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Da Roma tournée di Lighting Bosso con star pianista Francesco Libetta

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Francesco Libetta – ph Andrea Donetti
Francesco Libetta - ph Andrea Donetti


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Imperdibile appuntamento il 28 maggio all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Riceviamo e pubblichiamo.

La declinazione dal vivo del progetto discografico Lighting Bosso – From Bosso to Libetta’s transcriptions, peraltro già in parte sperimentata a Trieste, San Marino e Lugano, con eccezionale esito di pubblico e critica, percorrerà dal 28 maggio a Roma fino all’autunno tutto il Paese, con gran chiusa a Milano ad ottobre al Conservatorio Giuseppe Verdi.

Presenterà una caratteristica assolutamente unica e totalmente in linea con la filosofica artistica di entrambi i protagonisti, su molti aspetti allineati in perfetta, spontanea e casuale corrispondenza: la totale assenza di routine, la concezione dell’evento musicale come accadimento unico ed irripetibile, lontano dal concetto commerciale di tournée.

Ogni concerto, infatti, avrà un impaginato diverso che, pur mantenendo l’idea di iniziale di Francesco Libetta, cioè il costante dialogo tra la musica di Bosso e i grandi del passato, presenterà ogni volta diverse ed originali combinazioni, trasformando così ogni singolo concerto in un’ulteriore occasione di approfondimento, scoperta e ricerca di colori, suggestioni, idee ed anticipando i futuri esiti discografici di questo viaggio musicale, cangiante e mutevole come luci impressionistiche, come la natura in costante mutazione e da sempre prima fonte d’ispirazione di Bosso.

Un altro elemento che sbriciolerà l’idea meccanica e routinaria di tournée ripetitiva e confezionata per scopi commerciali vedrà protagonista un’altra ossessione comune al Bosso compositore e performer e a Francesco Libetta, sì ‘Poeta aristocratico dal profilo e dal portamento di un principe rinascimentale’ come recita il New York Time, ma soprattutto libero pensatore in musica: la ricerca del suono perfetto ad ogni singola occasione e quindi il costante lavoro sulla scelta dello strumento in relazione alla sala.

Entrambi appassionati cultori della tradizione artigianale italiana, minuziosi conoscitori dello strumento in costante dialogo con costruttori, restauratori e accordatori, con Ezio Bosso, Steinway Artist, che aveva una vera venerazione per il mito dimenticato di Cesare Augusto Tallone, e che bene si sposa con il Libetta collezionista di pianoforti, clavicordi, devoto agli strumenti antichi e desueti, mai spaventato dalle difficoltà di suono, ma da esse sempre sfidato a nuova creatività, con una freschezza e un desiderio di costante ricerca che oggi non ha eguali nel mondo.

In tal senso l’appuntamento romano metterà subito in luce questo aspetto centrale del progetto dal vivo, portando in Sala Petrassi all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia il Borgato Grand PrixX 333, oggi il più grande gran coda esistente, rarissimo sui palchi italiani e sotto le dita dei grandi interpreti contemporanei, ma molto ben conosciuto da Francesca Libetta, rabdomante alchemico di sonorità difficili da domare, ma, una volta domate, portatrici di nuova luce espressiva e nuove frontiere emotive.

Per tre volte in passato Libetta ha già affrontato questo enorme strumento e ne ha dominato con sensibilità e garbo senza pari i potenziali pericoli su repertori di grande complessità come Rachmaninov e Godowsky.

L’attesa per gli esiti su un impaginato che spazia da Bosso a Bach, Scarlatti o Chopin o Beethoven non può dunque che essere altissima ed impreziosire la data romana per tutti gli appassionati di pianoforte, al di là dell’affetto per Bosso.

Chiosa così il progetto dal vivo Tommaso Bosso, amministratore dell’eredità artistica di Ezio Bosso:

Se intendessimo come famiglia la vita artistica di Ezio solo come conservazione d’archivio, mantenimento di un cenacolo di affetti, tradiremmo la natura sfidante, anarchica, sperimentale di mio zio, che ha sempre lottato ogni giorno per raggiungere nuovi traguardi e poi gettarseli alle spalle, per affrontare nuove avventure, come un esploratore musicale, quasi masochista nel negare un successo per cercarne un altro sempre nuovo e diverso, più difficile, più ambizioso.

Così ha gettato la carriera di grande virtuoso del contrabbasso per la composizione; così ha negato il suo talento per gli archi al fine di approfondire il pianoforte, suo primo amore d’infanzia negato; quindi ancora, con doppio carpiato su ruote, negare tutto il suo passato per la direzione d’orchestra del grande repertorio classico: la staticità è il vero tradimento della natura profonda di Ezio e questa stessa vocazione a non fermarsi mai, a non impigrirsi sugli esiti, a non pensare in termini di carriera ma solo di risultati artistici è il vero filo di seta che lega la personalità di Libetta alla storia di Ezio.

A lui ci affidiamo perché ‘It’s never over’, il nostro motto, significhi anche e soprattutto continuare la ricerca, senza paura.

E Libetta, sapiente della chimica dei suoni, maestro mai stanco d’arte spagirica musicale, commenta:

La musica di Bosso a noi che la eseguiamo dona soddisfazioni e responsabilità. Impossibile, infatti, limitarsi a suonare quello che è scritto: chi legge la musica di Bosso deve veramente “interpretare”.

Affinché questa musica risulti viva è indispensabile suonarla con una costante attenzione al suono concreto che si forma via via, verso l’accadere della musica, momento per momento. Infiniti dettagli che sarebbe impossibile annotare.

Non si parte come un proiettile, o un missile che una volta sparato va dritto. Tutto va ripensato battuta dopo battuta. E naturalmente ogni scelta si rinnova a ogni esecuzione, in ogni sala. Si potrebbe pensare a quando chiediamo una indicazione stradale, e a Venezia, o in un paese medioevale, e ci dicono: “sempre dritto”; e poi di dobbiamo districare tra vicoli, muri torti e ponti.

Fondamentale nella musica di Bosso è anche una forma particolare di consapevolezza. Per montare una musica che sa che cosa vuole dire, l’autore sa anche dove andare a trovare i vocaboli necessari, tra autori del passato e sperimentazioni d’avanguardia.

In un mondo ammalato di velocità, il discorso di Bosso riesce a recuperare una particolare dimensione temporale, tutta sua. E a prendersi tutto il tempo necessario. Nel quale riesce a disegnare un percorso, emotivo o ipnotico, che non vuole essere fuori di noi, ma dentro.

Hanno detto dell’album su Musica di febbraio ’24:

Come accade nelle grandi trascrizioni della Storia, anche in quella della Sinfonia n. 1 ‘Oceans’ si svelano con efficacia comunicativa le forze ispiratrici dell’autore: il vivifico intrecciarsi di filigrane e spazi, di moti e molteplici temi narranti – stilisticamente trasversali -che fanno di quest’opera una grande onda.

Libetta, virtuoso d’eleganza e tocco, e dal temperamento lisztiano, incalza la musica con una ricerca olistica del piacere quasi metafisico. E diventa tempesta di ritmi e dinamiche. Un generatore sinestetico di timbrica che sfuma e riaccende colori con un vigore ultraterreno.

Translitterazione contemporanea dell’Impressionismo, Libetta traduce i testi di Bosso con fulgore, passando dal sospiro all’urlo, senza alcun vuoto ispiratore. È un affresco di assoluta densità sonora, la Sinfonia n. 1, che mostra determinazione e resistenza. Ed essendo onda, si incurva e muta nel momento stesso in cui Libetta dà più o meno forza alla sua presa, ritiene gli armonici e spande le incursioni nell’eco dei bassi che sprofondano negli abissi. È puro dominio della belva sonora.

Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Roma
28 maggio ore 20:30 Sala Petrassi
Lighting Bosso
From Bosso to Libetta’s Transcriptions 
Francesco Libetta, Piano Solo

Biglietto unico euro 40 online su TicketOne.

Ezio Bosso

Fondatore e direttore di orchestre ed ensembles, Sony Classical International Artist, Steinway Artist, Bosso è stato Testimone e Ambasciatore internazionale dell’Associazione Mozart14, eredità ufficiale dei principi sociali ed educativi di Claudio Abbado a conferma del suo impegno didattico e sociale, che si è sviluppato nell’intensa attività di divulgazione con la rivoluzionaria apertura di tutte le prove – primo direttore a farlo – e con le sue lezioni aperte a tutti.

È stato protagonista sul podio dell’evento Grazie Claudio per i 5 anni dalla scomparsa di Abbado, guidando una compagine internazionale di grandi musicisti abbadiani e con il programma di Rai3 Che Storia è la Musica ha rivoluzionato la divulgazione musicale in TV ideando un nuovo format che ha subito ottenuti ampissimi consensi.

Il suo concerto di debutto all’Arena di Verona con Carmina Burana ha segnato il record di presenze per la sinfonica della Fondazione ed è stato testimone della Festa Europea della Musica, ha diretto l’Orchestra del Teatro La Fenice e Comunale di Bologna, di cui è stato Direttore Principale Ospite e che ha trionfalmente condotto in piazza Maggiore davanti ad oltre 10.000 persone per l’Opening Act del G7 Ambiente, concerto premiato ai Live Award di Lisbona come miglior evento musicale europeo dell’anno.

Inoltre, ha diretto la Georgian State Opera, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per due anni consecutivi, Orchestra del Teatro San Carlo, Sinfonica Siciliana, Orchestra da Camera di Mantova, Orchestra da Camera Lituana, Filarmonica Toscanini, Teatro Verdi di Salerno, Orchestra Giovanile Italiana di Fiesole, Orchestra del Regio di Torino. Compositore pluripremiato ed eseguito in tutto il mondo con musica da camera, sinfonica, balletto, composizioni per il teatro e il cinema, Ezio Bosso è tuttora tra i best sellers discografici europei nel segmento classico.

Francesco Libetta

Per il New York Times è «Poet-aristocrat with the profile and carriage of a Renaissance prince», mentre per Le Monde de La Musique «l’éritier des Moritz Rosenthal, des Busoni et des Godowsky» e per Corriere della Sera «uno spolvero di signorilità che credevamo perduto negli archivi dell’interpretazione pianistica». D’Avalos gli ha dedicato tutti i suoi pezzi per pianoforte solo e Isotta lo ha definito «il più grande pianista vivente».

Ha realizzato integrali pianistiche di Beethoven, Händel, Chopin, Godowsky, Paisiello, Bosso; ha pubblicato registrazioni di Schumann, Liszt, Ligeti, Ravel, Debussy. Le sue registrazioni sono pluripremiate da Diapason, Le Monde de la Musique, Classique, Amadeus fra i tanti.

Ha collaborato con direttori come Pappano, Andreae, Mandeal e artisti come Sollima, Caterina Antonacci, Devia, attori come Boni, Laurito, Preziosi, Marchini, danzatori come Carla Fracci e ha fondato il gruppo di ballo Corerofonie.

Dopo gli studi di Composizione con Marinuzzi a Roma e Castérède a Parigi, ha scritto musica per teatro, cinema, acusmatica, cameristica, sinfonica, e l’opera L’Assedio di Otranto, messa in scena in Puglia e a Roma e pubblicata in CD.

«Libetta compositore è poeta doctus» scrisse Isotta sancendo il profilo di uno degli artisti italiani più stimati nel mondo e versatili, dalla direzione d’orchestra all’attività di saggista musicale, registra d’arte visuale e a sua volta protagonista dei documentari di Monsaingeon e Battiato, didatta per il Miami Piano Festival e a Martina Franca con la Fondazione Grassi. Francesco Libetta è Steinway Artist.

Luigi Borgato

I pianoforti da concerto Borgato rappresentano la firma più prestigiosa ed esclusiva nell’intero panorama internazionale del pianoforte.
Luigi Borgato assieme alla moglie Paola Bianchi, a 28 anni, nel 1991 presenta al pubblico il suo primo pianoforte gran coda da concerto.

Luigi Borgato mosso da una profonda passione per la musica, si avvicina al mondo del pianoforte iniziandone lo studio. Da autodidatta costruisce la sua professionalità attraverso una formazione estranea ai percorsi accademici. Una innata curiosità tecnica lo porta ad esplorare ed approfondire i vari ambiti della costruzione del pianoforte: filosofie e tecniche di costruzione del fortepiano e del pianoforte moderno, tecnologia dei materiali, fenomeni acustici delle corde e della tavola di risonanza, il suono e la sua propagazione.

Intuito e caparbietà nell’esecuzione delle sue idee portano Luigi Borgato a migliorare la tradizione progettando e costruendo pianoforti gran coda da concerto di concezione innovativa, dotati di quattro corde percosse per nota da metà tastiera agli acuti – Brevetto Borgato -, con innovativi telai in ghisa, vere sculture d’arte dai contenuti di alta ingegneria.

I pianoforti Borgato sono costruiti completamente a mano, uno per uno. Unica realtà di vero artigianato artistico nel settore. Luigi Borgato, seleziona personalmente il legno e sceglie tutti i materiali ed i componenti per la realizzazione dei suoi pianoforti.

È, inoltre, stimato tecnico – accordatore e mette a punto i propri strumenti per concerti e registrazioni assistendo pianisti di fama internazionale; peculiarità che lo distinguono da chiunque oggi nel suo ambito professionale.

Il nuovo millennio inizia con un nuovo brevetto. Ispirandosi a composizioni scritte per pianoforte con pedaliera Luigi Borgato progetta e costruisce un nuovo strumento, il primo doppio pianoforte gran coda da concerto con pedaliera in epoca moderna: il ‘Doppio Borgato’.

Nella veste di Maestro costruttore, viene invitato a tenere master di costruzione, tecnologia e messa a punto del pianoforte in Italia e all’estero. Nell’agosto 2017 presenta alla stampa, e nel settembre al pubblico, la sua ultima creazione; un nuovo record nella categoria dei pianoforti gran coda da concerto: il Borgato Grand Prix 333.

 

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