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IMU a Frosinone. Tarquini, UIL: quasi 900 euro spesa media per II casa

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Anita Tarquini


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La Segretaria della UIL di Frosinone commenta esito studio ‘Rapporto IMU 2021’

Riceviamo e pubblichiamo.

È di 443 euro il costo medio che i cittadini e le cittadine di Frosinone pagheranno per la seconda rata dell’IMU.

Una cifra che – sommata all’acconto già versato prima dell’estate – porta il gettito medio annuale nel capoluogo ciociaro a 886 euro.

È quanto emerge dallo studio ‘Rapporto IMU 2021’ elaborato dal Servizio UIL Lavoro, Coesione e Territorio.

Precisa Anita Tarquini, Segretaria della UIL di Frosinone:

Lo studio ha analizzato quanto uscirà dalle tasche dei cittadini italiani per il pagamento di questa imposta.

I risultati dicono che, da nord a sud del Paese, un esercito di 25 milioni di persone, tra acconto e saldo, verserà nelle casse dei Comuni 19,5 miliardi di euro.

E nel 41 per cento dei casi i possessori di un immobile diverso dall’abitazione principale sono o lavoratori dipendenti o pensionati.

Tornando nei confini regionali, il capoluogo ciociaro si piazza al terzo posto per spesa media annuale.

A Roma una seconda casa costa infatti oltre duemila euro l’anno, a Rieti poco più di mille, a Viterbo 927 euro mentre a Latina 827 euro.

Considerando, invece, le prime case di lusso come ville, castelli o palazzi eminenti, che non sono esentati dal pagamento dell’IMU, Frosinone scala un posto in classifica, diventando seconda dopo Roma.

Nella Capitale un immobile di lusso costa annualmente 6.419 euro, nella nostra città 2.411, a Rieti 2.250, a Viterbo 1.918 mentre a Latina 1.784.

Conclude Tarquini:

Il tema della riforma del catasto è al centro del dibattito politico e per la UIL è una priorità.

Come più volte sottolineato dalla nostra Segretaria confederale Ivana Veronese, oggi ci sono molti paradossi per cui case di pregio nei centri storici hanno rendite catastali basse, mentre immobili situati in periferia e costruiti più recentemente hanno rendite più elevate.

La riforma è necessaria ma questo cambiamento non dovrà significare maggiori prelievi, ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo fiscale sugli immobili.

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