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‘Dai funghi alla musica: l’esperienza di John Cage’ a Casa Testori

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Francesco Fossati, Substrato 01, 2022, dehydrated substrate, mycelium and mushrooms, 59 x 57 x 27 cm
Francesco Fossati, Substrato 01, 2022, dehydrated substrate, mycelium and mushrooms, 59 x 57 x 27 cm


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Il 4 maggio a Novate Milanese (MI) primo incontro del Public program a cura di Giacoma Di Vieste nell’ambito della mostra ‘Un raccolto di consolazione. Opere di Francesco Fossati e Carlo Steiner con tre disegni di Giovanni Testori’

Riceviamo e pubblichiamo.

Sabato 4 maggio alle ore 17:00 Casa Testori presenta ‘Dai funghi alla musica: l’esperienza di John Cage’, primo appuntamento di approfondimento sulla mostra ‘Un raccolto di consolazione’ in corso fino al 18 maggio.
Piergiovanni Domenighini, organista della Cappella Musicale della Basilica Papale di San Francesco d’Assisi e dottorando di ricerca presso l’istituto CIRIAF di Perugia, racconterà la sua esperienza di esploratore e interprete di uno dei miti della musica del ‘900, John Cage che proprio dalla conoscenza e dalla passione per il mondo dei funghi aveva tratto indicazioni chiave per il proprio lavoro compositivo.

Sono giunto alla conclusione che si può imparare molto sulla musica dedicandosi ai funghi

così diceva il compositore americano, che ai funghi aveva dedicato anche un libro prezioso. Nella sua concezione l’imprevedibilità o randomness erano alla base della creazione dei componimenti musicali, che avveniva sulla base di processi non determinabili dal compositore: di qui il legame con il mondo dei funghi.

Nel corso dell’incontro Domenghini farà ascoltare tre composizioni per organo e dialogherà con Francesco Fossati e Carlo Steiner, i due artisti che lavorano usando i funghi come materia prima per i loro lavori esposti fin al 18 maggio a Casa Testori. Sarà presente anche la curatrice Elisa Del Prete.

L’incontro è stato progettato e curato da Giacoma Di Vieste.

Sabato 4 maggio ore 17:00
Casa Testori, Padiglione Gilda
Largo Angelo Testori, 13
Novate Milanese (MI)
Ingresso libero

Prossimo incontro

Sabato 18 maggio ore 17.00 – Dai funghi alla progettazione architettonica
Incontro con Riccardo Blumer, architetto e designer, professore titolare all’Accademia di Architettura di Mendrisio, che presenterà ‘La forma è necessaria’ il lavoro di ricerca sulla organizzazione architettonica di strutture biologiche come funghi e muffe fatto all’interno del laboratorio di progettazione con gli studenti dell’Accademia.

La mostra

Casa Testori presenta Un raccolto di consolazione, un progetto espositivo che mette in dialogo le ricerche di due artisti Francesco Fossati e Carlo Steiner, che hanno in comune l’utilizzo di materiale fungino.

Da un lato le sculture di Francesco Fossati sono ottenute da un substrato che si usa per la coltivazione dei funghi, dall’altro le opere pittoriche di Carlo Steiner adottano le spore come elemento cromatico. A cura di Elisa Del Prete, la mostra si completa con l’esposizione di tre disegni inediti dalla serie Funghi che Giovanni Testori realizza nel 1978.

Nelle sculture di Fossati i blocchi di substrati sollecitati perché si sviluppino funghi e micelio vengono poi disidratati così da fermarne la proliferazione. Nelle opere pittoriche di Steiner, invece, le spore fungine, sottratte al loro libero propagarsi e fatte depositare su lastre di vetro o fogli di carta sono utilizzate come pigmenti e governate attraverso l’uso di stencil. Entrambi gli artisti rivolgono il proprio sguardo all’azione creatrice della natura per poi mettere in atto un gesto di controllo di essa.

Il titolo della mostra ‘Un raccolto di consolazione’ suggerisce un rimando all’avventura del Marcovaldo di Italo Calvino che scopre i funghi nell’aiuola vicina alla fermata del tram in un contesto del tutto urbano in cui, dall’iniziale sorpresa che l’agire della natura desta, non può che scatenarsi poi la gara al possesso.

Analogamente gli artisti attingono alla forza generativa della natura, ma senza alcun atteggiamento idilliaco nei suoi confronti, ormai del tutto lontani da uno sguardo sorpreso, sostituito invece dall’ossessione di una tecnica che ne possa garantire il controllo.

Artificio e natura diventano allora impari in una gara in cui l’azione del raccolto non è fine a se stessa ma indirizzata a mettere in pratica una propria opera.

La curatrice, Elisa Del Prete, sottolinea:

Mi interessava un titolo drammatico da un lato ma anche sottilmente comico.

La mostra è la messa in dialogo di due pratiche artistiche che, a partire da uno sguardo curioso all’ambiente ed ecosistema fungino, in realtà aprono a riflessioni che portano altrove, al segno/disegno e alla forma come elementi compositivi, creando un certo grado di ambiguità rispetto a una relazione stretta con processi naturalmente incontrollabili che qui diventano pretesto per andare invece a parlare dell’affermarsi dell’agire artistico, oltre ogni intento romantico.

Il progetto espositivo è sostenuto da Fondazione Fiera Milano.

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