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Vita

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Destino


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Dirompe come un fiume in piena; nel silenzio dell’oscurità, mentre il resto del mondo ne è ignaro e si distrae fra luci e colori.
Si parla tanto di casualità, del “potere” del caso, ma non è così, non per me. Esiste un destino, forte e possente come una diga impenetrabile che separa il conosciuto dal conoscibile; un valico che divide ingannevolmente le dimensioni, le tante e varie dimensioni a cui l’Uomo appartiene consapevolmente e non. Stranamente l’Uomo riesce a percepire qualcosa di più di sé e di ciò che spiritualmente è chiamato a ottemperare, soltanto nel momento in cui resta da solo, permeato da una solitudine che non è matrigna, bensì madre giusta e savia, che non amorevolmente lo conduce al centro di se stesso.

I pensieri umani girovagano nella mente dell’Uomo, alcuni si perdono; altri si smarriscono; altri ancora si alimentano e prendono forma e sostanza al di fuori dell’Essere che li ha originati.

Non è la materia che genera il pensiero, ma è il pensiero che genera la materia.
Giordano Bruno

Al bivio l’Uomo si tormenta, si distrugge per sua stessa mano, devastandosi l’anima e risucchiando il suo respiro e, tutto questo per cosa o per chi?
Per aver detto sì all’Universo, quando tutto sembrava più semplice, lineare, ingannevolmente facile; ma non è mai così, non è mai facile, mai…

La Vita, questo imprevedibile “tempo fisico” strappato all’Eternità spirituale per mezzo della materia, ti innalza un momento prima come un Re su di un trono di gloria e, un attimo dopo, ti lascia sprofondare nelle tenebre oscure di strappi e ferite che ti porti dentro da sempre e che, forse, non hai mai realmente sanato e da cui non sei mai guarito.

L’illusione è l’arma diabolica della mente che si ostina a portarti oltre te stesso, oltre quella siepe in cui credi ci sia l’Infinito, ma che magari cela soltanto un burrone dove cadere e perderti per sempre.

E così ascolti il tuo cuore stordito e drogato da immagini vuote di senso e di sostanza; poi ti appelli all’intelletto, e ritorna il freddo della razionalità e della logica che ti svuota del rischio, della paura d’amare, dell’umanità che ti distingue da tutto il resto del Creato.

E allora: a chi credere? A chi appellarsi? A quale Dio supplicare la libertà spirituale che hai interrotto con le tue scelte di ricerca e di tanto altro?

Partire per non ritornare? Scappare dal vecchio te che ha dato il testimone all’Essere in cui ti sei mutato ora, lasciando fare alle forze della natura che governano il mondo?

E a cosa servirebbe; quale ne sarebbe il reale e spirituale beneficio?

Nessuno, assolutamente nessuno. Sei chiamato a guardarti dentro ancora una volta, e tutte le volte in cui dovrai parlare al tuo Spirito senza se e senza ma, senza condizioni e, soprattutto, senza mentire!

Il dolore lo devi necessariamente accettare; se rifiuti la sofferenza che ti impone la materia ti sarà preclusa la porta successiva, e il gioco finisce lì, monco e interrotto come i pensieri inutili che pervadono momentaneamente la tua mente avvilita, solo ed esclusivamente da te stesso.

E così ritorni a te stesso; ti restituisci alla prima verità, a quando l’amore lo riconoscevi da subito, senza aver bisogno di immagini e suoni edulcorati dalla ragione; quando ti bastava chiudere gli occhi e non vedevi i mostri che ti inseguono adesso, ma odoravi il profumo delle magnolie che sbocciavano nella primavera dei tuoi anni.

Vita, benedetta Vita; respiro divino, vagito d’infante, cuore nel cuore della natura, riverbero dell’Infinito, goccia infinitesimale di Eternità, senso di ogni esistenza; Vita, straordinaria e peccaminosa Vita; forgiata nel fuoco e bagnata di acqua di sorgente; occasione di riscoperta di anime karmiche che spingi a ritrovarsi.

Se solo, se soltanto ci fosse quel coraggio di rispecchiarsi negli occhi di chi si è riconosciuto e si dicesse la verità dello Spirito allora sì, allora il disegno sarebbe completo.

La Vita non è mai rinuncia, ma è un continuo proseguire, al di là del misero e umano senso che dai a te stesso!

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".