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Le schiappe della Savana

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Siamo davvero Uomini Sapiens?

Noi esseri umani, alle origini dell’evoluzione, eravamo le schiappe della Savana, lottavamo per non retrocedere, poiché perennemente sconfitti da animali molto più grandi e più forti di noi.

Fu così che aguzzammo l’ingegno e, seppur piccoli e insignificanti, diventammo crudeli e pericolosi, creando armi che potevano uccidere anche da lontano, evitando lo scontro diretto, corpo a corpo, con i predatori più potenti.

Questione di sopravvivenza, direte voi, non fosse altro che la mania e la smania di potere ci condussero ad usare quelle stesse armi anche contro la nostra specie, chiamata, a mio modo di vedere, erroneamente, Sapiens.

Se fossimo stati davvero sapienti, oggi non ci troveremmo a dover affrontare le tre sfide più drammatiche con cui la storia umana e della natura tutta, mai prima d’ora, abbia avuto a che fare: il nucleare, il possibile disastro ecologico e l’intelligenza artificiale.

Quando sento parlare di sovranismo mi raggelo, poiché mi si spalancano scenari da era glaciale.

Quando vedo che i nostri politici, cioè coloro che ci governano e prendono decisioni per noi, non sono nemmeno laureati e che i loro studi sono limitati, magari, ad un liceo linguistico, capisco per quale motivo le loro visioni siano così povere e ristrette.

I problemi, oggi, sono globalizzanti e multifattoriali, perciò non posiamo esimerci dallo studiare una diagnosi che tenga conto non solo delle lingue straniere, bensì anche delle scienze politiche, della storia, dell’antropologia, della sociologia, della psicologia delle masse e, non ultime, filosofia ed etica comportamentale.

Mettiamo tranquillamente da parte le questioni di destra e di sinistra, poiché non è mia intenzione appellarmi alle bandiere di partito quanto, invece, al mero buon senso.

Supponiamo di essere in un Paese chiamato XYZ e che sia sovrano di se stesso, autonomo, indipendente, pulito, perfettamente funzionante con energie rinnovate ed ecologiche, con un sistema sanitario adeguato e metodiche di lavoro accettabili per tutti, dipendenti ed imprenditori, insomma, un piccolo paradiso terrestre ed individualista, dove nessuno straniero possa entrare e portare squilibri di alcun genere alla collettività.

Crediamo davvero che possa vivere tranquilla a lungo una nazione del genere?

Se il resto del mondo è perennemente in guerra, inquina tragicamente l’aria e plastifica i mari, armeggia con il nucleare, colonizza i Paesi, sottraendo loro minerali e petrolio, sostituisce gli uomini con i robot, forse che XYZ non ne verrà coinvolto, prima o poi?

Se un tuo vicino di casa si fa esplodere con una bombola del gas pensi che il tuo appartamento rimarrà intatto?

Eppure, questa è la visione ristretta del sovranismo, è l’illusione del nazionalismo, l’assurda fede nel patriottismo recintato, al di là di qualunque ideologia di partito.

Ci si concentra sull’immediato, escludendo i fattori di rischio che derivano da un futuro, per nulla lontano, che potrebbe decretare la fine totale dell’umanità.

Si preoccupano del mescolamento dei “colori della pelle”, senza considerare che, di questo passo, nessuna pelle sopravvivrà più sulla faccia della terra.

Fino a quando il nostro pianeta rimarrà diviso dai conflitti sarà impossibile affrontare le tre sfide più pericolose a livello globale: nucleare, ecologia, intelligenza artificiale.

Un’isoletta dall’apparenza felice ed intoccabile sarà solo un falso paradiso con una tremenda spada di Damocle sulla propria testa.

L’Homo Sapiens non deve finire?

Ebbene, per quanto si urli che non deve finire, mettiamoci in testa che può finire. Non deve, ma può!

Dimostrazione?

Siamo propensi a credere di essere stati, da sempre, gli unici umani sulla faccia della Terra ma non è così. La specie Sapiens è solo l’ultima in ordine cronologico, ma non l’unica.

Prima di noi si sono già estinte altre specie di umani – Homo Erectus, Homo Solensis, Homo Floriesensis, Homo Desinova e Homo Rudolfensis – le quali hanno anche vissuto contemporaneamente, così come le diverse altre specie di animali.

Tanto per fare un esempio prendiamo gli orsi. Ci sono orsi bruni, orsi polari, orsi neri e gizzley. Ogni categoria è estinguibile a sé, pur continuando ad esistere tutte le altre.

Allo stesso modo Homo è il genere e Sapiens è solo una delle tante specie, per nulla esente da decadimento come già successo alle precedenti.

Vi è però una sostanziale differenza con tutti gli altri “Homo” che ci hanno preceduto.

Noi, senza nemmeno attendere un’altra era glaciale, un’alluvione o lo scioglimento dei ghiacciai, siamo in grado di auto-estinguerci in un sol colpo con un solo bottone.

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.