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Un castello e il suo mistero: Napoli e il Libro di Luce

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Castel Nuovo a Napoli - ph Rosy Guastafierro
Castel Nuovo a Napoli - ph Rosy Guastafierro


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Napoli, città intrisa di storia e mistero, è il palcoscenico di innumerevoli leggende e racconti di avvenimenti che sembrano trascendere la dimensione razionale.

Uno degli episodi più enigmatici è la comparsa del misterioso “Libro di Luce” al Maschio Angioino nel giorno del solstizio d’estate.

Questo antico manoscritto, interpretato come dono del mondo dello Spirito, ha catturato l’immaginazione di molti, dando vita ad una vasta gamma di speculazioni esoteriche.

Secondo la leggenda, nel cuore della notte tra il 23 e il 24 giugno, di un anno non ben specificato, mentre la luna illuminava il mare del golfo con i suoi raggi argentei e il cielo si tingeva di colori sfumati, il vecchio maniero medioevale fu avvolto da una luce radiosa e divina.

Nelle mani del sovrano, con grande probabilità Alfonso V d’Aragona, appassionato cultore del ciclo arturiano, apparve un tomo, inciso con simboli enigmatici e scritto in una lingua sconosciuta, con copertine ornate e pagine ricoperte di segni impenetrabili.

Il monarca, uomo raffinato e di grande cultura, figlio di Ferdinando il Giusto, era attratto dai poemi cavallereschi ed in particolare dalla famosa leggenda del Graal e dalla figura di Galahad, figlio di Lancillotto, dall’animo talmente puro da riuscire a detenere il cosiddetto “Seggio periglioso” senza correre pericolo.

Calatosi totalmente nel personaggio, ricreò nella fortezza e sui suoi emblemi, elementi ed immagini della magica epopea, compresa la sacra coppa.

In tale clima culturale la comparsa di questo imperscrutabile testo venne considerata un dono divino, un segno di una connessione speciale tra il regnante e il mondo spirituale.

Ad esso venne attribuita una saggezza antica, una conoscenza profonda capace di creare un ponte tra gli aspetti terreni e celesti dell’esistenza umana, tanto da avvalorare la tesi che fosse stato redatto da entità superiori o da antichi maestri spirituali con il preciso scopo di lasciare un messaggio all’umanità.

Gli scritti criptici, i simboli presenti, i segreti ancestrali sottesi, misti ad antiche formule ed incantesimi, vennero interpretati come chiavi per comprendere i misteri dell’esistenza e raggiungere una consapevolezza superiore; il testo come una guida per raggiungere l’illuminazione spirituale, un archivio di saggezza universale, che rivelava le verità nascoste dell’universo e l’essenza stessa della vita.

Chi fosse riuscito a decifrare i suoi simboli e a comprendere i suoi insegnamenti avrebbe avuto accesso ad una conoscenza profonda e trasformativa. Una sorta di codice che nasconde formule alchemiche o processi di trasmutazione spirituale e che appare solo a coloro che sono pronti ad accoglierlo.

Di questo volume si sono perse le tracce in maniera davvero misteriosa. Si narra che, alla morte del re, avvenuta proprio nei giorni in cui il sole si trova allo Zenith del Tropico del Cancro, esso fu deposto nel mausoleo a lui dedicato nella chiesa di San Domenico Maggiore, ma due secoli dopo, quando la salma fu traslata al monastero di Santa Maria di Poblet in Catalogna, non fu ritrovato.

Dall’anno successivo, nel mentre si spalanca la porta degli uomini, i raggi del sole, entrando dal lato ovest, si insinuano nel finestrone grande della sala dei Baroni, illuminando la parete opposta. Al calar del giorno si crea un gioco di luce tanto particolare da delineare esattamente la sagoma di un libro aperto.

Evento evocativo, che condensa, in quest’unica immagine, tutto ciò che è sinonimo di conoscenza elettiva, studio speculativo, invito ad indagare nell’ignoto, ricerca di risposte profonde che ci consentono di penetrare le dimensioni nascoste del nostro essere.

Autore Rosy Guastafierro

Rosy Guastafierro, giornalista pubblicista, esperta di economia e comunicazione, imprenditrice nel campo discografico e immobiliare, entra giovanissima nell'Ordine della Stella d'Oriente, nel Capitolo Mediterranean One di Napoli. Ha ricoperto le massime cariche a livello nazionale, compreso quello di Worthy Grand Matron del Gran Capitolo Italiano.