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Massoneria: elogio dell’amore e del nulla

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amore


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Sono intoccabile. Sono vasto. Io sono eterno.
Sono vulnerabile. Io sono piccola. Ho bisogno di aiuto.
Tra questi due, la mia vita scorre.
Jeff Foster

E chiedimi tu come stai
se ancora io non l’ho capito
e se domani partirai
portami sempre con te
sarò
tra le luci di mille città
tra la solita pubblicità
una scusa per farti sorridere
sì che sarò
quell’istante che ti porterà
una piccola felicità
quella stupida voglia di vivere sempre
mille volte
ti ho cercato, ti ho pensato un po’ più forte
nella notte ancora mille volte
quella musica risuona in ogni parte
nella notte…
Elisa – O forse sei tu 

L’amore non finisce mai. Oggi vorrei parlare dell’amore e del distacco. Ogni giorno moriamo da vivi. Cambiamo. Ci stacchiamo da vecchie abitudini. Usciamo dai nostri vecchi abiti. Gli altri non lo capiscono e pensano che non siamo più gli stessi. O addirittura credono di essere stati traditi. Ma l’amore non finisce mai.

Ogni sguardo di un Fratello e di una Sorella non se ne andrà mai più dalla mia mente. Come un tatuaggio di fuoco. Cambio casa. Cambio Loggia. E questa volta la mia Loggia è il creato. Vecchi e nuovi Fratelli uniti in un’immensa catena d’Unione transoceanica. Ma tutti, migliaia, milioni, miliardi, raccolti in uno stesso punto invisibile ed indivisibile.

Lo specchio è caduto su un pavimento di pietra senza moquette. Si è rotto in mille pezzi e io sono qui a raccogliere i suoi mille frammenti in giro per il mondo.

Sono partito. Come un Compagnone che striscia i suoi passi verso la lontananza. Ho il pane e il vino e questo mi basta. Erra l’abbaiare del mio cane per i campi del Nulla. Sto morendo da vivo. Lo so.

Maestro, tu mi hai preparato a questo immenso dolore che si confonde con l’immensa gioia di respirare l’universo. Ma non si è mai pronti. Laggiù la Terra si fa piccola, vergine e nera, come una piccola sfera sotto i miei piedi. Sulla mia testa appare un piccolo globo di luce. Pura luce cosmica condensata. Sulle mie braccia aperte a croce, a destra e a sinistra, due globi si accendono di rosso e d’azzurro.

I quattro elementi precedono il mio transito terrestre. Eppure sono parti di me. Gli Arcangeli mi parlano. Rafael, Gabriel, Micael, Uriel. Li congedo ma loro sono sempre con me. Accanto alle mie fragilità ed alla mia forza terribile. E tu chi sei. Ed io chi sono? Nient’altro che uno di “ieri” che vaga alla ricerca del domani.

La luce mi acceca, il buio mi toglie il fiato. Vi amo Fratelli. Dovunque voi siate. Adesso io vado oltre. Ho frantumato con la mia stretta onnipotente l’ancora metallica del duale. La Terra ha bisogno di te, di me, di noi. Facciamone un giardino.

Il Male è un controsenso della creazione. Ma è il dono della libertà che ci ha dato Dio. Una limitazione della sua Luce.

Morire è non avere più memoria. Lasciarsi andare e lasciare andare. Avventurarsi nel grembo dell’utero cosmico, nello spazio interminabile. Piangere, ridere, morire. Anche una canzone me lo ricorda. Gli elementi di cui sono formato si disgregheranno uno per uno. Uno dentro l’altro. Uno dopo l’altro.

È questo il senso del rito di iniziazione al grado di Apprendista: anticipare la morte per non scontarla vivendo. Guardare in faccia il Nulla. Perdere la maschera dell’inganno e farsi massacrare dalla poesia incessante della Creazione. Eterno ciclo di costruzione e distruzione.

E voi dove siete? Morti di tutti i mondi ed universi. Padri, madri, amici, parenti, cugini, fratelli animali. Amata cagnolina mia. Una parte di me vorrebbe ancora arruffarti il pelo, sentire sulla pelle la tua lingua rosa che mi bacia all’impazzata.

Vi vorrei separati ma tutti uniti in una risata, in un’oasi del tempo che scorre implacabile. Vi cercherò in ogni gesto. In ogni silenzio. Galleggiando senza gravità in ogni mio smarrimento.

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Autore Hermes

Sono un iniziato qualsiasi. Orgogliosamente collocato alla base della Piramide. Ogni tanto mi alzo verso il vertice per sgranchirmi le gambe. E mi vengono in mente delle riflessioni, delle meditazioni, dei pensieri che poi fermo sul foglio.