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Impanata di agnello

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Impanata di agnello


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Ingredienti

Per l’impanata

500 grammi di farina di semola rimacinata
5 grammi di lievito
250 dl d’acqua

Sugna q.b.
Sale q.b.

Per il ripieno

650 grammi di agnello
1 spicchio d’aglio
Prezzemolo q.b.
Olio EVO q.b.
Sale q.b.
Pepe nero q.b.

Procedimento

Si tratta di uno dei piatti tipici del periodo pasquale, che utilizza due ingredienti tradizionali del periodo, il grano, e quindi la farina, e l’agnello, tipica della Sicilia, della zona di Ragusa, più precisamente.

La sera prima in una ciotola mettiamo ad insaporire la carne di agnello, preferibilmente la coscia, tagliata a tocchetti, con l’aglio e prezzemolo tritato finemente, olio EVO, sale e pepe, in modo che possa impregnarsi del condimento.

Il giorno dopo, per prima cosa prepariamo le impanate. Si tratta di un impasto molto diffuso, una sorta di focaccia che viene poi ripiena con un po’ di tutto, dalle verdure, come le fave o le biete, o la carne e che cambia nome in base alla farcitura.

In una ciotola creiamo una fonte con la farina e mettiamo il lievito che sciogliamo con un cucchiaio versando l’acqua tiepida un poco alla volta.

Condiamo con un pizzico di sale e con una noce di sugna, poi impastiamo fino ad ottenere un composto omogeneo ed elastico.

Formiamo 4 panetti, sui quali pratichiamo con il dorso del coltello un solco non troppo profondo, in modo da segnare una divisione a due terzi circa.

Li adagiamo su una teglia foderata con carta da forno e lasciamo lievitare per un paio d’ore, meglio se in un forno spento.

Dopodiché, usiamo il solco precedentemente tracciato per dividere in due parti i panetti. Quella più grande, che farà da base, e quella del restante terzo, che farà da coperchio.

Stendiamo con un matterello, facendo in modo di avere per entrambe lo stesso spessore. Non deve essere né troppo sottile, perché rischierebbe di rompersi nella cottura o mentre la mangiamo, né troppo spessa, perché altrimenti risulterebbe sgradevole.

Dividiamo in 4 parti più o meno di uguali proporzioni la carne di agnello, la adagiamo sul disco più grande, magari con un filo di olio EVO come ulteriore condimento, ripieghiamo i margini come a formare un contenitore e chiudiamo con i nostri coperchi, sigillando i lembi con una leggera pressione delle dita.

Spennelliamo di olio la superfice delle nostre impanate e pratichiamo qualche forellino, per consentire la fuoriuscita dei vapori di cottura.

Cuociamo in forno statico a 180 gradi per una quarantina di minuti.

Come al solito ci sono una serie di varianti. Se vogliamo un impasto più leggero possiamo usare l’olio invece della sugna.

In alcune zone, come condimento della carne viene utilizzato anche il lardo tagliato grossolanamente a punta di coltello.

Così come non è raro trovare come ripieno anche le patate, tagliate a dadini, condite con olio e sale e aggiunte crude.

Tradizionalmente, le impanate erano cotte nel forno da pane, che al sud era presente nelle corti di molte abitazioni.

Da consumare tiepide, abbinando un Cerasuolo di Vittoria.

Buon appetito!

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Autore Carolina Barra

Carolina Barra, impiegata in pensione, profonda conoscitrice del cibo in tutte le sue declinazioni, adora cimentarsi nei piatti tipici della tradizione e scoprirne i trucchi per poterli tramandare.