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La cascata della Madonnella

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Cascata della Madonnella


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Giugno 2018
Spesso i luoghi dei nostri viaggi, delle nostre scoperte sono scelti in base alle aspettative da noi riposte soprattutto perché, per la maggior parte, non sono noti alla nostra conoscenza. Così è accaduto nello scegliere il bioparco “Fattoria Rosabella” a Montella, nella provincia irpina tra i monti Picentini, come luogo per trascorrere la seconda domenica di questo giugno.

Il fiume Calore, quello “irpino” che nasce poco più a monte sul Terminio, attraversa il parco lungo le cui sponde tavolacce in legno ospitano gli avventori muniti di cibarie di vario genere. Qui è ancora piccolo, quasi un torrente. Un territorio quello montellese, ma in generale quello del massiccio dei Monti Picentini, ricco di acqua al punto da asservire non solo i territori campani ma anche gli acquedotti pugliese e lucano. Dalle rocce boscose sorgono, non a caso, vari fiumi e corsi d’acqua: il Sele, l’Ofanto, lo stesso Calore Irpino, il Solofrano ed altri.

Proprio dalle acque fredde del Calore Ellie ed Ale non si staccavano, giocando con sassi e rametti di legno rendendo concreti i luoghi della loro immaginazione. Ispirata, stimolata da quei luoghi particolari la fantasia nella loro mente era una nuvola di ammassi di galassie e stelle che si espandeva in spazi ancora ignoti, assumendo poi forme lontane dalla nostra mente al punto di divenire non più accessibile con il trascorrere del tempo.

Li osservavo mentre tentennavano a sfidare il freddo delle acque. Osservavo i loro movimenti e sguardi provando a vedere la loro realtà. Navi fatte di foglie d’albero, castelli di sassolini levigati. Un tronco in riva al fiume è stata la tela di Alessandro che ha realizzato un’opera fatta di pietre sparse. È bastato guardarla al livello del piano del tronco per trovare lo sguardo di mio figlio.

Eleonora era presa dal fondo del fiume. I sassi facevano da tappeto al suo specchio.
La vedevo perdersi in un mondo a cui non avevo accesso. Il suo di mondo che le si manifestava davanti, anzi sotto i suoi piedi mentre il fiume continuava il proprio scorrere. Gesti come magici disegnavano l’aria. Arcaici movimenti aprivano davanti agli occhi di Ellie le porte per altri mondi in cui lei e lei sola aveva la facoltà di esserne partecipe, e di decidere chi poteva farne parte.

Alessandro nel frattempo continuava il suo essere “pirata” e “artista” scoprendo terre sconosciute approdando in baie in cui l’acqua limpida scorre veloce. La sua voglia di scoprire mi ha trascinato per un sentiero che risaliva il fiume fino alla cascata della Madonnella. Un luogo oscurato dalla vegetazione e dalle pareti del monte. L’unica luce era quella diretta sulla cascata. Gradoni in blocchi squadrati di pietra la costeggiavano fin giù al ribollire delle acque.

L’esplorazione di Ale ha previsto me come sua nave. In braccio, brandendo e disegnando l’aria con un rametto di legno come una spada per fendere l’ignoto che gli si presentava davanti, mi diceva dove andare, cosa voleva vedere e, soprattutto, quale strada percorrere. Così ci siamo ritrovati, attraversando un sentiero che si inerpicava su un costone di fianco la cascata con le felci alte fino ad un metro e settanta, dicevo ci siamo ritrovati su una terrazza quasi naturale dove l’unica protezione era un parapetto in legno. Da lì la cascata della Madonnella sembrava venirci incontro. Ale era ipnotizzato da quell’acqua che proprio di fronte ai suoi occhi scorreva giù con forza, saltando sulle rocce senza tregua. Il fragore, il suono costante era una melodia nel silenzio.

Con difficoltà l’ho convinto a lasciare andare quel luogo e a ripercorrere il sentiero coperto di felci. È stata la foresta inesplorata della sua isola in cui l’antico senso del pericolo verso il non-conosciuto si è acuito e lo si sentiva. Era stregato dal mondo in cui era immerso.

Sulla strada del ritorno Helen teneva per mano Eleonora venendoci in contro. L’avventura aveva subito una mutazione: Ellie aveva preso la mia di mano e volendo proseguire con me verso la cascata. Era diventata la sua cascata. In acqua ha iniziato a fissare lo scendere imperterrito di quel bianco lucente. Tremava dal freddo ma rideva, senza fermarsi. Aveva la contentezza della sorpresa, come fosse stata catapultata in un mondo inaspettato dal quale, però, non riusciva a staccarsi, o meglio, dal quale non voleva staccarsi. Era un volere inconscio a portarla, a spingerla sempre più sotto la Madonnella.
In luoghi come questi ci si rende conto che i sogni esistono e che l’immaginazione può concretizzarsi in realtà.

Era pomeriggio e l’ora di tornare alla nostra vita giungeva come un lento cavallo in lontananza. Dall’alto di un cono boscoso la chiesa del Santo Salvatore osservava ogni nostra più piccola azione, accompagnandoci fino all’uscita da quel piccolo mondo.

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Autore Fabio Picolli

Fabio Picolli, nato a Napoli nel 1980, da sempre appassionato cultore della conoscenza, dall’araldica alle arti marziali, dalle scienze all’arte, dall’esoterismo alla storia. Laureato in ingegneria aerospaziale all'Università Federico II è impiegato in "Leonardo", ex Finmeccanica. Giornalista pubblicista. Il Viaggio? Beh, è un modo di essere, un modo di vivere!