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L’obesità è una malattia

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Obesità


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Si definisce obesa una persona con un BMI, indice di massa corporea, superiore a 30 così calcolato:

<16 grave sottopeso
16/18 sottopeso
18/25 normopeso
25/30 sovrappeso
30/35 obeso I grado
35/40 obeso II grado
<40 obeso III grado

Il calcolo del BMI da solo però non tiene conto della composizione corporea, ovvero due persone potrebbero avere entrambe un BMI di 30, ma in uno quel valore è dovuto da una massa muscolare importante e nell’altra invece da grasso in eccesso:

BMIIl calcolo del BMI da solo però non tiene conto della composizione corporea, ovvero due persone potrebbero avere entrambe un BMI di 30, ma in uno quel valore è dovuto da una massa muscolare importante e nell’altra, invece, da grasso in eccesso:

BMI Indice di massa corporeo

Quindi, il vero indicatore per determinare il peso forma è la percentuale di massa grassa; si può calcolare con varie metodiche come, per esempio, la plicometria.
Il grasso in eccesso non deve essere considerata soltanto una condizione non gradevole a livello estetico, ma di pericolo!

Ormai si legge ovunque che l’obesità è causata dall’eccessiva disponibilità di cibo, ma non è del tutto vero, perché altrimenti tutti dovremmo essere obesi; i fattori sono molteplici, e quelli psicologici giocano un ruolo davvero importante.

Molte volte si sentono giustificazioni come: metabolismo lento, problemi tiroidei, problematiche ormonali. Eppure un tale aumento di peso non è causato da un singolo fattore, ma da condizionamenti sociali, ambientali, abitudini di vita, qualità del sonno, assunzione di certi farmaci.

Certo, l’avere una sindrome metabolica, problemi ormonali o familiarità per il sovrappeso può aumentare le probabilità di avere problemi di peso, ma non dà una certezza assoluta.
Bisogna quindi essere in grado di individuare i vari fattori e agire in contemporanea su tutti.

Cosa succede al corpo di una persona obesa?

  • Alterazione degli ormoni che regolano la fame e la sazietà, le oressine. Più aumenta il peso più si ha una disregolazione. Forse starete pensando che più una persona mangia e più si sente sazia, ed effettivamente questo è il meccanismo iniziale; successivamente, nel soggetto obeso, si instaura questo languore costante che lo porta a mangiare di continuo. Gli ormoni succitati, vanno anche ad alterare i ritmi sonno – veglia: maggiore sonnolenza con sonno non ristoratore.
  • Disregolazione della leptina, altro ormone davvero importante, che regola l’assunzione di cibo e il dispendio energetico. La sua produzione è regolata dalla percentuale di grasso presente nel corpo: quando aumenta la massa grassa la leptina non viene prodotta e, di conseguenza, aumenta il dispendio energetico e diminuisce la fame. E allora perché si ingrassa? Perché in caso di sovrappeso questo ormone inizia ad assumere un comportamento patologico, facendo immagazzinare sempre più calorie e grassi mano a mano che il peso aumenta.
  • Attivazione delle aree cerebrali relative alla gratificazione legate all’assunzione di cibo. Si sa che il cibo dà una sensazione di appagamento e di benessere. Nei soggetti che però non hanno altre gratificazioni oltre agli alimenti si instaura una vera e propria dipendenza. Il cibo diventa l’unica valvola di sfogo e di consolazione e l’obesità determina via via sempre una maggiore dipendenza.
  • Rallentamento metabolico. È come se il corpo andasse sempre più lento, le funzioni biologiche si attuano con il minor dispendio energetico possibile che si traduce in un metabolismo basale che rallenta.
  • Queste sono solo alcune delle complicanze e alterazioni che si attuano in un corpo in condizione di obesità che rendono difficili la perdita di peso; potremmo aggiungerne poi altre che non sono legate al peso in sé ma che sono allo stesso modo serie e complesse: rallentamento della motilità intestinale, apnee notturne, diminuita fertilità…

Nel prossimo articolo parlerò delle metodiche che utilizzate in sinergia rendono possibile il dimagrimento nel soggetto obeso, da mantenere nel lungo periodo per evitare il famoso effetto Rebound, ovvero la riacquisizione di tutto il peso perso immediatamente dopo la fine della dietoterapia. Perché nel breve periodo si possono perdere anche tanti kg con i vari approcci disponibili, ma la vera sfida è quello di mantenere il peso raggiunto nel tempo.

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Autore Alessandra Cirillo

Biologa nutrizionista, libero professionista. Corso di perfezionamento in alimentazione e nutrizione umana. Esperta nella nutrizione in età pediatrica e della sfera femminile a 360°. Appassionata di tutto ciò che riguarda la nutrizione. Il mio motto è "aggiornarsi, sempre".