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Breccia, Muri e Macerie

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breccia

Ci volle una Breccia nel Muro. Ci volle una Breccia nel Muro per tacitare quei cannoni che dal Gianicolo, colpo dopo colpo, cercavano di trasformare in macerie le resistenze di quelli che avevano innalzato e fortificato il Muro. Ed ancora oggi la Storia, la Storia della Sofferenza Umana, Sofferenza dopo Sofferenza, procede Muro dopo Muro.

Una unica Storia, quella della Sofferenza, che si estende dalle Macerie e si confina a nuovi Muri. Alcuni Muri si ergono ancora ai confini. Ma la menti più deplorevoli soffiano tentando di gonfiare i Muri dell’animo dentro di Noi. Soffiano per alimentare quell’irragionevole incendio che possa distruggere i valori, che proprio nel bisogno e nella consapevolezza della differenza dei bisogni, rendono ogni Persona simile al suo prossimo altro.

Ci vuole una Breccia nel Muro. Per essere certi di averla nel Muro di confine occorre farla nel Muro del nostro animo. Una breccia da qualcosa che assomigli più all’Inno alla Gioia, cantato dai nipoti di coloro che qualche decennio fa nella stessa Stazione ferroviaria smistavano Persone nei campi di concentramento, piuttosto che ai colpi di cannone.

Riflettendo sui conflitti tra simili, ovvero i conflitti di una Umana Umanità, affiorano dalla mia mente un fitto gruppo di immagini, tante e tali da indurmi a rompere un silenzio e parlare qui. Immagini di Fosse Comuni, di Bunker, ma soprattutto di Case e di Quartieri, che nazione dopo nazione, vengono, nella loro dura resistenza, sventrati.

Così come vengono demolite Case e Quartieri. Immagini grevi, immagini a tinta rossa e nera, immagini sfuocate dalla polvere delle macerie e dalla sabbia della desertificazione, immagini mosse dalle onde e dalle Persone spinte alla fuga.

Fin troppo spesso dimentichiamo la Storia. Fin troppo spesso ricorriamo a rappresentazioni di corsi e ricorsi. Fin troppo spesso ascoltiamo i revisori della Storia, che, puntualmente, ogni qualche decennio reinterpretano valorizzando o svalorizzando Fatti, ed ancor peggio, Persone, come se fossero merci atte a soddisfare i bisogni di alcuni.

Fin troppo spesso dimentichiamo che la Storia, la Storia vera, anche quando è non buona e non bella, ma come sempre è la Realtà dei Fatti, è azione di Persone, Genti, o addirittura di Popoli, ma comunque e sempre, è fatta da Vite, Vite umane. Vite messesi in gioco. Un gioco che è il fuggire dalle macerie di quella che era la loro vita. Un gioco che si accetta per la passione alla Vita e la fede nella Speranza, ma il cui più caro prezzo è la Morte.

Per ognuno come per tutti, ovunque sparsi, il quadro è sempre e comunque, rosso sangue e nero morte, disciolti nelle lacrime amare di dolore e dolci di passione. Nell’Epoche passate, Ieri, Oggi e, purtroppo o per fortuna, temo, anche Domani.

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Autore Alfredo Marinelli

Alfredo Marinelli è Professore di Oncologia presso l’Università Federico II di Napoli, nonché docente e componente del board scientifico dell’Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale “Luigi De Marchi” di Roma. Oltre che di pubblicazioni scientifiche è coautore di testi universitari per Mcgrow Hill et al. È componente del Grande Oriente d’Italia – Massoneria Universale. Profilo ed attività presenti su www.Linkedin.com