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Il prigioniero del cielo, di Carlos Ruiz Zafón

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'Il prigioniero del cielo', di Carlos Ruiz Zafón


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Titolo: Il prigioniero del cielo
Autore: Carlos Ruiz Zafón
Editore: Mondadori
Collana: Numeri Primi
Prezzo: € 14,00

Completati gli studi in un collegio di gesuiti a Barcellona, Carlos Ruiz Zafón comincia a lavorare nella pubblicità, diventando direttore creativo di un’importante agenzia. Inizia la sua carriera letteraria nel 1993 con ‘Il principe delle nebbie’, prima parte della trilogia della nebbia.

Nel 2001 esce il primo romanzo per adulti, L’ombra del vento, che si trasforma subito in un fenomeno letterario internazionale con otto milioni di copie vendute nel mondo.

Nel 2008 con Il gioco dell’angelo il successo viene confermato. Il 2009 è l’anno di ‘Marina’, seguito da ‘Il Palazzo della Mezzanotte’ nel 2010, e nel 2011 da ‘Le luci di settembre’ e ‘Il principe della nebbia’.

Le sue opere sono state tradotte in più di quaranta lingue e hanno ottenuto prestigiosi premi e riconoscimenti internazionali.

Nel 2012 esce in Italia la terza parte della saga inaugurata con L’ombra del vento: ‘Il prigioniero del cielo’. Nel 2013 Mondadori riunisce in un volume i tre romanzi della Trilogia della nebbia, che si conclude nel 2016 con l’uscita, sempre per Mondadori, de ‘Il labirinto degli spiriti’.

Zafón vive a Los Angeles dal 1993 dove scrive anche sceneggiature di film per Hollywood. Collabora regolarmente con i quotidiani spagnoli El País e La Vanguardia.

Dopo L’ombra del vento’ ed Il gioco dell’angelo, il terzo volume della saga del ‘Cimitero dei Libri Dimenticati’, è un libro di transizione, che scioglie alcuni nodi, in preparazione del gran finale con il testo conclusivo ‘Il labirinto degli Spiriti’.

Secondo le parole dello stesso autore, i vari romanzi sono indipendenti e si può entrare nella storia da qualsiasi porta scegliamo, ma per me, quest’opera è la meno autonoma della serie, in quanto ti riconduce al passato raccontando la storia di Fermin, la morte della madre di Daniel, Isabella, riportandoti a Martin, protagonista de Il gioco dell’angelo, e preparando alla vendetta di Daniel, che conclude la saga.

La scrittura di Zafón è sempre ammaliante; è capace, come pochi, di creare delle atmosfere meravigliose unendo amore, amicizia, mistero. A mio avviso è uno dei migliori narratori contemporanei.

I suoi libri ti conducono nella Barcellona cupa e franchista dell’epoca; ti sembra di vedere la città, di camminare per quelle strade pericolose, di incontrare quei personaggi oscuri del sistema politico franchista.

Forse questo romanzo è quello che più racconta la politica di quel tempo e la terribile situazione carceraria a cui erano costretti i dissidenti politici durante la cruenta dittatura.

Attraverso il personaggio di Fermin, l’autore narra sentimenti positivi: un uomo buono anche se duramente provato dalla vita e dalle brutture subìte dal regime; un uomo che non esita a mettersi in pericolo per mantenere una promessa fatta ad un amico in galera; un uomo che mette al primo posto nella sua esistenza l’amicizia e l’onore.
Fermin lo abbiamo già incontrato ed amato ne L’ombra del vento’, ma solo in questo libro conosciamo la sua vera storia e ce ne innamoriamo.

Vedendo il mio amico baciare la donna che amava, mi venne fatto di pensare che quel momento, quell’istante rubato al tempo e a Dio, valesse tutti i giorni di miseria che ci avevano condotto fin là e tutti quelli che sicuramente ci aspettavano una volta tornati alla vita, e che tutto quanto era onesto e limpido e puro in questo mondo, e che tutto ciò per cui valeva la pena continuare a respirare era in quelle labbra, in quelle mani e nello sguardo di quei due fortunati che, capii, sarebbero rimasti insieme fino alla fine delle loro vite.

Daniel, ormai sposatosi e divenuto padre di Julian, gestisce insieme al papà la libreria Sampere, dove lavora anche Fermin. Un giorno, nel periodo natalizio, entra nel negozio uno strano figuro che acquista una copia de ‘Il conte di Montecristo’ ad un prezzo superiore al triplo del suo valore e, scrivendoci una dedica speciale, dice di regalarla a Fermin.

Il plot ha così inizio in un continuo rimbalzo tra presente e passato e in un intrecciarsi delle vite di Fermin e Martin. Il titolo di questo romanzo è una continuazione ideale del precedente, facendo da collante con Il gioco dell’angelo, il cui protagonista, appunto Martin, è un vicino di cella di Fermin, chiamato dai detenuti proprio ‘il prigioniero del cielo’, a causa del trattamento subìto dal direttore del carcere Mauricio Valls, che pretende che il ragazzo gli scriva il libro che lo farà diventare famoso.

Una descrizione avvincente, che si legge tutta d’un fiato in poco tempo, dove si ritrova tutta la maestria narrativa di Zafón.

Altro non posso raccontare, in quanto cadrei nello spoiler, finendo con lo svelare troppo l’intreccio. Non vi resta che leggere il libro e concludere la saga con ‘Il labirinto degli spiriti’.

La trama

Il nuovo capitolo della tetralogia de ‘Il cimitero dei libri dimenticati’. Barcellona, dicembre 1957. Nella libreria dei Sempere entra un individuo misterioso che acquista una preziosa edizione del Conte di Montecristo e la lascia in custodia a Daniel perché la consegni al suo amico Fermin. Il libro porta una dedica inquietante: “Per Fermin Romero de Torres, che è riemerso tra i morti e ha la chiave del futuro”, firmato “13”.

Tra malintesi, imbrogli e minacciosi ricordi dal passato inizia l’indagine di Daniel per decifrare quella dedica enigmatica e capire quali segreti nasconde il suo fedele amico. Prima di potersene rendere conto, il giovane libraio viene catapultato in un passato che lo riguarda da vicino.

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Autore Elisa Santucci

Divoratrice di libri e sperimentatrice culinaria.