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Panis

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Alla sua nascita concorrono la terra, che genera il grano, l’acqua che impasta la farina, l’aria che favorisce la lievitazione, il fuoco che lo cuoce. Terra, Acqua, Aria, Fuoco: i quattro elementi primordiali si incontrano nel cibo primordiale della storia umana: il Pane. Un poema, possiamo dire, cui hanno messo mano cielo e terra.
Cesare Marchi

Spesso tra i fregi delle cattedrali si vede il mulino e l’uomo che raccoglie la farina. A prima vista sembra una scena comune, in realtà, tramanda una conoscenza alchemica e spirituale. In senso simbolico, il mulino mistico è lo strumento attraverso il quale una sapienza del passato diventa sapienza del presente.

L’alimento mistico che conduce alla trasmutazione dell’Essere è il “Pane”, cioè il “Pane di Vita”, simbolo della Nuova Coscienza di cui Gesù, nelle vesti di Grande Iniziato e non solo di figlio di Dio, è stato portatore per trasmetterla “a coloro che sapranno accoglierla, i cosiddetti Uomini di Buona Volontà”, capaci di sottomettere il loro Ego.

Il Pane porta con sé memorie, valori simbolici, tradizioni che vanno oltre al semplice sfamare il corpo; nutre anche lo spirito. È questa la sua peculiarità: essere al tempo stesso cibo e segno.

Nelle varie tipologie veicola messaggi e significati culturali attraverso le sue forme, che possono essere svariate: geometriche, vegetali, floreali, antropomorfiche, simbologie astrali, iconografie greche-romane e giudaiche-cristiane.

Nella storia delle culture e nelle religioni mediterranee allude ad un cibo privilegiato, ma anche al dono più frequente che l’uomo fa a Dio; sin dall’antichità rappresenta un alimento sacro introdotto in rituali e liturgie.

Dom Pernety scrive queste parole sulla fermentazione:

Il fermento sta nell’opera come il lievito sta nella panificazione. Non si può fare del Pane senza lievito, come non si può fare dell’oro senza oro. L’oro è dunque l’anima di ciò che determina la forma intrinseca della pietra.

Non temiamo di imparare di fare l’oro e l’argento, come il panettiere che fa il pane, il quale è solamente un insieme di acqua e di farina plasmata e fermentata e non differisce l’uno dall’altro che per la cottura.

Parimenti la medicina dorata è solamente una composizione di terra e di acqua, vale a dire, di zolfo e di mercurio fermentato con l’oro; ma con un oro rinnovato. Perché come non si può fare del lievito col Pane cotto, così non si può fare l’oro con l’oro volgare, finché rimane oro volgare.

Il mercurio, o acqua mercuriale è questa acqua, lo zolfo questa farina che si inacidisce con una lunga fermentazione diventando lievito, con il quale si fanno l’oro e l’argento. Così come il lievito si moltiplica eternamente e serve sempre come materia per fare del pane, anche la medicina Filosofica si moltiplica e serve eternamente da lievito per fare dell’oro.

Il suo valore sacro lo possiamo cogliere da una semplice osservazione: ovunque la sua produzione, la sua preparazione e il suo consumo sono accompagnati da gesti, preghiere, formule e riti di propiziazione e ringraziamento.

In Massoneria ha un ruolo fondamentale.

Il Neofita, nel Gabinetto di Riflessione, trova del pane ed una brocca d’acqua, che richiamano il concetto dell’Essenzialità, atta a soddisfare i bisogni della vita materiale. Infatti, il Saggio si accontenta sempre del necessario, non aspira mai al superfluo.

Il pane occupa un posto di primaria importanza nel bellissimo rito delle agapi, conservato fino a oggi dalla Tradizione Iniziatica, con valenze alchemiche, magiche, astrologiche, che gli iniziati ai misteri ermetici celebrano nei giorni solstiziali ed equinoziali, per affermare e consolidare il lavoro operativo interiore e benefico per la propria umanità cellulare e, di conseguenza, per tutta l’umanità in generale; si mangia in compagnia, “cum Panis”, per trasmutare il cibo materiale in energia spirituale. La Libera Muratoria conserva e tramanda questo sacro ufficio d’Amore eucaristico alle nuove generazioni di fratelli!

I diversi alimenti che si consumano come Pasto Sacro, in particolare il Pane e il Vino, hanno dei significati simbolici analogici con degli elementi veri e reali che s’incontrano nel corpo dell’uomo.

A conferma, citerò alcune frasi del Maestro dette durante l’Ultima Cena:

Io sono il Pane della vita, il vivo pane che è disceso dal cielo; se alcuno mangia di questo pane, vivrà in eterno. Ora il pane che io darò è la mia carne. Se voi non mangiate la carne del Figliol dell’uomo e non bevete il suo sangue, voi non avete vita in voi. Perocché la mia carne è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, dimora in me ed io in lui.
Giovanni, 48 e seg.

Prendete, mangiate: questo è il mio corpo …
Mattia 26,26

dove chiaramente l’invito era riferito al “suo proprio Pane”, quale principio creatore, di colore bianco, con l’aroma di quello fresco appena sfornato! Energia già trasmutata e sublimata.

Nel rito dell’Agape si usa quello cotto senza sale, come quello mangiato dagli ebrei in fuga dall’Egitto, insipido e non lievitato. Il pane azzimo è legato all’iniziazione solare e al suo mistero di morte e resurrezione.

Spezzarlo è uno dei gesti più significativi del partecipante al rito d’agape, perché, per analogia, rappresenta il farsi in due ed offrire una parte di sé al proprio fratello. Viene cosparso di sale, simbolo della Sapienza, e l’iniziato seduto alla destra farà altrettanto con il suo vicino e così via, fino a completare il giro.

La stessa cosa si fa in senso inverso con il vino, che viene versato nel bicchiere di chi siede a sinistra.

Con questo scambio energetico si dà inizio al rito, nel quale tutti i partecipanti sono “sacerdoti officianti”, esattamente come Gesù insegnò ai suoi discepoli; Egli, come il più umile dei Maestri, considerava tutti uguali, alla pari; poiché il rito dell’agape era corale, i componenti partecipavano allo stesso modo e in questa “comunione di anime” si palesava la più grande energia d’Amore, ossia l’Agape Bellezza – Spirito Santo!

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Autore Rosmunda Cristiano

Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.