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Fame emotiva ai tempi del Coronavirus: un aiuto dalla Minduful Eating

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Minduful eating


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Il periodo particolare che stiamo vivendo ha completamente stravolto la nostra routine, il nostro vivere quotidiano. La quarantena costringe a fare i conti con le varie difficoltà e le privazioni che influiscono negativamente sull’umore.

C’è la solitudine di chi vive da solo, chi ha dovuto rinunciare all’esercizio fisico, alle attività ludiche, chi deve gestire il tempo con i bambini, poi c’è la paura economica con l’incertezza del domani, e l’insicurezza fisica con la paura del contagio e, da non sottovalutare, il mancato contatto fisico, il non potersi più abbracciare.

Tutto questo porta a un risvolto disfunzionale sull’alimentazione: il cibo assume un ruolo di sfogo o di autoconsolazione; dà gratificazione, fa sentire appagati saziando la cosiddetta “fame emotiva”.

Esistono vari tipi di fame:
Biologica, quella del corpo che avverte che ha bisogno di nutrimento.
Emotiva, quella delle emozioni che vogliono essere mitigate con il cibo.
Sensoriale, quella dei sensi, vista, udito, olfatto, gusto, tatto.

Non si ha la consapevolezza di quello che si sta mangiando, perché siamo distratti, magari dal cellulare sul tavolo, dalla televisione, non abbiamo il tempo di mangiare per davvero, e ci facciamo guidare dalle emozioni negative verso il cosiddetto confort food.

Solitamente non siamo nel Qui ed Ora, ma ci proiettiamo verso il domani, o rimuginiamo sulle cose passate, oppure immaginiamo il futuro in maniera catastrofica, quindi con ansia anticipatoria, oppure commentiamo il presente con giudizi continui.

Quali sono gli ostacoli per un’alimentazione corretta?

1. Difficoltà nel comprendere il livello di fame e sazietà,
2. Mancato ascolto del proprio corpo.
3. Difficoltà a gestire tutte quelle emozioni, ansia, tristezza, rabbia, che portano ad utilizzare il cibo come consolazione.
4. Tempo e spazio dedicato ai pasti.
5. Pilota automatico.

Cosa è il Pilota automatico?

Il mangiare diventa un insieme di automatismi, inconsapevoli e veloci, che non fanno godere il sapore del cibo e non danno la percezione della quantità e qualità dello stesso.

Grazie invece alla Mindful eating si torna a vivere il cibo, a goderselo appieno sganciandolo dall’emotività negativa.
Insegna a mangiare con attenzione e intenzione consapevole e a relazionarsi in modo sano agli alimenti.

Le domande da porsi sono: perché sto mangiando? Sono guidato da qualche emozione in particolare? In che modo mi relaziono al cibo e al mio corpo? Ho davvero fame?

Si deve essere consapevoli del cibo, della sua consistenza, del suo odore, del suo colore, del suo sapore, ma anche consapevoli del proprio corpo, del sentire veramente la fame e la sazietà.

Nella Mindful eating ci sono due pratiche da seguire:

1. Strutturata: insegna a stare nelle emozioni negative senza reagire in automatico. Un esempio di pratica è la meditazione con training detto di risveglio, serve per stare fermi nelle proprie emozioni senza scattare o partire con il pilota automatico, facendo esercizi meditativi sul respiro.

2. Non strutturata: serve a decondizionare i comportamenti alimentari disfunzionali e a ricondizionare nuove modalità di interazione con quello di cui ci nutriamo. Un esercizio è l’esplorazione sensoriale del cibo, basandosi sulla realtà e astenendosi dal giudizio.
Come fare? Si deve provare a spiegare un alimento che si ha davanti come se non lo si conoscesse, quindi si inizia a descriverlo, poi si passa al tatto spiegandone la consistenza, poi si prova a sentire il suono che fa quando si schiaccia tra le mani, portare poi l’attenzione sull’aroma e successivamente si passa al gusto facendo con molta calma, assaporandolo prima senza masticare, per poi deglutire.

Quello che mangiamo in questo modo ha un sapore diverso, più intenso, perché permette di concentrarsi completamente sull’alimentazione.

Quali sono i benefici del Minduful eating?

1. Imparare a nutrirsi con attenzione e intenzione riconoscendo i segnali interni di fame e sazietà.
2. Individuare e modificare i comportamenti del pilota automatico.
3. Avere un rapporto sano con il cibo.
4. Gestire la fame emotiva.
5. Consapevolezza ed accettazione di sé.

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Autore Alessandra Cirillo

Biologa nutrizionista, libero professionista. Corso di perfezionamento in alimentazione e nutrizione umana. Esperta nella nutrizione in età pediatrica e della sfera femminile a 360°. Appassionata di tutto ciò che riguarda la nutrizione. Il mio motto è "aggiornarsi, sempre".