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‘Medusa’, presentazione libro d’artista

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'Medusa' di Susanne Ristow


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Il 6 giugno al PAN

Riceviamo e pubblichiamo.

Giovedì 6 giugno alle 18:00 in Sala Di Stefano del PAN, Palazzo delle Arti di Napoli in via dei Mille, 60 sarà presentato, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, il libro d’artista ‘Medusa’ di Susanne Ristow.

Durante l’incontro sarà anche possibile apprezzare alcuni lavori dell’artista che saranno eccezionalmente esposti all’interno della Sala.

Interverranno:
Mimmo Grasso, poeta;
Antonio Sgambati,  Il Laboratorio / le edizioni Nola;
Nino Daniele | Assessore alla cultura di Napoli.
Sarà presente l’artista per aprire un dialogo, in italiano, con il pubblico sulla connessione fra arte e scienza.

Ristow (Lubecca, 1971) ha studiato con Jannis Kounellis all’Accademia di Düsseldorf e, con l’associazione artistica Capribatterie e.V., cura da anni scambi artistici e scientifici tra la città tedesca e Napoli. Il suo primo soggiorno partenopeo è degli anni ’98 – 2000; l’artista ha lasciato le sue tracce oniriche intra ed extra moenia utilizzando anche fogli di cotone.

Il Laboratorio / le edizioni di Nola, i cui torchi sono situati in un vicolo affluente di Piazza Nilo, è la sua tana marina. Nella città di Virgilio Ristow lascia “signaturae” e nel contempo cerca quelle dei pionieri dell’ambiente e dell’ecologia come Jakob von Uexküll, che già negli anni ’20, quando era ricercatore presso l’acquario Dorn, filmava i comportamenti dei molluschi nel golfo di Napoli.

Non soltanto erede di Joseph Beuys, cofondatore dei Verdi in Germania, il lavoro ‘Medusa’ di Ristow cerca di intercettare le costanti delle forme in Natura, dal virus all’uomo, cui corrispondono, nella sua visione, le forme del pensiero, in sintonia con l’elaborazioni teoriche di Maturana e Bateson. Le fluorescenti “meduse” in mostra al PAN, già presentate durante una personale ‘Viral Love’, XC. HuA Galleries Berlino / Pekino, 2017, emergono vaganti nell’inconscio del mare e narrano la società liquida di Bauman, diventano icona mitica e reperto, ritrovamento residuo, resto lasciato sul bancone della storia e dell’evoluzione.

 

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