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Massoneria: qual è il vero complotto?

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Massoneria


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Facebook Messenger: 1,3 miliardi di utenti. Weixin/WeChat: 1,2 miliari di utenti. Instagram:1,15 miliardi di utenti. Seguono social network “minori”: TikTok, 689 milioni di utenti, QQ, 648 milioni, QZONE, 517 milioni, Sina Weibo, 523 milioni.

Senza dimenticare Reddit, 430 milioni, Snapchat, 433 milioni, Twitter, 353 milioni, Pinterest, 416 milioni, e Kuaishou, 430 milioni: dati aggiornati al 19 ottobre 2020.

I social a livello mondiale non sono solo un’ossessione collettiva ma anche un canale para-giornalistico di informazioni e commenti su notizie senza controllo delle fonti che spaziano dalla micro-cronaca alla geopolitica. Facebook, come gli altri social, è lo specchio emblematico della “mentalità” del mondo. In questa chiave i feedback, le risposte, sono importanti quanto gli stimoli generati dai messaggi.

Su Facebook si trova di tutto: gossip, appelli, controinformazioni, commenti divertenti, volgari o filosofici. E un carosello di bufale lanciate ad arte e condivise spesso “in automatico” senza alcun controllo della fonte o della veridicità. Il sensazionalismo è figlio quasi sempre della malafede, soprattutto quando si tratta di guadagnare clic sul proprio sito e fare soldi sulle tragedie altrui con la pubblicità.

Non nego che le superpotenze o i deep states possano usare come mezzo di guerra o di persuasione i media, le TV, il cinema, i video, insomma, tutti i mezzi di comunicazione di cui dispone. Altro, però, è credere e condividere notizie senza esercitare il senso critico e il diritto/dovere di controllare.

Al contrario, oggi la parola d’ordine per essere “visibili” è essere sempre e ostinatamente “contro”. Ma questo non vuol dire essere liberi. Le capacità critiche sono strumenti al servizio della dignità e dell’identità. E soprattutto della Verità. Una certa fetta di popolazione appiattita sul complottismo mondiale, ennesimo travestimento del nichilismo, è suo malgrado diventata la “base elettorale” del neo-totalitarismo mediatico. Questo sì che è il vero complotto!

La Massoneria non scherza su certi argomenti. L’Apprendista è continuamente spronato ad immergersi nell’esperienza del V.I.T.R.I.O.L.. A ritirare la proiezione illusoria e a riportare a se stesso la fenomenologia del macrocosmo. Tutto avviene dentro di sé. E chi saprà cambiare interiormente saprà cambiare il mondo stesso che lo circonda.

Questo processo si svolge nel sociale, nel gruppo non nello specchio rassicurante del proprio narcisismo. Con la consapevolezza che gli orrori e gli errori, le ombre, i demoni della malvagità e del vizio devono essere cercati dentro se stessi. Come pure, naturalmente, la Luce e il riscatto dalle tenebre e dai metalli. È molto più semplice e comodo pensare che il vizio, il male si annidino nelle nazioni, nei complotti, nei poteri occulti sapientemente organizzati. In una parola, negli “altri”.

Purtroppo per questi “ebeti” – nel senso latino di “spuntati”, “ottusi”, quindi “sciocchi” – la verità è un’altra. Il male, quello vero, è radicato nei propri difetti: malevolenza, pigrizia, maleducazione, ingratitudine, asservimento al pensiero comune, ai condizionamenti sociali, al materialismo spirituale, alla dipendenza affettiva. Sono solo esempi.

I discepoli di Pitagora nei Versi Aurei riportano queste massime:

Saprai che gli uomini soffrono mali da loro stessi scelti: infelici che, avendolo vicino, il bene non vedono né intendono! Pochi conoscono il modo di liberarsi dai mali: a tal segno la Moira offusca la mente dei mortali! Come trottole qua e là sono sospinti fra urti senza fine. Funesta loro compagna, una congenita, inconscia irosità li mena a rovina; irosità alla quale conviene tu non dia esca, né che a essa resista, ma che devi scansare. Zeus padre, da tanti mali libereresti certamente gli uomini se rivelassi loro quale sia il loro vero demone!

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Autore Hermes

Sono un iniziato qualsiasi. Orgogliosamente collocato alla base della Piramide. Ogni tanto mi alzo verso il vertice per sgranchirmi le gambe. E mi vengono in mente delle riflessioni, delle meditazioni, dei pensieri che poi fermo sul foglio.