Home Rubriche Lo sguardo altrove Il lavoratore del Duemila

Il lavoratore del Duemila

445
lavoratore


Download PDF

L’IA generativa è uno strumento che può essere usato per il bene o per il male e dobbiamo essere consapevoli del suo potenziale impatto sulla società.
Sam Altman

La maggior parte delle persone pensa al lavoro in termini di stress, fatica, routine. Il dipendente viene spesso considerato poco più di un servo, mentre l’impresa è vista come una combriccola di furfanti dedita a perseguire profitti. Abbiamo poi il manager, a cui si guarda come ad una sorta di nuovo schiavista.

In pratica, saremmo tutti delle pedine che, sorvegliate da temibili guardiani, lavorano ogni giorno faticosamente al servizio di una gang. Questa è l’immagine che abbiamo delle nostre aziende da oltre 150 anni!

La buona notizia è che il mondo del lavoro oggi sta cambiando. Molti di noi lo percepiscono e ne sono testimoni, ma non sanno esattamente il perché di questa trasformazione e quale impatto avrà sulla nostra vita.

Con le nuove tecnologie a nostra disposizione e la velocità dei nuovi mezzi di comunicazione dobbiamo attenderci che le cose si modifichino molto rapidamente.

Rimanere al passo di tali variazioni significa comprendere che il lavoro e le imprese così come le conosciamo sono realtà che appartengono al passato, destinate a modificarsi radicalmente sotto la spinta delle nuove generazioni, dei nuovi comportamenti indotti dai social media e dal web, delle nuove tecnologie, della maggiore mobilità e della globalizzazione.

Secondo una ricerca realizzata dall’Institute for the Future, IFTF, i giovani di oggi faranno in futuro un lavoro “che ancora non esiste”, poiché il progresso tecnologico creerà posti di lavoro caratterizzati dalla collaborazione tra uomo e macchina.

Entro il 2030, i giovani di oggi faranno un lavoro che ancora “non esiste”, questo perché circa “l’85% dei posti di lavoro che esisteranno nel 2030 non è stato ancora inventato”.

Questa previsione, tuttavia, non teneva conto degli imprevisti e dei cambiamenti che il mondo ha affrontato negli ultimi anni, come la pandemia e l’accelerazione della tecnologia.

Prepararsi a un lavoro che non esiste ancora è la chiave. Le tecnologie emergenti, come l’Intelligenza artificiale, guideranno cambiamenti su larga scala nel mondo del lavoro. La capacità di acquisire nuove conoscenze sarà più preziosa della conoscenza stessa. La scuola deve adattarsi per preparare gli studenti alle competenze professionali fluide richieste dal futuro.

Inoltre, la nostra vita potrebbe subire ulteriori cambiamenti, con nuovi modi di vivere, pensare e agire. Rivoluzioni già in atto ci spingono verso un futuro più green, mentre l’aumento dei prezzi delle materie prime e l’inflazione potrebbero portare a conflitti sociali e scarsa fiducia.

Considerato l’aumento dell’utilizzo dell’Intelligenza artificiale generativa, l’etica e la conformità saranno considerate sempre più importanti per le aziende.

Sarà fondamentale stabilire il modo in cui verranno utilizzati i dati con l’IA, chi userà la tecnologia e il modo migliore per conformarsi alle leggi e ai regolamenti correlati. Verranno presi in considerazione anche i diritti e le responsabilità di accesso, i tipi di dati e le politiche e i quadri etici sull’AI.

In sintesi, il futuro è un terreno fertile per l’innovazione, la flessibilità e la crescita personale. Andrebbe affrontato con curiosità e apertura mentale, pronti ad adattarci alle sfide e alle opportunità che ci riserva.

Il futuro del lavoro è un terreno in continua evoluzione, ma ci sono alcune strategie che si possono adottare per prepararsi al meglio: infatti, la tecnologia sta guidando i cambiamenti nel mondo del lavoro.

Investire tempo nell’apprendimento di competenze digitali, come Intelligenza Artificiale, Data science, Programmazione e Machine Learning sarà sempre più fondamentale perché queste competenze saranno sempre più richieste nei prossimi anni.

La tecnologia è la responsabile dei principali cambiamenti, come viene messo in luce nel ‘The future of jobs report’ del World Economic Forum. Per sapere come incide l’innovazione tecnologica sul futuro del lavoro, bisogna tenere presente il fatto che le macchine stanno prendendo sempre più piede, andando lentamente a sostituire dei lavori che prima erano prerogativa dell’essere umano.

Inoltre, l’uso di nuove tecnologie ha cambiato il nostro stile di vita, ha creato nuove esigenze e ha coinvolto in modo trasversale tutti i settori dell’economia.

Serviranno, comunque, le abilità trasversali, come la comunicazione, la collaborazione, la creatività e la risoluzione dei problemi, sono essenziali. Le macchine possono eseguire compiti specifici, ma le soft skill umane sono irrinunciabili. Esse sono le competenze trasversali che caratterizzano ciascuno di noi e ci aiutano a relazionarci con il contesto lavorativo.

Non riguardano competenze tecniche specifiche, piuttosto come interagiamo con i colleghi, risolviamo problemi e gestiamo il nostro lavoro. Sono essenziali per rapportarsi in modo efficace con le persone nel mondo del lavoro, come colleghi, responsabili, clienti e fornitori.

La loro importanza è ampiamente riconosciuta nei setting manageriali e aziendali e recentemente è stato sottolineato il ruolo che queste abilità ricoprono nel facilitare il raggiungimento di migliori risultati durante un percorso di formazione adulta.

Capacità di giudizio, curiosità, sapere come muoversi in situazioni complesse e contribuire creativamente sono solo alcune delle cose che nessuna macchina può replicare o sostituire.

Queste competenze trasversali stanno rapidamente diventando vantaggi chiave per le aziende, e sono fortemente richieste nella ricerca di personale.

La tecnologia le complementerà, le renderà più lineari e ridefinirà i lavori esistenti, piuttosto che limitarsi a sostituirli. Non sarà più necessario passare lunghe giornate passate a lavorare su fogli di calcolo, elaborare dati o trattare le richieste dei clienti.

Tali funzioni saranno semplificate dalle macchine, consentendo ai lavoratori di dedicare più tempo a compiti complessi, che richiedono il tocco umano.

Probabilmente, aumenteranno efficienza e produttività, i lavori saranno più creativi e richiederanno nuove competenze. Si apriranno scenari inediti, che porteranno con sé problematiche etiche e sociali, come l’essere consapevoli dei limiti di queste metodologie, il rendere accessibili a tutti le opportunità più utili, evitando le disuguaglianze tra chi può usufruirne e chi resta indietro a causa della minore informatizzazione. Infatti, ogni trasformazione porta con sé limiti e rischi.

Ad oggi, ad esempio, l’IA è priva di empatia, caratteristica tipica degli esseri umani, ma anche di capacità di comprensione e pensiero critico, a dispetto del suo nome. D’altra parte, permette a moltissime attività di migliorare rapidamente le prestazioni in termini di velocità, ma anche di sintesi ed elaborazione dati.

Oltre a lavorare con tecnologie sempre più progredite, anche i dipendenti junior saranno maggiormente coinvolti nella pianificazione, il reporting e le analisi e ciò comporterà un cambiamento delle competenze richieste.

Perché, alla fine, l’irrazionalità da sempre iscritta nell’animo umano trova nuovi sfoghi nella rete, in paranoie e teorie complottiste, in solitudini sfrenate e illusorie, in sotterranei e mendaci corridoi di inquietudine corrosiva.

La narrazione di ciò che chiamiamo realtà è in cerca di nuove forme e forse necessita di una visione che non reprima la ‘follia’ ma la integri, offrendo punti di vista inediti e rivelatori, come accade nei migliori romanzi di Dick, che aveva anticipato questo mondo distopico e che sembra non avere mai una reale conseguenza di ciò che costruisce giorno dopo giorno.

Il vero segno dell’intelligenza non è la conoscenza, ma l’immaginazione.
Albert Einstein

Print Friendly, PDF & Email

Autore Massimo Frenda

Massimo Frenda, nato a Napoli il 2 settembre 1974. Giornalista pubblicista. Opera come manager in una azienda delle TLC da oltre vent'anni, ama scrivere e leggere. Sposato, ha due bambine.