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IBS – Sindrome del colon irritabile: come curarla?

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IBS - Sindrome del colon irritabile


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L’IBS o sindrome del colon irritabile è un insieme di fastidi che variano da persona a persona, i principali sono: meteorismo, gonfiore, crampi addominali, flatulenza, diarrea o stipsi persistente. A questi sintomi caratteristici si associano vomito, nausea, alterazioni urinarie, dispepsia.

Tra le possibili cause troviamo un’alterata permeabilità intestinale, oppure può sopraggiungere come conseguenza di un’infezione gastrointestinale.

Alla base della sintomatologia della IBS vi sono le alterazioni della motilità intestinale, una iper-sensibilità al dolore intestinale e a quello viscerale, associati a disturbi psicologici quali depressione, stress, ansia e ad alterazioni del microbiota.

Cosa si può fare?

Il trattamento alimentare da seguire è sicuramente una dieta low-FODMAP.

Ma cosa vuol dire FODMAP?
F = Fermentable
O = Oligosaccaridi (galattani, fruttani)
D = Disaccaridi (lattosio)
M = Monosaccaridi (fruttosio)
A = And
P = Polioli

Sono forme di carboidrati che, in persone sensibili, creano problemi intestinali associati all’IBS.
I carboidrati incriminati sono lattosio, fruttosio, galattani, polialcoli e fruttani: a seconda del soggetto si può essere sensibili a uno o più in particolare o a tutti.

Una dieta a basso contenuto di FODMAP aiuta a diminuire la sintomatologia sia dolorosa che di gonfiore, già dopo 2 settimane si noterà come siano ridotti i centimetri a livello addominale ed i crampi saranno quasi del tutto spariti.

Quali sono gli alimenti da eliminare?

Fruttani: pasta, riso, carciofo, prodotti raffinati come farina bianca e derivati, cipolle, cicoria, sedano, cavolo cappuccio, nocciole, pistacchi, barbabietola.

Galattani: legumi, broccoli, mandorle, anacardi, caffè, semi di girasole.

Lattosio: latte, yogurt, formaggi freschi, alimenti additivi di lattosio come ad esempio prosciutto cotto

Fruttosio: succhi di frutta, frutta con il nocciolo, come pere, anguria, melone, miele, alimenti che contengono zucchero come biscotti, marmellate, dolci, merendine, bibite…

Polioli: additivi alimentari sostitutivi dello zucchero, presenti negli alimenti “senza zucchero”, ma si trovano anche naturalmente in funghi, ciliegie, avocado, mais, more, fichi secchi e freschi, datteri e cavolfiore.

La dieta si compone di 3 fasi.

Fase 1 – Si segue un’alimentazione ad eliminazione, dove tutti i cibi incriminati non devono essere mangiati per almeno 4 settimane.

Fase 2 – Gli alimenti che erano stati eliminati iniziano ad essere reintrodotti uno ad uno e a piccole quantità. Questa fase è molto importante e delicata, serve per valutare quali siano effettivamente gli alimenti che causano la problematica.

Fase 3 – Viene elaborata una dieta personalizzata seguendo i risultati avuti dalla fase 2. Facendo sempre molta attenzione ai cibi FODMAP che saranno presenti alcune volte a settimana e con grammature precise.

Il punto di forza della dieta FODMAP è l’eliminazione simultanea di tutti gli alimenti che possono causare la sintomatologia.
È importante capire che non è una questione di intolleranze alimentari ma di malassorbimento causato dagli alimenti che vanno ad alterare a vari livelli l’intestino causando, per esempio, fermentazione o alterazione della motilità intestinale.

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Autore Alessandra Cirillo

Biologa nutrizionista, libero professionista. Corso di perfezionamento in alimentazione e nutrizione umana. Esperta nella nutrizione in età pediatrica e della sfera femminile a 360°. Appassionata di tutto ciò che riguarda la nutrizione. Il mio motto è "aggiornarsi, sempre".