esistono studi accademici, ma il cinema non ha ancora trattato a fondo, seriamente, il fenomeno.

Ecco perché si pensa che sia sempre un passo avanti, anche tecnicamente: la diffusione del VHS prima e del DVD, poi, è stata dovuta anche molto alla pornografia, che ha sempre utilizzato dei mezzi nuovi.

Oggi c’è una specie di atomizzazione, categorizzazione del desiderio; su Youporn ci sono tante finestre, quasi come facenti parte dei nostri desideri o perversioni. Infatti, molti esperti del settore lo considerano una sorta di assioma del mondo hi-tech. Dovunque vada il porno, i consumatori sono pronti a seguirlo.

Negli Stati Uniti i video per adulti hanno spianato la strada alla TV via cavo, dando una ragione all’audience maschile per pagare il canone di abbonamento alla pay TV. La tecnologia VHS è riuscita a imporsi sul mercato come standard de facto, grazie all’ampia disponibilità di film a luci rosse in cassetta.

A livello economico, l’industria della pornografia online resta, però, un mistero. Per quanto sia uno dei competitor nel mercato dell’attenzione che ha registrato incrementi notevoli prima e durante il lockdown, è praticamente impossibile ricavarne dimensioni, giro d’affari, redditività.

I dati sono inafferrabili, dissolti in modelli di business opachi il cui flusso non è tracciabile. Alcune stime risalenti a cinque anni fa davano la porn industry pari ad una cifra compresa fra la metà e qualcosa di superiore al fatturato di Netflix; un’altra ricerca accademica, datata e approssimativa, arriva ai 100 miliardi di dollari. Il mercato del porno vale più di 100 miliardi di dollari l’anno.

Con l’avvento di Internet e con lo sdoganamento delle tematiche ‘a luci rosse’, anche grazie all’utilizzo dei social network meno proibitivi – da qui, il successo di OnlyFans, sito web che offre un servizio di intrattenimento sessuale tramite abbonamento, di cui vi parleremo prossimamente – il mercato del porno prende piede in una società sempre più aperta e interessata alle tematiche hard.

I numeri parlano chiaro: il 60% degli utenti appassionati al porno sono i Millennials, con il 31% ha meno di 24 anni. Il 90% dei ragazzi tra 8 e 16 anni consuma pornografia in Rete e, quasi sempre, la prima volta è accaduto casualmente, l’età media per il primo video è 11 anni.

Possiamo parlare di sesso-dipendenza e ipersessualità? Credo di sì. Ogni secondo 28 mila persone consumano porno, con il 61% degli accessi da mobile. I siti porno occupano il 12% della Rete, una ricerca su quattro e un download su tre riguarda materiale pornografico. Il 74% dei consumatori abituali sono uomini e il 26% donne: tra i maggiorenni 9 maschi su 10 e una donna su tre.

Peraltro, da uno studio pubblicato dal britannico Guardian si evince che ben l’88% dei filmati scansionati conteneva scene di aggressioni fisiche, ciò non può che offrire una visione assolutamente distorta della sessualità, in particolare ai soggetti privi delle conoscenze necessarie.

In linea di massima, il tema della pornografia, a livello mediatico e sociale, viene spesso ricondotto alla battuta rozza, all’accenno malizioso e, oltre a ciò, persiste una forma di ipocrita morigeratezza nel parlarne.

Curiose sono le analogie con il noto film di Alberto Sordi ‘Il comune senso del pudore’, del 1976, nel quale si delinea al meglio l’immagine di un’Italia profondamente bigotta che di soppiatto coltiva i propri ‘vizi proibiti’.

Nondimeno, i tempi dei giornalini e delle uscite furtive nei cinema a luci rosse appartengono ad un’epoca che appare oggi lontanissima: l’approdo della pornografia sul web ha fatto piazza pulita.

La pornografia è un argomento da analizzare in tutte le sue sfaccettature, con risolutezza. Il proliferare delle problematiche legate ad essa intaccano la società in vari modi, snobbare l’intera questione non risolve alcunché.

Grazie alla rete il livello di profittabilità è cresciuto a dismisura, in egual misura degli abusi, senza dimenticare i gravi disturbi fisici e psichici cagionati dalla continua fruizione di video hard.

Approfondire l’argomento aiuta soprattutto a portare ad un livello più alto la discussione e in seconda battuta accelera l’estinzione di inutili tabù.

Non c’è peggior pornografia di quella sentimentale.
Ennio Flaiano 

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Autore Massimo Frenda

Massimo Frenda, nato a Napoli il 2 settembre 1974. Giornalista pubblicista. Opera come manager in una azienda delle TLC da oltre vent'anni, ama scrivere e leggere. Sposato, ha due bambine.