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Yemen: sepolti migranti morti nei centri Houthi a Sana’a

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I ribelli filo iraniani hanno tentato di nascondere le proprie responsabilità nella strage di migranti

Ad una settimana dall’incendio divampato all’interno del centro di detenzione per migranti di Sana’a, capitale dello Yemen, gestito dai ribelli sciiti Houthi, ieri, 13 marzo, si sono svolte le operazioni di sepoltura delle salme delle vittime delle milizie filo iraniane.

Nonostante le richieste delle ONG internazionali di aprire un’inchiesta sull’accaduto e dare giustizia alle decine di migranti etiopi che hanno perso la vita nell’incendio, le autorità degli Houthi hanno cercato di tenere le operazioni di sepoltura lontane dalle telecamere.

Poco prima, però, la formazione sciita ha organizzato una conferenza facendo parlare alcuni migranti, presentati come leader delle comunità africane presenti in città, nonostante le vittime dell’incendio fossero unicamente etiopi, nel tentativo di fuorviare l’opinione pubblica internazionale e sostenendo che le vittime fossero di nazionalità diverse.

Fonti delle ONG presenti sul posto hanno riferito al sito “Al-Ain Al-Akhbar” che la fretta delle milizie Houthi di seppellire i morti dell’incendio, senza la presenza di rappresentanti delle Nazioni Unite o di agenzie umanitarie internazionali, è finalizzata a nascondere le cause del crimine e il numero reale di deceduti in previsione di un’eventuale indagine internazionale.

Le fonti hanno sottolineato che il rappresentante della comunità etiope ha chiesto un’indagine internazionale per individuare i responsabili, ma i rappresentanti della milizia hanno smentito le sue dichiarazioni durante la conferenza stampa tenuta dopo la sepoltura dei corpi del migranti.

La milizia Houthi ha costretto quelli che ha presentato come rappresentanti delle comunità a negare i loro reati e anche di aver cercato di reclutare i migranti presenti nel centro di detenzione per gli scontri in corso a Marib. Questo nonostante, negli ultimi mesi, si siano susseguiti i funerali di rifugiati e migranti uccisi in battaglia sui fronti nei quali sono stati costretti ad andare a combattere dalle milizie sciite.

Gli attivisti yemeniti hanno fatto circolare nuove registrazioni video di quanto avvenuto a Sana’a, che mostrano i migranti che si disperano vicino ai cadaveri dei loro connazionali sparsi sul terreno del centro di detenzione e le fiamme divampano.

Mentre alcuni migranti chiedevano aiuto, un bulldozer degli Houthi stava lavorando per demolire il muro del magazzino, che loro stessi avevano trasformato in una prigione di massa per immigrati.

Le registrazioni mostrano anche lo shock degli immigrati nel vedere i corpi dei loro colleghi sul terreno dopo che il bulldozer ha fatto un grande buco nella recinzione, mentre i membri della milizia Houthi sono stati ripresi con in mano bastoni e manganelli nel momento in cui è scoppiato l’incendio.

Questo indicherebbe che la milizia sarebbe intervenuta per reprimere la protesta dei migranti che si erano rifiutati di partecipare alle operazioni militari sul fronte contro l’esercito yemenita, lanciando anche degli ordigni che avrebbero provocato le fiamme. Il Governo yemenita parla di oltre 170 immigrati etiopi morti nell’incendio.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.