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‘Per amor proprio’, di Simona Rugiero

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'Per amor proprio', di Simona Rugiero


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Autore: Simona Rugiero
Editore: Argento Vivo
Collana: Fuoriclasse
Target: Per tutti
Genere: Narrativa
ISBN: 978-88-32106-69-5
Anno pubblicazione: 2020
Edizione: I
Prezzo: €10,00
Pagine: 92

Un oceano in tempesta, una solitudine agghiacciante, una monotonia che intorpidisce e, nel contempo, l’incanto del perdersi, tra la potenza delle onde e di un’amicizia suggestiva e di un’altra donna in cui specchiarsi. Questi i temi portanti del racconto di Adele e di Per amor proprio, libro scritto da Simona Rugiero per Argento Vivo Edizioni.

Una panchina di fronte al mare, una vecchia signora e, d’un tratto, una giovane donna apparsa dal nulla. Entrambe scopriranno di essere la fame e la sete reciproche. E senza amore, non c’è niente: perché si invecchia, ma non si finisce se si ha la libertà di trovare armonia, pace e felicità anche in un oceano in tempesta appunto.

Un romanzo che indaga sul come, senza saperlo, il mal di vivere entra in noi, si impossessa di noi, ci vuole finire: ma ci si può rialzare. ‘Per amor proprio’ è un incoraggiamento a farlo.

Un lavoro che si basa su un racconto personalizzato e su una struttura narrativa coerente, solida, nella quale i protagonisti sono caratterizzati a dovere, senza eccessi o retoriche, né sbocchi caricaturali: insomma, sono veri.

La protagonista, Adele, conduce un’esistenza in cui pare che niente possa mutare il suo corso naturale, né evolversi, né dar quei brividi lungo la schiena che, talvolta, sembrano necessari per sentirsi ‘vivi’. Sembra non ci sia neppure una sostanziale cognizione del tempo: ovvero, tutto sembra fuori tempo, o non nel tempo giusto. Adele, però, ha un posto speciale a cui fare affidamento: una panchina che si trova di fronte l’oceano. Lì, solo lì, trova la pace.

Quella panchina è la metafora più forte e suggestiva tramite cui l’autrice prova a raccontare l’interiorità, lo struggimento e le verità dell’anima di Adele: un luogo unico nel quale l’incanto si trascina come le onde del mare, potenti e sinuose, smuovendo i dolori. Solo così riesce a dimenticare ciò che la rende prigioniera dei propri pensieri.

La ragazza, del resto, è ancorata ad una realtà ordinaria, fiacca; la monotonia pare essere il barometro del suo io. In questo percorso privo di grossi scossoni, tuttavia, c’è non solo un luogo, ma anche una persona speciale: Harry.

Dall’amicizia con quest’uomo elegante che, senza saperlo, la porta verso nuovi lidi di esplorazione della realtà in cui è incastrata, trova la linfa e il motore che va venire fuori tutto, quasi come un vaso da cui trabocca ciò che è restato sopito troppo a lungo. Un vaso strapieno di disagi e sofferenze, che la ragazza ha provato a mettere da parte, ma che con l’arrivo di una giovane donna torna a galla.

Rose viene fuori quasi dal nulla e, a suon di monologhi, porta Adele in un viaggio di scoperte e riscoperte. La conduce lontano nelle profondità del mare, dove non c’è luce, né calore che possa sostenerla. Ma chi o cosa è Rose? Letteralmente, come la stessa autrice sostiene, è la fame, la sete, l’oscuro sui pensieri di Adele. È l’ombra sull’esistenza di lei.

Cosa possono fare insieme? Lì, di fronte ad un oceano dalle mille sfaccettature, riescono a dare le risposte alle domande che le rendevano fragili e delicate, avversarie di se stesse e di una vita troppo ordinaria. Questo, fino a quando Rose non rivelerà la sua natura, quando tutto sarà chiaro. Chi è, dunque?

Quando le due donne, che sembravano all’inizio così diverse, sembrano abitare nello stesso corpo. Lo stesso fin dall’inizio.

Il manoscritto, narrato in prima persona da Adele, consiste in un lavoro nel quale, in una forma davvero del tutto privata, si rende possibile l’osservazione di un angolo soggettivo del mondo. Uno di quegli squarci dell’io nel quale entrano in gioco l’equilibrio, la felicità, la vita stessa, e che, inquinato dal malessere, può condurre alla depressione.

È lì, in quell’angolo buio che sembra esistere in tutti e che spesso viene sottovalutato o ignorato finché non inizia a rosicchiarci, catturarci e divorarci, che si può, però, finire per trovare qualche spicchio di felicità, scoprendo, in fondo, che è nello stupore, nell’ingenua meraviglia per le piccole cose o per le speranze da coltivare per il domani, che si può rivedere la luce.

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Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.