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L’ateo dogmatico e la corruzione

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L'Ateo Dogmatico e la Corruzione


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Un paradosso al giorno toglie la logica di torno!

L’ateo dogmatico è colui che pensa che non credere in alcun Dio equivalga a credere che non esista un Dio e che ciò sia verità assoluta.

Non ci sono prove che dimostrino la non esistenza delle divinità, a meno che non si sia in grado di fare verifiche approfondite in tutte le dimensioni del tempo e dello spazio e in tutti gli universi esistenti. Non ci è dato sapere se un certo Zeus esista per davvero; l’ateo non dogmatico, perciò, affermerà semplicemente che non esistono prove a sostegno di questa tesi.

Il dogmatismo religioso è comunque di gran lunga peggiore poiché la maggior parte degli adepti afferma che le altri religioni non hanno valore e che i testi sacri altrui sono pieni di incongruenze illogiche. A dire il vero credo che abbiano una gran ragione, solo che gli atei lo dicono di tutte le religioni, mentre i religiosi lo dicono di tutte le religioni tranne che della propria. È imbarazzante osservare come un religioso si dia un gran da fare per smontare le teorie altrui senza poi applicare la stessa logica a ciò in cui crede e aderisce.

In parole povere, secondo i religiosi dogmatici e fanatici tutti credono nel Dio sbagliato perché quello giusto è solo il proprio e, siccome lo pensano tutti di tutti gli altri, sicuramente gli inferi sono popolatissimi di infedeli anche se, a loro dire, sarebbero fedelissimi. Logico no? Ma per carità, la mente è ingannevole; mente! Quella degli altri, naturalmente!

E, sempre per restare in tema di paradossi e contraddizioni, ho voluto creare un aneddoto – un nanetto direbbe Frassica – su ciò che accade quasi quotidianamente in Facebook:

Papà, i miei amici Facebook si lamentano perché in Italia c’è tanta gente che si fa corrompere, soprattutto i politici!

Lo trovo giusto figliolo, come mai questa osservazione?

Allora perché poi mi scrivono chiedendomi di votare le loro foto nei concorsi a premi?

Beh, ehmmm, perché sei loro amico Facebook e cercano di accalappiare voti confidando sulla tua amicizia figliolo.

E questa non è meritocrazia, giusto papà?

Direi di no figliolo, si chiama favoritismo.

Oh santo cielo papà, se uno corrompe nel piccolo chissà se avesse la possibilità di farlo in grande cosa farebbe!

Ti serva da lezione figliolo, nessuno pensi di essere il migliore prima di venir messo alla prova dalla tentazione. C’è chi cerca giustizia e chi, invece, più probabilmente, invidia il potere degli altri, ma abbellisce quell’invidia dandogli il nome di un’ideologia.

Per concludere oserei dire che se tutti questi signori avessero un po’ meno stima di se stessi, e avessero l’ardire di sottovalutarsi almeno un po’, forse, e dico forse, vivremmo in un mondo migliore.

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.