Home Rubriche Pensieri di un massone qualsiasi Massoneria: fragmenta dopo la caduta del Tempio

Massoneria: fragmenta dopo la caduta del Tempio

1971
Casa Massonica Napoletana


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Ha le radici in alto e i rami in basso questo perenne Asvattha: quello è il Sole Luminoso, quello è Brahman, quello invero è chiamato l’Immortale. Su di esso si fondano tutti i mondi e nessuno può andare al di là. In verità esso è Quello.
Katha Upanisad, 6: 1

Prendere coscienza significa aver compreso che questo è un mondo alla rovescia.
Coomaraswamy – Il grande brivido

Difendimi dalle forze contrarie, la notte, nel sonno, quando non sono cosciente, quando il mio percorso, si fa incerto. E non abbandonarmi mai. Non mi abbandonare mai! Riportami nelle zone più alte, in uno dei tuoi regni di quiete.
Franco Battiato – L’ombra della luce

Maschera

Oggi la Massoneria è un simulacro, l’ombra di sé stessa. Un ologramma.

Profanazione

C’è un buio necessario quanto la luce. E una luce che è solo l’ombra della luce. I riti in Massoneria sono come alberi sferzati dal vento in tempesta. Aghi di pino che si disperderanno nella valle, senza un giardino e un giardiniere che li possa proteggere. Frammenti di sempreverde.

Nessun ragioniere del catasto, nessun piccolo-ricco-borghese con le pantofole in mano e un profilattico in tasca entra in Massoneria per soffrire. E nessuna piccola-donna piena di botulino e vanità fa altrettanto.

Caduta

La Massoneria ha seppellito la sua immane e sconvolgente saggezza sotto cumuli di neve fossile. Oltre il 3°, i gradi servono. E come. Passi incerti in un buio sempre più nero.

Dopo le promesse di luce, dopo le parole edificanti, dopo l’accensione dell’ordine cosmico: Forza, Bellezza, Sapienza, un avvenire torbido e cruento. Delitti. Morte del Maestro. Tradimenti. Drappi di lacrime. Vendette, odio, pulsioni, autodistruzione. Silenzio, smarrimento, vuoto di senso.

Verticalità

Due cani randagi si aggirano tra colonne e pietre diroccate. Sussurri di tenebre. Spine senza rosa che scrutano te stesso con l’occhio di Horus. Enigmi sottili e veloci come l’avvistamento di una lince. Sciarade paradisiache e gigantesche frane che preludono alla liberazione per via verticale. Parole perdute. Forse per sempre.

L’Albero

La conquista della posizione eretta. Non solo vertebrale. Una scimmia si agita frenetica sulle palme che coprono l’ingresso sepolto. Forze incommensurabili ed energie inconcepibili. Porte che devono restare chiuse per sempre.

Dieci porte. Dieci domande. Dieci stazioni. Non se ne può mancare una. Se non vuoi essere divorato, annullato, polverizzato. Bisogna prepararsi con cura all’incontro con la Sfinge.

La torre dell’ego

La Torre precipita. È un bene. Ma crollano anche le speranze. Cade a pezzi la maschera e l’illusione. In città, nel pomeriggio, precipitano yacht ed automobili dal tetto di un quartiere di collina. La casa dell’ego.

Si schiantano al suolo tra immensi boati. Fuori, vigili e pompieri sgomenti. Solo fumo e rovine. Anime che precipitano come torri gemelle. Ma dentro noi stessi. Il sosia, lo straniero, il nostro doppelgänger.

Deserto

La ricerca dell’infinito è infinita. Oltre, c’è solo liberazione. Non c’è un quando, non c’è un come. Non è dovere, non è morale, non è etica, non è volontà. E semplicemente il nostro dharma. Da vivere senza intenzione e senza aspettative. Ma con il fuoco dell’amore che piange la Tua assenza.

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Autore Hermes

Sono un iniziato qualsiasi. Orgogliosamente collocato alla base della Piramide. Ogni tanto mi alzo verso il vertice per sgranchirmi le gambe. E mi vengono in mente delle riflessioni, delle meditazioni, dei pensieri che poi fermo sul foglio.