Home Rubriche Lo sguardo altrove Palloni sgonfiati non identificati

Palloni sgonfiati non identificati

755
UFO


Download PDF

Esistono due possibilità: o siamo soli nell’universo o non lo siamo. Entrambe sono ugualmente terrificanti.
Arthur Charles Clarke

Realtà o immaginazione? Complotto o disinformazione?

Quando si parla di loro – è forse il caso di scrivere essi? – ognuno sgancia la sua teoria, tutti sono accurati studiosi, qualcuno ne ha visto almeno una volta nella sua vita uno di passaggio, pochi sono seri accumulatori seriali di notizie, storie e hanno una conoscenza che rasenta la filologia pura.

Poi, è anche vero, ci sono i detrattori, coloro che nemmeno per un attimo nella loro esistenza hanno creduto alla loro presenza, né si illudono se vedono sopra i loro occhi virtuosi una navicella o anche solo una scia, un fuocherello che possa indurli in tentazione.

Eppure, la quantità di fatti accertati e registrati fedelmente, gelosamente conservati in segreti archivi e solo recentemente aperti agli studiosi, dovrebbe se non lasciare per nulla lo spazio ai dubbi, quanto meno farci tentennare.

Avete, immaginato, ben compreso di cosa, chi stiamo parlando: i nostri amati UFO, i mai temuti veramente extraterrestri, i cugini d’oltre galassia.

Da millenni, presenze extraterrestri si rivelano sulla Terra e forse sono le promotrici di alcuni passaggi chiave della civilizzazione umana, secondo i ben pensanti studiosi del caso.

Se guardiamo alla storia dell’uomo, avvertiamo che le testimonianze di questi incontri più o meno ravvicinati sono sempre presenti. Ma, al di là delle leggende, dei miti e dei testi delle tradizioni religiose, è solo con la storia documentabile che il percorso diventa quanto mai attraente e pungente di interrogativi, dalle incomprensibili presenze censite nel Rinascimento ai dossier fascisti, dagli archivi segreti del KGB a quelli del Pentagono.

La domanda vera è: possiamo quindi parlare di visitatori alieni?

Soprattutto in questi giorni, sono tornati di moda grazie allo scambio di accuse tra Cina e USA che, a quanto pare, su chi sta abbattendo oggetti misteriosi e su chi, invece, sta distruggendo dei “semplici” palloni spia.

Del resto, lo sappiamo, gli Stati Uniti sono fortemente sensibili al tema “alieni”: ecco perché, nell’intenso mistero degli indecifrati oggetti volanti demoliti dai militari americani, prende sempre più vita l’ipotesi che possano essere anche degli UFO.

A sostenerlo è proprio la BBC, che, nella ricostruzione della vicenda, cita anche un responsabile militare statunitense che non ha escluso questa pista. Si afferma che l’amministrazione Biden costituirà una task force governativa per indagare su questi oggetti volanti abbattuti.

Ora, grazie a questi palloni spia si è rispolverato un mito mai scomparso, che vive nelle piaghe di una cultura che ha la sua vivace tenacia e anche bellezza laddove si smarriscono le certezze grigie quotidiane e dove la noia spaventa più dell’incognito.

Abbiamo tutti bisogno di qualcosa di straordinario per illuderci che la vita vale qualcosa di più rispetto a quel viso sconosciuto che intravvediamo la mattina nello specchio del nostro bagno. Gli extraterrestri sono il mito più decoroso e, forse, anche il più infangato che l’uomo abbia “costruito”.

Esso si perde nel tempo anche se sposa secoli non molto lontani dall’oggi, seppur scivolando a ritroso in un’analisi capillare di eventi e situazioni che hanno ospitato millenni orsono.

Il fenomeno UFO moderno prende origine tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, e non, come inesattamente oggi si colloca, nel 1947, quando il pilota di un aereo civile, Kenneth Arnold, volando su monte Rainier, vede, nomina e descrive per la prima volta i piatti volanti.

Il 19 aprile 1897, il giornale The Chicago Daily Tribune, parla di uno strano velivolo che viene visto volare sui cieli degli USA. In realtà, il 1947 segna un punto fondamentale della storia moderna degli extraterrestri solo perché l’attenzione pubblica viene impattata da questo problema o novità che fosse.

È intrigante notare come, anche negli anni precedenti, la notizia di strani velivoli venisse riportata e diffusa da diversi giornali: nondimeno, la reazione che tali eventi producono sull’opinione pubblica è allora completamente diversa da quella suscitata nel 1947.

Ma, come dicevamo, già alla fine dell’Ottocento si narra frequentemente di stravaganti oggetti volanti con persone a bordo e i giornali locali riportano tutti questi avvistamenti, fornendo molti particolari. Il boom UFO deve molto, se non tutto, dai progressi e dai riconoscimenti della scienza e ciò che è inspiegabile si prova a trovarne una ragione attraverso lo studio e le analisi degli scienziati.

Arriviamo al 1957, quando a Ubatuba, in Brasile, alcuni pescatori rastrellano dei residui di provenienza ufologica, che verranno poi analizzati dall’APRO. Si tratta della prima vera analisi chimica che sia stata effettuata e di cui si abbia notizia.

In Francia, successivamente, nei primi anni Settanta reperti analoghi da quelli brasiliani verranno studiati, dopo che i primi clamorosamente verranno dispersi: in essi si troveranno tracce di magnesio e di alluminio, la cui percentuale isotopica del Mg risulterà differenziata da quella terrestre.

Oggi si parla meno di Unidentified Flying Object, oggetti volanti non identificati, sempre più di Unidentified Aerial Phenomenon, fenomeni aerei non identificati.

La maggior parte degli avvistamenti vengano spesso risolti come privi di valore, trattandosi di volatili, droni o, addirittura, eventi atmosferici. La nuova qualificazione sposta, neanche di poco, quindi la caratteristica di questi eventi dal solo e classico stereotipo dell’oggetto volante, andando ad accomunare l’anomalia non identificata che trova riscontro anche nel nome dell’organo istituito dal Pentagono con il compito di monitorare tutti i fenomeni registrati anche nell’acqua e nello spazio, noto come All-domain Anomaly Resolution Office, AARO.

Gli avvistamenti, nel tempo, si sono intensificati: sono stati un continuo crescere, fino ad arrivare a 8.761 del 2014 come culmine assoluto, prima di tornare ai 3.362 del 2021, su numeri in linea con quelli di inizio millennio, anche se, nel 2020, si è registrato il quarto valore più alto con 7.299 episodi.

Ora il confine tra paranoia e verità, lo sanno bene gli scienziati e gli psichiatri, è molto labile. Certo che non tutto è spiegabile ed è questa la meravigliosa certezza. Va da sé che in passato tutte le identificazioni di UFO si sono rivelate messinscena o effetti ottici o fenomeni atmosferici oppure oggetti volanti prodotti dall’uomo e utilizzati in missioni segrete.

Altro punto: finora, i pianeti osservati sono giganti, di dimensioni paragonabili a Giove, sui quali forme di vita simili a quelle evolute sulla Terra sarebbero impossibili, come minimo per le condizioni di gravità imposte dall’enorme massa del pianeta stesso.

Per sperare di trovare la vita, occorre cercare pianeti simili alla Terra: sarà il compito delle missioni che si stanno progettando per i prossimi anni. Non ci resta che aspettare e, magari, sperare o pregare.

Sì, perché sta tutto in questa ultima mia frase una verità scomoda: quanto desideriamo avere un incontro ravvicinato come qualcosa/qualcuno che, fino ad oggi, abbiamo solo visto nei film, letto nei romanzi di fantascienza, affinché ci stravolga la vita o quanto ci terrorizza mettere in discussione tutto quello che abbiamo per fronteggiare una novità che sarebbe a dir poco assurda e incredibile?

La pandemia ci ha insegnato che nulla deve restare scontato, nulla può essere impossibile. Lo ha saputo raccontare molto bene Peter Kolosimo, fantarcheologo e ufologo, esploratore del meraviglioso e divulgatore scientifico che negli anni 60 e 70, con i suoi libri visionari, fece sognare moltitudini di persone.

‘Terra senza tempo’, ‘Non è terrestre’, ‘Astronavi sulla preistoria’, ‘Odissea stellare’, ‘Italia mistero cosmico’ sono titoli che non smettono ancora di accendere fantasie. In quei libri si mescolavano extraterrestri e civiltà scomparse, intessendo la ricerca sul pianeta Terra di tracce aliene con sogni di nuovi sbarchi.

Cosa ci resta da fare non saprei: è evidente che la nostra umanità è da sempre attraversata dalla fervida necessità di aggrapparsi all’ignoto per dare un senso a tutto ciò che viviamo. A costo di scivolare in un infinito lontano anni luce o di accorgersi che lassù, in quel cielo sovrastante, quello strano oggetto non è altro che un pallone sgonfiato.

La prova che nell’universo esistono altre forme di vita intelligente è che non ci hanno ancora contattato.
Bill Watterson 

Print Friendly, PDF & Email

Autore Massimo Frenda

Massimo Frenda, nato a Napoli il 2 settembre 1974. Giornalista pubblicista. Opera come manager in una azienda delle TLC da oltre vent'anni, ama scrivere e leggere. Sposato, ha due bambine.