L’equinozio d’autunno è il momento in cui il sole attraversa l’equatore celeste da nord a sud, segnando il passaggio dalla stagione estiva a quella autunnale.
In questa giornata, la durata del giorno e della notte è uguale in tutto il mondo, simboleggiando l’equilibrio tra la luce e l’oscurità, tra il cielo e la terra, tra lo spirito e la materia.
Questo equilibrio, però, è solo apparente e transitorio, poiché da questo momento in poi le ore di buio prenderanno il sopravvento su quelle di luce nell’emisfero boreale, mentre avverrà il contrario nell’emisfero australe.
L’equinozio d’autunno da poco trascorso, che quest’anno è caduto il 23 settembre alle 8:50, ci invita a riflettere sul significato del cambiamento, della trasformazione e della nuova fase, intesi non come fenomeni negativi o temibili, ma come passaggi necessari e inevitabili del ciclo della vita.
La natura stessa ci offre una testimonianza eloquente di questo processo: le foglie degli alberi cambiano colore e cadono, lasciando i rami spogli e nudi.
Ciò non significa che gli alberi siano morti o malati, ma che si stanno preparando al riposo invernale, conservando le loro energie vitali nelle radici.
Le foglie cadute non sono rifiuti inutili, ma diventano humus, fertilizzante naturale che nutre il terreno e favorisce la crescita di nuove piante.
Analogamente, ogni individuo deve saper riconoscere e lasciar cadere le sue parti obsolete, superflue o dannose, che ostacolano il suo cammino verso la realizzazione.
Queste parti possono essere i suoi difetti, i suoi vizi, i suoi automatismi meccanici, i suoi attaccamenti, i suoi pregiudizi, le sue paure, le sue illusioni.
Ognuno deve spogliarsi di tutto ciò che lo appesantisce e lo rende schiavo delle circostanze, per ritrovare la sua essenza e la sua libertà interiore.
Tale processo di spoliazione, che dovrà essere compiuto più volte nel corso della vita, emerge per la prima volta nei momenti di crescita personale, quando si abbandonano vecchie abitudini o credenze limitanti. La spoliazione non significa però un rifiuto della propria storia o esperienza, bensì una purificazione e trasformazione interiore.
L’essere umano deve intraprendere un percorso di evoluzione interiore per diventare uno strumento utile e prezioso per sé stesso e per gli altri. Pertanto, ognuno deve impegnarsi in un percorso di auto-miglioramento, al fine di trasformare le proprie potenzialità latenti in capacità effettive.
L’equinozio d’autunno ci ricorda che la vita è un continuo divenire, che richiede adattamento, rinnovamento e crescita. Ma ci ricorda anche che il transito da una fase all’altra non è una fine definitiva, ma una trasformazione che apre a nuove possibilità di crescita e rinascita.
Questo passaggio non distrugge nulla di ciò che è reale nell’essere, ma libera dalle limitazioni che gli erano imposte dalla condizione umana.
L’equinozio d’autunno è anche un’occasione per celebrare la bellezza e la varietà della natura, che si manifesta nei colori caldi e vivaci delle foglie autunnali, che sono come tante gemme preziose che adornano il paesaggio prima di cadere a terra.
Ognuno può contemplare queste meraviglie con occhi nuovi e con un cuore grato, riconoscendo in esse l’espressione dell’armonia e dell’intelligenza della creazione. La natura è una grande scuola di vita. Essa ci insegna tutto ciò che dobbiamo sapere, se sappiamo osservarla e ascoltarla.
L’equinozio d’autunno è, infine, un momento propizio per la meditazione e per ristabilire il contatto con il nostro Sé interiore e con la Fonte di cui siamo emanazioni.
Come suggerisce il motto ermetico V.I.T.R.I.O.L., dobbiamo ‘visitare l’interno della terra e, rettificando, scoprire la pietra nascosta’.
Questa pietra nascosta è il nostro cuore, il centro della nostra essenza, dove risiede la nostra scintilla interiore. Perché il cuore è il luogo della conoscenza, della sapienza e dell’amore. Il cuore è il luogo dell’iniziazione.
Si dà il caso che tanto Bilbo quanto Frodo festeggiassero il compleanno il 22 settembre
J. R. R. Tolkien – Il Signore degli Anelli
L’equinozio d’autunno, che segna il passaggio dalla luce all’oscurità, è una data simbolica anche nel mondo di Tolkien, in particolare per gli Hobbit della Contea.
Il 22 settembre, infatti, è il giorno del compleanno di Bilbo e Frodo Baggins, i due protagonisti de ‘Lo Hobbit’ e ‘Il Signore degli Anelli’. Questa coincidenza non è casuale, ma riflette il ruolo fondamentale che i due personaggi hanno nel destino della Terra di Mezzo.
Bilbo e Frodo sono entrambi portatori di ‘oggetti’ significativi, e le loro azioni hanno conseguenze decisive per il destino della Terra di Mezzo.
Non a caso il 22 settembre è il giorno in cui inizia il viaggio di Frodo verso il suo compito, ma anche il giorno in cui Bilbo comincia la sua avventura. In entrambi i casi, si tratta di eventi che cambiano radicalmente la vita degli Hobbit e che hanno conseguenze decisive per la loro storia.
L’equinozio d’autunno, quindi, è un momento in cui si devono affrontare le sfide e le difficoltà che si presentano, ma anche scoprire nuove opportunità e nuovi amici.
È un momento in cui si deve lasciare andare ciò che non serve più e conservare ciò che è prezioso. È un’occasione in cui si deve trovare il proprio equilibrio tra la propria natura semplice e pacifica e la propria vocazione eroica e coraggiosa.
Questa data è anche un momento di bellezza e di meraviglia, in cui la natura si veste di colori caldi e vivaci, come le foglie degli alberi che cadono a terra. Queste foglie non sono solo un segno della fine dell’estate, ma anche un simbolo del segreto che si nasconde sotto la superficie delle cose.
Come dice Legolas:
Non vi sono alberi pari agli alberi di quella terra; in autunno le loro foglie non cadono, bensì diventano d’oro.
Questa frase significa che ogni foglia ha un valore inestimabile, perché contiene una storia, una saggezza, una magia. Così ogni essere vivente ha un valore inestimabile, perché racchiude una scintilla divina, una missione, un destino.
Una curiosità: l’equinozio d’autunno è anche il giorno in cui si celebra l’Hobbit Day, una festa dedicata ai fan di Tolkien e ai suoi personaggi. L’Hobbit Day è nato nel 1978 per iniziativa dell’American Tolkien Society, ed è diventato un evento internazionale grazie alla diffusione dei libri e dei film di Tolkien.
In questo giorno, i fan si riuniscono per organizzare feste a tema, letture, giochi, concorsi e altre attività ispirate al mondo degli Hobbit. L’Hobbit Day è un modo per rendere omaggio alla creatività di Tolkien e al suo messaggio di speranza, conoscenza e coraggio.
Per integrare questi insegnamenti nella nostra vita quotidiana, nelle relazioni, nelle decisioni e nelle azioni, possiamo eseguire un esercizio di interiorizzazione.
Visualizziamo nella nostra mente il simbolo del sole e della luna, come li vediamo raffigurati in un tempio sacro. Osserviamo i dettagli, i colori, le forme e le proporzioni di entrambi.
Concentriamoci prima sul sole, sentendo il suo calore, la sua luce e la sua energia. Riflettiamo su ciò che il sole rappresenta per noi: la vita, la gioia, la creatività, la volontà, la coscienza e la saggezza. Riconosciamo il sole come una parte di noi, una manifestazione del nostro principio maschile.
Poi, spostiamo l’attenzione sulla luna, percependo il suo freddo, il suo chiarore e la sua calma. Riflettiamo su ciò che la luna rappresenta per noi: la morte, il mistero, la sensibilità, l’emozione, l’inconscio e l’intuizione. Riconosciamo la luna come una parte di noi, una manifestazione del nostro principio femminile.
Infine, cerchiamo di percepire entrambi i luminari contemporaneamente, senza dare predominanza a uno dei due. Sperimentiamo come essi si equilibrano e si completano reciprocamente, creando un’armonia perfetta.
Ponderiamo su come possiamo applicare questo equilibrio nella vita di tutti i giorni, nelle nostre relazioni, nelle decisioni e nelle azioni.
Ringraziamo il sole e la luna per questa lezione e ripetiamo questo esercizio ogni volta che desideriamo ristabilire il nostro equilibrio interiore o quando affrontiamo situazioni di cambiamento o trasformazione.
Autore Raffaele Mazzei
Da bambino, mia nonna mi raccontava storie straordinarie che mi facevano sentire speciale. Storie che mi hanno insegnato che comunicare è toccare il cuore con un’intenzione pura. Non basta informare. Bisogna creare una connessione autentica con il proprio pubblico, facendogli sentire che fai parte della sua storia, del suo progetto, del suo sogno. Oggi le neuroscienze lo confermano: il coinvolgimento emotivo aumenta l’attività e la recettività cerebrale. Io ne ho fatto la mia professione. Sono Raffaele Mazzei, esperto di comunicazione e copywriter. Con il mio team di professionisti, ti aiuto a creare un messaggio che fa la differenza. Un messaggio che non impone, ma conquista. Che non manipola, ma ispira. Vuoi scoprire come? Visita il mio sito www.raffaelemazzei.it e scopri l’Arte di comunicare.
- Web |
- More Posts(64)