Home Rubriche Menorah La Minerva massonica

La Minerva massonica

3669
Minerva massonica


Download PDF

La statua di Minerva adorna i Templi massonici e viene collocata in prossimità dello scranno occupato dal Maestro Venerabile e, insieme a quella di Ercole e di Venere, concorre a definire una sorta di “triade massonica”.

Secondo il mito, Atena, assimilata dai latini a Minerva, nasce “armata di tutto punto” dalla testa di Zeus. Platone, nel ‘Cratilo’, a proposito della dea, attribuisce a Socrate la definizione di «theu noesis», che significa «pensiero divino», e afferma che Omero ha raffigurato in lei il “nous”, ossia la mente, e la “dianoia” ossia, l’intelligenza. Aggiungendo la formula “a theonoa”, in quanto «theonoe» vuol dire «intelligenza divina», significato del tutto coerente al concetto e al ruolo che occupa il Maestro Venerabile in Loggia.

Venerata sia dagli Etruschi che dai Romani, Minerva veniva celebrata dai primi il 19 marzo, mentre i secondi le assegnavano due feste, il 19 e il 23 marzo, entrambe le date, non a caso, collocate nel mese dedicato a Marte, il dio intermedio della triade romana arcaica.

Veniva onorata assieme al dio della guerra a riprova degli stretti rapporti simbolici ed operativi che sussistono tra vie iniziatiche che prendono rispettivamente a supporto il mestiere o l’esercizio delle armi.

Minerva riassume in sé entrambe le vie, dato che non è solo proposta all’Arte ed alla Scienza, ma possiede una funzione belligerante fin troppo chiaramente espressa dalla detenzione di strumenti simbolici propri di Marte: lo scudo e la lancia.

Incarna la saggezza stessa di Giove, dalla cui testa è fuoriuscita e da lui ha tratto il fulmine, espressione della volontà divina sapientemente orientata.

È anche detta Pallade, in quanto depositaria del palladio, una pietra caduta dal cielo, una sorta di Graal ante litteram, che Enea avrebbe portato da Troia a Roma, preservando, così, il deposito della tradizione, assicurando ad una civiltà la propria legittimità. Anche per questo viene collocata nei Templi Massonici, a voler custodire, con la sua presenza, la Massoneria nel mondo in tutti i tempi.

La sua disposizione nel tempio non è casuale: tra i suoi attributi vi è quello combattente, ma con caratteristiche diverse da quelle di Marte; mentre la prima rappresenta la guerra come ristabilimento dell’ordine, il secondo come distruzione.

Nel pensare ai suoi attributi militari viene in mente, in primo luogo, il combattimento interiore contro i “vizi” e le “passioni” che l’iniziato è tenuto a fronteggiare senza tregua, mirando ad unificare ed integrare le “potenze” dapprima disperse della propria individualità.

Al tempo stesso, però, tale lotta non può che estendersi all’insieme dell’ambiente in cui si colloca questa individualità perché si tratta in realtà di una sola e unica “guerra”, che corrisponde, del resto, all’opera costruttiva che il Massone è chiamato a compiere su di sé e quindi, simultaneamente, sul cantiere del mondo.

Nel Rituale massonico di apertura e chiusura dei lavori nel tempio, spetta al Maestro Venerabile che celebra la Sapienza:

 Che la Sapienza illumini il nostro Lavoro.

 Che la Luce della Sapienza resti nei nostri cuori.

La Sapienza di cui si parla in ambito esoterico è il Sapere iniziatico tradizionale e non la mera erudizione storico-filosofica. Quest’ultima funge piuttosto da corollario propedeutico alla Conoscenza, intesa come illuminazione spirituale.

Partendo dalla radice etimologica di Minerva, la si pone in relazione sia con la mente, sia con la specie umana, sia con le facoltà razionali.

La ragione è la modalità propriamente umana dell’intelligenza.

L’intuizione intellettuale può essere definita sovrumana perché è una partecipazione diretta all’intelligenza universale, che, risiedendo nel cuore, al centro dell’Essere dove c’è il punto di contatto con il Grande Architetto dell’Universo, lo penetra dall’interno e lo illumina con la sua luce, che si irradia nell’intero essere in tutti i suoi gradi e le sue modalità.

Questo passaggio riveste grande rilevanza ai fini iniziatici e consente di comprendere l’attenzione che nella via massonica è attribuita al corretto sviluppo e all’integrazione di tutti gli aspetti individuali, in particolare della ragione, perché tale facoltà, solo se ben diretta, è in grado di riflettere, nell’ambito umano, i princìpi universali propri della Massoneria.

La natura della funzione di Minerva può essere allora considerata, da questo punto di vista, come “intelligenza universale” in quanto riflessa e “situata”, nell’essere umano.

Print Friendly, PDF & Email

Autore Rosmunda Cristiano

Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.