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La paranoia del controllo

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La paranoia del controllo


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Lezione numero Tre

È un momento penoso, direi quasi insopportabile, quello di ridursi a controllare tutto, lavoro, famiglia, persone care, emeriti sconosciuti, con una scatola in mano che ti permette l’accesso al pianeta intero.
In questa breve lezione analizzeremo insieme la terza problematica derivante dall’uso dei cellulari e cioè la paranoica attività del controllo sugli altri.

Dalla fragilità derivante dal sentirci impotenti, passiamo al tentativo di dominio su fatti, cose e persone.

Il dizionario analogico Zanichelli, alla voce controllare inserisce anche il verbo spiare.

Quante volte ho sentito esternazioni del genere:

Mio marito / mia moglie viene continuamente a vedere in Facebook tutto quello che dico, che faccio, che penso, poi me lo rinfaccia.

Ho bloccato mia madre ma mi sono accorto che mi segue con un falso profilo.

Sono costretto a separarmi perché mia moglie ha scoperto una mia chat segreta, che per me era solo uno sfogo come tanti.

Non riesco a fare a meno di andare a vedere tizio che mi ferisce in Facebook, anche se so che mi faccio del male da sola.

Con la geolocalizzazione posso tenere sotto controllo Caio e Sempronio!

E via di questo passo.

Per addomesticare l’ansia ci si affida ad una specie di spionaggio che però, a propria volta, alimenta ancor più lo stato paranoico del controllo.

Dove sono le persone che ci interessano? Che luoghi frequentano? Cosa hanno comprato? Cosa staranno facendo mentre noi non ci siamo?

Ci si riduce perfino a chiamare amore un’attività da investigatore privato:

Lo faccio perché lo amo! Perché gli voglio bene!

Viene cercata ossessivamente una quiete che, con tali sistemi, in realtà, non avremo mai, poiché un’ossessione è di per sé una specie di droga e non se ne ha mai abbastanza.

È l’avanzata inconsapevole di un circolo vizioso che non lascia tregua, respiro, nessuna pace.

Nel momento che sfugge qualcosa si tenta di investigare ancora di più, non si è convinti, e si cercano conferme, certezze, con gli spasmi della gelosia, del possesso o dell’invidia.

Tutta la propria radicale disistima, tutta la propria nevrotica impotenza, l’incapacità di essere soddisfatti di se stessi, viene scaricata sui figli, i coniugi o comunque sulle persone che diciamo di amare.

Anziché arricchire se stessi, cercando la propria crescita interiore, si tenta l’acquietamento con lo spionaggio da cellulare.

Ma quanto può durare una risposta rassicurante in un individuo che ha sviluppato la mania del controllo?

Continuerà ad affidarsi al mezzo ritenuto strategicamente più forte, e che possa colmare la sua impotenza tutte le volte che si sentirà preda dell’insicurezza, dell’incertezza.

Chi si pone sul cammino interiore sa molto bene che, per riuscire a vivere in pace, sia necessario convivere serenamente con ciò che è incerto, poiché la vita non è fatta di cose scontate.

Ma come si potrà imparare ad abbracciare l’incertezza, e farsela amica, pensando paranoicamente di poter tenere tutto sotto controllo, solo perché si dispone di un computer o di un cellulare?

Quello strumento apparentemente potente, diventa nelle mani dello sprovveduto la sua stessa condanna a rimanere paranoicamente impotente e “iper-controllore” dei fantasmi della propria mente.

Tratto dal Corso Naturopatia dell’Anima – Counseling Filosofico

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.