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Il bacio del Diavolo – Richiamo alla scelta

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Il bacio del Diavolo


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Quando baci il Diavolo rischi tutto te stesso; quando baci il Diavolo, il tempo si ferma e inizia il conto alla rovescia.

Negli studi demonologici, il sabba, che rappresenta una sorta di convegno di streghe a cui partecipa appunto il Demonio, evidenzia un momento in cui vengono compiuti riti ad impronta blasfema, orge a carattere diabolico e potenti pratiche magiche.

Durante quest’attività a impronta oscura, le streghe che incontrano il Diavolo, lo salutano in modo inusuale: gli baciano l’ano; quest’ultimo rappresenta l’altra bocca del Demonio. Tale bacio è definito in demonologia l’osculum infame.

Se ciò accadeva negli antichi sabba, oggi, in realtà, si tratta di meri incontri tra credenti, in cui si ripropongono rituali tradizionali in onore di Divinità Arcaiche; ma cosa accade, oggi, nel nostro mondo moderno, quando baci il Diavolo?

Durante il bacio col Diavolo, i sensi di materia si acuiscono e trascinano l’anima all’oblio del corpo e della ragione.

Il tocco delle labbra demoniache rende l’umano sprovvisto di ogni alta protezione; egli si ritrova da solo con se stesso, le sue ombre, le sue paure, la sua purezza violata dalla ricerca della propria identità reale e sostanziale.

Egli non possiede schermo, corazza, arma che possa controbattere il Demonio che ha di fronte; questo perché non vuole difendersi, ma annullarsi nell’oscurità di un momento, in cui davvero potrebbe perdersi per sempre.

L’Uomo crede di fondersi assieme al fuoco infernale che il Demonio gratuitamente gli dona, ma non è così: tutto ciò che non è supportato da un sostrato d’Amore è destinato a sciogliersi come neve al sole, quando i sensi, perversamente attivati, perderanno la loro consistenza energetica.

Al termine del bacio col Diavolo, l’Uomo si ritroverà da solo, assalito da una miriade di sensazioni che non è in grado di decodificare e quindi di nomenclare, secondo il suo pensiero critico di sempre; questo perché, in quel momento, si renderà conto di non possedere più un pensiero, quel pensiero che si è distrutto nell’incontro con l’Essere che gli aveva promesso il mondo, facendogli intravedere l’eternità dell’Infinito.

Dice il Diavolo mentre bacia:

È necessario che tu faccia il percorso, se non lo perseguirai adeguatamente, non avrai mai la pace.

L’Uomo è perso se non si aggrappa alla solidità spirituale che l’ha sempre contraddistinto; egli ha poco tempo per ricordare chi sia e dove ha interrotto il cammino sulla strada maestra, la recta via.

Egli si riscopre artefice del suo stesso male, del suo delirio esistenziale, del suo oblio. Non ha facoltà di addebitare responsabilità al Diavolo, perché lui non c’entra, non più. Il senso di colpa lo divora dalle proprie viscere e lo soffoca ogni istante.

È stato lui ad accoglierlo; è stato lui, l’Uomo, a dire di sì al bacio che lo ha indebolito a tal punto da rendersi materia da mischiare al fango della terra, tanto da mutarsi in un “Anam“, “un senza nome”.

E allora l’Uomo, in quel preciso istante di consapevolezza di ciò che ha mutato in sé per assecondare i suoi sensi deliranti, si appella al richiamo della scelta che direttamente discende dalla regola aurea del Libero Arbitrio.

Ricompone il suo sangue nelle proprie vene; si epura del veleno stordente di quel bacio che ha dato a se stesso, proiettandosi fuori di sé e assumendo l’immagine di quel Demone che altro non è che il suo Daimon, che fa parte della propria essenza, umana e divina.

Non è Bene e non è Male, ma soltanto pura esperienza che l’Uomo sperimenta ma che necessariamente deve imparare a gestire, lottando incessantemente e quotidianamente, per il suo equilibrio personale e spirituale.

E così comincia a ricordare le leggi universali, come quella del Nove:

La Legge del Nove: è questo il punto alchemico, di pura natura spirituale, in cui l’Essenza Guida incontra l’Uomo, e lo istruisce di una realtà che lo rende consapevole del suo passaggio nel mondo, delle sue vite, della sue Eternità Diverse. Non ha valenza il tempo, né lo spazio, perché tutto si riannoda ad un livello dimensionale in cui ciò che conta è l’Essere presente a se stesso con la propria, singolare, unica percezione intuitiva.

Leggi e numeri che si riverberano dal Cosmo al più esile filo d’erba della natura; codici universali che ci provengono dalle volte stellate; da varchi dimensionali che ritmicamente si aprono e si richiudono innanzi alla volontà, pura e genuina, di conoscere l’immensità del Multiverso.

Non bastano parole; non servono immagini o melodie complesse: tutto, ognuno è ampiamente descritto in ogni simbolo; e in ogni simbolo si riscopre la sua legge e ciò che lo governa.

Nelle stelle riscopro lo spirito; nella sua mistica percezione avverto l’anima pulsare come segno di riconoscimento; certa e sicura dell’appartenenza a quell’Uno Multiverso che ci accoglie, ci restituisce e nuovamente ci raccoglie in una sola goccia d’Acqua, in un unico guizzo di Luce, in una singolare e irripetibile eterna Fiamma. 

E fu così, che dall’unione di due se ne fece Uno e il cammino riprese il suo corso verso l’Infinito.
Antonio Masullo – ‘Codici universali’ – ExPartibus 

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".