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Il Monastero di Santa Chiara: una regina e il suo chiostro

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Santa Chiara - ph Rosy Guastafierro
Santa Chiara - ph Rosy Guastafierro


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Sabato pomeriggio mi sono ritrovata nella Basilica di Santa Chiara, a Napoli, luogo di profonda suggestione, dove le dimensioni del tempo e dell’anima sembrano intrecciarsi per disegnare un intricato labirinto di segreti e misteri.

È qui che saggezza millenaria e memorie ancestrali si fondono, creando una sinfonia di conoscenza esoterica che risveglia rimembranze celate dal corso implacabile degli anni.

Rivedo i giorni della mia fanciullezza e le passeggiate con la mia amata nonna, una donna semplice, ma con la capacità di trasportare, con la parola, in ataviche profondità.

Con gesti eloquenti e sguardi penetranti, conduce noi bimbi in viaggi attraverso il tempo, partendo da ciò che incontriamo nel nostro girovagare: un palazzo, una fontana o una chiesa.

Le sue narrazioni sono veri e propri rituali di connessione con anime da curare, lezioni di storia vissuta, quasi come se quelle pietre avessero una voce che sussurra il proprio passato.

Testimone della guerra, ci racconta le ferite inflitte a questo luogo sacro quando, nel 1943, i bombardamenti inglesi riducono in cenere opere d’arte millenarie. I capolavori di Giotto, Tino da Camaino, Celano, Summonte ed, altri ancora, persi per sempre.

Tuttavia, il sepolcro monumentale di Roberto d’Angiò, unico superstite, si erge come una testimonianza di un passato glorioso, di un’antica sapienza e di una capacità di resilienza.

Santa Chiara - ph Rosy Guastafierro
Santa Chiara – ph Rosy Guastafierro

Questo complesso enorme, che svetta al centro della città, sorge sulle rovine di una villa romana con annessi misteri nascosti, voluto dal re saggio per accogliere i resti dei reali angioini, affinché non fossero più stranieri in questa terra.

Il suo aspetto gotico provenzale è una chiara manifestazione di connessione tra cielo e terra. La facciata, adornata da un rosone traforato, rivela la porta segreta verso l’infinito.

All’interno, una sola navata intervallata da dieci cappelle laterali, ciascuna contenente una storia particolare. Questa roccaforte francescana, inizialmente, comprende due conventi distinti, ma connessi al tempo stesso. Uno è destinato alle clarisse, l’altro ai frati minori francescani, ciascuno immerso nell’attuazione della propria dimensione spirituale.

Oltre la chiesa, troviamo un monastero con quattro chiostri monumentali, un refettorio, una sala capitolare, le cucine che raccontano storie di sacrificio e devozione, la stanza del camino, con il soffitto ancora annerito, regno degli amanuensi a cui non è permesso il cattivo uso delle dita. È possibile arrivare fino all’attuale cappella delle Clarisse, che si affaccia su piazza del Gesù Nuovo, un luogo in cui il tempo sembra sospeso.

Santa Chiara - ph Rosy Guastafierro
Santa Chiara – ph Rosy Guastafierro

Il grande portico, modellato dagli artigiani del passato, modificato dal Vaccaro, ci guida attraverso due viali che si incrociano, creando quattro aree, due dedicate all’orto delle erbe officinali e due a giardini di bellezza incommensurabile.

Un pergolato affascinante, con pilastri ottagonali, uniti fra loro da lunghe panchine ugualmente decorate con maioliche create dai maestri Donato e Giuseppe Massa con la prevalenza del verde, blu e giallo, pura rappresentazione di armonia di colori che rinfranca l’anima.

La Regina Sancha di Maiorca, alla morte del suo sposo, avvenuta il 20 gennaio 1343, si ritira a vita monastica, non prima di aver fondato, nella Real Santa Casa dell’Annunziata, il primo orfanotrofio europeo, su cui ci siamo soffermati in un precedente articolo, passando a miglior vita il 28 luglio del 1345.

Sepolta inizialmente nel monastero di Santa Maria della Croce, la salma viene successivamente traslata in Santa Chiara, senza alcun segno distintivo.

Le anime, si sa, hanno bisogno di un posto dove riposare, diversamente vagano insicure nei luoghi a loro noti. La nostra benefattrice ancora oggi sembra aggirarsi senza meta tra queste mura, con passo lento, mani giunte e capo chino, singhiozzando. Una leggenda riporta che chiunque abbia tentato di incrociare il suo sguardo atterrito venga folgorato.

Ma queste pietre antiche e le storie incise vanno oltre la loro apparente fisicità. Per preservare l’identità di un territorio, di un popolo, di una cultura è essenziale tutelare la connessione con il passato, assicurando la continuità generazionale attraverso la guida dei più esperti che, con la loro accorta saggezza, forniscono stabilità. Un vero e proprio collegamento con il passato e un faro per il futuro.

Santa Chiara - ph Rosy Guastafierro
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Autore Rosy Guastafierro

Rosy Guastafierro, giornalista pubblicista, esperta di economia e comunicazione, imprenditrice nel campo discografico e immobiliare, entra giovanissima nell'Ordine della Stella d'Oriente, nel Capitolo Mediterranean One di Napoli. Ha ricoperto le massime cariche a livello nazionale, compreso quello di Worthy Grand Matron del Gran Capitolo Italiano.