“Se il regime di Kiev ha cominciato davvero ad usare l’esercito contro i civili del Paese, questo è un crimine molto grave contro il proprio popolo.” Questa è stata la dichiarazione fatta da Vladimir Putin, dopo i nuovi scontri che hanno interessato l’Ucraina in questi giorni. In questo modo Mosca intende accusare Kiev di non disarmare i nazionalisti radicali , ma anzi, di legittimarli, andando contro a quanto stabilito dagli accordi di Ginevra.
L’evento che rischia di far precipitare di nuovo la situazione è stato l’attacco alla città di Sloviansk , roccaforte dei filorussi, che oggi è stata invasa dalle truppe di Kiev, i quali, secondo il portavoce dei filorussi, avrebbero adoperato dei blindati per farsi largo nella città ucraina. I portavoce del movimento separatista, invece, hanno dichiarato di aver imposto lo sgombero degli uffici del municipio così da imporre il loro controllo.
Ma fuori dal terreno di scontro e dai confini dell’Ucraina , Washington e Mosca continuano a darsi battaglia a suon di dichiarazioni. Il ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov, ha dichiarato che USA ed UE hanno tentato l’ennesima “rivoluzione colorata” in Ucraina, cercando di sfruttarla come pedina geopolitica. Obama, invece, dal canto suo, accusa il cremlino di non rispettare l’accordo preso a Ginevra. La loro linea di azione, però, è comunque rivolta ad una soluzione diplomatica.
Rimane comunque lo spettro di una possibile nuova guerra tra due grandi potenze, considerando che la Russia è pronta a rispondere ad eventuali “offese”, in particolare se verrà toccata la sfera dei suoi interessi: da non dimenticare il conflitto del 2008 in Georgia. Gli Usa, nel frattempo, dichiarano di essere favorevoli a “soluzioni diplomatiche”, ma invieranno presto in Polonia e Paesi baltici 600 soldati, immaginiamo in via cautelativa.
Monica De Lucia.
Autore Monica De Lucia
Monica De Lucia, giornalista pubblicista, laureata in Scienze filosofiche presso l'Università "Federico II" di Napoli.