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Sembra un conflitto mondiale

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conflitto mondiale


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Guerra e Filosofia

Conflitto, da con-fligere, urtare una cosa contro un’altra.
Mi hanno chiesto, in termini filosofici, come io veda i conflitti nel mondo.

Se meditiamo in profondità ci accorgiamo che i conflitti internazionali non si discostano dai conflitti interiori ed individuali.

Il mondo, fuori di noi, rispecchia in tutto e per tutto il nostro vissuto quotidiano.

Nel nostro piccolo, proteggiamo gli amici e cerchiamo di sottomettere i nemici o, quanto meno,di allontanarli.

Basti guardare che cosa avviene in Facebook per rendercene conto.

Per gli amici, per chi ci è caro, ci sacrifichiamo, prendiamo impegni oltre la nostra misura, sopportiamo dolori, spese e fatiche.

A livello internazionale il meccanismo è simile, poiché per proteggere gli alleati si forniscono armi da guerra, finanziamenti, si condividono nuove scoperte tecnologiche e via di questo passo.

Che cosa ci accade quando un amico diventa, nel tempo, nostro nemico?
Tutto quello che abbiamo dato o fatto per lui ci si ritorce contro, tanto più se gli abbiamo confidato segreti, preoccupazioni, disagi, in poche parole gli aspetti che riguardano il nostro vissuto intimo e privato. Non perderà occasione per usarlo contro di noi.

Allo stesso modo così avviene nel mondo.
Abbiamo venduto armi ad un Paese amico?
Nel momento in cui entrerà in conflitto con noi, non esiterà ad usarle per eliminarci o per allontanarci.

Non esistono in senso oggettivo due categorie definite chiamate amici o nemici.
Noi tendiamo a dare definizioni fisse alle cose; usiamo il principio di non contraddizione per sentirci sicuri.

Cosa voglio dire con questo?

Prendendo in mano un libro di certo vi aspettate che io, secondo la definizione, lo usi per leggere qualcosa. Ma un libro è solo un libro? E se io usassi un suo spigolo per accecarvi un occhio?

Per sentirci al sicuro diamo definizioni precise agli oggetti e alle persone illudendoci che la ragione possa difenderci dalla follia umana, ma così non avviene.

Non esistono Paesi amici o nemici per definizione oggettiva; si tratta solo di situazioni momentanee che possono modificarsi da un momento all’altro.

L’amico di oggi può diventare il nemico di domani così come il nemico di oggi potrebbe diventare domani il tuo migliore amico.

Ecco la ragione per cui la filosofia osserva il mondo senza pensare di possedere verità assolute.

Socrate diceva che il filosofo è come le nocche di una mano. Queste ultime picchiettano sui vasi per accertarsi che siano di bronzo, d’oro o d’argento.
Allo stesso modo, il filosofo, picchietta nella nostra mente per farci verificare se quello in cui crediamo con fermezza ed ostinazione, direi anche con pregiudizio, possa essere valido universalmente oppure no.

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.