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Nosce te Ipsum

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Nosce te Ipsum


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Il Tempio massonico appartiene al macrocosmo e non è altro che una riproduzione del nostro tempio interiore sul piano materiale.

Sulle sue porte appare in evidenza una scritta che rappresenta insieme l’inizio e il fine della grande opera: Nosce te Ipsum.

Il conoscere se stessi è il principio attraverso il quale l’uomo ritrova la propria natura divina e coglie la dimensione illusoria in cui si muove nel proprio vivere quotidiano.

La scoperta della propria “natura essenziale” è riconoscere il limite del vivere in una dimensione puramente materiale, è ammettere che tutta la manifestazione naturale pone le proprie radici in una sfera spirituale.

Sulla via iniziatica appare chiaro all’adepto che la vera illusione è il mondo “reale”, in cui la morte rende vana e temporanea qualsiasi realizzazione personale.

L’iniziato prende coscienza della vera preziosità delle cose, del profondo valore della propria realizzazione interiore, non limitata, nel mondo dello spirito, da barriere temporali o spaziali.

L’effetto sul piano della coscienza individuale è il graduale modificarsi della percezione della consistenza della realtà materiale, è la grande libertà dataci dalla nascente capacità di modificare la natura della nostra porta percettivo-sensoriale, è la scoperta di rinascere in un mondo in cui siamo sempre considerati figliastri e nel quale, finalmente, ci scopriamo figli, dotati di tutti i privilegi di una stirpe regale, ultimo anello di una catena in cui l’uomo non è altro che espressione del divino sul piano materiale.

Altra espressione del conosci te stesso è la frase “V.I.T.R.I.O.L.”: “Visita Interiora Terrae, Rectificandoque, Invenies Occultum Lapidem”.

In alcuni testi ermetici appare affiancata a V.I.T.R.I.O.L., la dicitura “Veram Medicinam”, la vera medicina; la soluzione concreta a tutti gli affanni del vivere profano è nella riscoperta dei propri spazi interiori.

Analizziamo meglio la frase; senza dubbio Visita Interiora Terrae, corrisponde a Nosce te Ipsum, ma c’è di più: rettificando. Qui c’è un cambiamento, si passa dal guardare senza toccare, ad un intervento attivo sul proprio sé profondo. Il lavoro massonico è qui al suo culmine, l’Officina lavora affiatata per rettificare, creare i cambiamenti necessari a scoprire quella “Occultum Lapidem”, quella pietra nascosta che non è altro che la pietra filosofale degli alchimisti occidentali.

Il Nosce te Ipsum riproduce il Solve alchemico, il Rectificando, raffigura il Coagula, mentre l’Occultum Lapidem, indica la realizzazione della grande Opera.

Porre al centro della nostra esistenza la vita interiore esprime il punto di partenza, la base su cui si fonderà ogni futura realizzazione.

“Ricordare se stessi”, significa rammentare la differenza tra il vivere iniziatico ed il lasciarsi vivere profano, tra la dimensione solare dell’esistenza, in cui il centro è fissato in relazione all’esterno, e quella lunare, in cui il flusso degli eventi trascina e modifica continuamente il fulcro, che diventa vittima della forza delle correnti lunari recettive.

È interessante notare come la creazione del centro interiore sia trattata in diverse culture esoteriche; come natura essenziale, o consapevolezza, o anima, in realtà non esiste nell’uomo comune, o meglio, esiste solo potenzialmente.

In questo tipo di visione della realtà spirituale, è compito dell’adepto creare il proprio centro, o scoprire la propria natura, o sviluppare la propria consapevolezza, o accedere alle dimensioni della propria anima.

Ciò esprime l’anima immortale, il coagulo adamantino destinato a superare integro la difficile crisi della morte fisica e dello sgretolarsi della dimensione materiale cui tutti noi siamo destinati.

In questa prospettiva possiamo riconsiderare totalmente il senso di ciò che comunemente è considerato reale; diventa tale solo ciò che ci permette di sopravvivere a noi stessi, evolvere al di là del tempo, dello spazio e delle illusioni dateci dalla nostra incarnazione terrena, rimane solo la nostra aspirazione ad essere liberi dalla ruota inarrestabile dei desideri illusori, che ci allontana metodicamente dalla realizzazione della nostra vera volontà spirituale.

Volontà di partorire in noi stessi un nucleo che, per quanto piccolo e scarno, abbia i presupposti, di impassibilità, inalterabilità, autoconsapevolezza e discernimento, per superare, in un sol balzo, il grande baratro, l’abisso che ci separa dalla dimensione del divino.

In realtà il “Conoscere se Stessi” è il primo passo, l’inizio della raccolta del materiale, che ci permetterà di avviare la scoperta e la costruzione del nostro Tempio interiore, del centro spirituale immortale della nostra anima.

Dice Pico della Mirandola nel suo ‘Oratio de Hominis Dignitate’:

Non ti ho fatto né celeste, né terrestre, né mortale, né immortale, affinché da te stesso in guisa di buon pittore o provetto scultore, tu plasmi la tua immagine.

Questa è una delle grandi verità iniziatiche; l’uomo può essere nulla o può essere tutto, è il suo proprio arbitrio che lo porta al bene o al male, al divino o al bestiale, all’evoluzione o all’involuzione.

La scritta che troviamo davanti alle porte del Tempio ci sprona a conoscere Noi stessi, a sondare le tenebre dell’inconscio, a trovare le radici del bene o del male nelle nostre azioni, nei nostri pensieri, nei nostri momenti di assenza.

Ci insegna a riconoscere che il Bene ed il Male sono sempre presenti e che il nostro libero arbitrio, attraverso un vivere consapevole, ci pone sempre nella condizione di scegliere quella strada che l’Eremita dei Tarocchi cerca, nella sua solitudine, e ci indica, con la sua lampada.

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Autore Rosmunda Cristiano

Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.