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La Storia del pittore Mattia Preti che divenne Cavaliere di Malta

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Mattia Preti, disegno di Daniela La Cava
Mattia Preti, disegno di Daniela La Cava


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Fra tutti gli ordini cavallereschi tutt’oggi esistenti, il posto d’onore spetta sicuramente ai famosissimi Cavalieri di Malta che, fin tempi dalle Crociate, contendevano con i Templari prestigio e ricchezze al di sopra dell’ordinario.

Naturalmente non tutti gli ordini sopravvissero, stroncati dalle nebbie del tempo o annientati da re e papi come accadde per i Templari, i più potenti cavalieri mai esistiti e capostipiti degli ordini cavallereschi di monaci guerrieri.

Questa sorte non si estese all’ordine degli ‘Ospitalieri di San Giovanni’ i quali, da monaci dediti alle cure dei pellegrini, si evolsero fino a diventare i temibili guerrieri che tutti conosciamo, stanziandosi in isole paradisiache come Cipro, Rodi e infine Malta!

Proprio quest’ultimo insediamento, legò il suo nome a quello dell’ordine: una comunità di monaci ospitalieri e guerrieri che aprirono la loro dimora a grandi artisti che ne accrebbero il nome e il prestigio.

L’artista più conosciuto che dimorò preso i cavalieri maltesi fu Michelangelo Merisi, conosciuto come Caravaggio, ma a causa del suo temperamento irascibile e bellicoso dovette fuggire via dall’isola senza ricevere l’investitura.

Sorte diversa ebbe invece un altro grande genio dell’arte seicentesca, dai natali mediterranei insignito della croce maltese, che soggiornò e lavorò tra i membri dell’ordine, così altamente ammirato e amato da essere sepolto in una postazione d’onore nella Chiesa di San Giovanni a Malta. Si tratta del famoso pittore Mattia Preti, ricordato come il Cavalier Calabrese!

Nonostante rappresenti uno dei massimi esponenti della pittura secentesca e le sue opere troneggino nei più grandi musei del mondo, il suo nome oltre i confini dell’isola, viene spesso oscurato da altri pilastri dell’arte barocca, un’accoglienza diversa da quella che tutt’oggi riceve a Malta.

Eppure, oltrepassando le acque che dividono la punta più estrema della Calabria dall’isola di Malta, Mattia Preti rappresenta un’icona che non può essere allontanata dagli ideali cavallereschi dell’ordine né dall’Olimpo dei più grandi artisti conosciuti.

Nonostante il talento indiscusso però, non possiamo negare che una parte di fascino che esercita sui suoi ammiratori dipenda dalla bianca croce che con orgoglio risalta dalla tunica vermiglia come il sangue, che l’artista indossava con fierezza, anche mentre si ritraeva tenendo in mano i simboli delle passioni che lo accompagneranno per tutta la vita: la pittura e la cavalleria.

Esperto spadaccino, dall’animo guerriero ha sempre posto la sua spada e i suoi averi al servizio dei più bisognosi, una nobiltà d’animo che ben si addice alla suprema arte che lo ha sempre caratterizzato e di cui rimane memoria.

La sua essenza, infatti, non si è mai oscurata, tradita dalle nuove tendenze che calpestano la grandezza trascorsa, ma si respira ancora, tra le imponenti pareti della grande cattedrale, nel trionfo di dorate atmosfere barocche tra decori, stemmi e simboli che si alternano alle gigantesche figure che immortalano scene bibliche, in uno scenario unico il cui vertice risiede nella magnificenza della volta.

Mattia Preti ricevette da papa Urbano VIII l’investitura cavalleresca 20 anni prima di trasferirsi a Malta dove visse intensamente fino alla fine.

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Autore Daniela La Cava

Daniela La Cava, scrittrice, costumista, storica del Costume. Autrice di volumi sulla storia del costume dal titolo "Il viaggio della moda nel tempo". Collabora con terronitv raccontando storie e leggende della sua terra.