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L’Amicizia

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Amicizia


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Le tre dinamiche diverse di essere amici

C’è l’amico di cappello, di un semplice saluto, un quasi semplice conoscente, quello che è amico di tutti, ma schiavo di nessuno, e l’amico del cuore, quello che ha sonorità simili alle tue, che muove i tuoi stessi accordi nella tastiera dell’anima.
Per superare lo stadio egocentrico, nell’infanzia l’amicizia assume un ruolo fondamentale, poiché i bambini imparano la collaborazione, la solidarietà e la condivisione.

Nell’adolescenza può arrivare, però, a produrre gli stessi effetti dell’amore, con reazioni gelose dovute ad attaccamento affettivo morboso.

Ludwig Binswanger così si esprime:

L’essere insieme nell’amicizia è quel modo di essere nel quale l’esaltazione dell’amore si rifrange, come la luce del sole nello spettro dell’arcobaleno, in diverse direzioni di significato.

Il filosofo svizzero (nonché psicologo e psichiatra) sosteneva che abbiamo a che fare con un rapporto duale il quale, al pari dell’amore, può essere interrotto con l’intromissione di una terza figura che crea pluralità.

Binswanger divide l’amicizia in tre possibili dinamiche:

1) Essere partecipi con qualcuno a qualcosa.
In questo caso quel “qualcosa” non è presente nell’uno o nell’altro, bensì in un’idea, un progetto, un viaggio, una meta da realizzare insieme, quindi una coesistenza per qualcosa.

2) Essere partecipi di qualcosa l’un l’altro.
Avviene quando due amici si scambiano informazioni o contenuti rispetto ai quali possono essere non partecipi interiormente. Una comunicazione fatta di scambi che hanno a che fare con il mondo esterno, al di fuori dell’intimità personale.

3) Essere partecipi di uno stesso destino.
È la forma più profonda di amicizia, la quale non esclude le altre due, ma le supera nella dinamica della coesistenza. In questo caso l’uno prende parte anche al destino dell’altro, attraverso la condivisione reciproca delle confidenze relative ai propri mondi interiori.

Due libri chiusi sul mondo esterno, si dischiudono integralmente al cospetto dell’amico fidato, infrangendo le barriere del timore del giudizio, cosa molto difficile perfino nelle relazioni di coppia.

Ci sono molti aneddoti e proverbi sull’amicizia, a dimostrazione che il termine si presta a numerosi significati.

C’è l’amico da starnuto, considerato poco affidabile poiché “accaduto” in tempi di malattia o, peggio ancora, l’amico da bonaccia, che in tempo di burrasca ti annega.

Poi c’è il famoso “amico del giaguaro” il quale, il più delle volte, difende le posizioni degli avversari dei propri amici.

L’espressione trae origine da una barzelletta. Un tale decide di andare a caccia di giaguari e lo fa sapere al suo amico. Per tutta risposta quest’ultimo gli pone molte obiezioni rammentandogli tutti i problemi che potrebbe incontrare; alla fine l’altro sbotta e dice:

Ma tu sei mio amico o sei amico del giaguaro?

Non per nulla si dice che chi trova un amico trova un tesoro, dal momento che è cosa alquanto rara averne uno affidabile per tutta la vita.

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.