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L’Agape spirituale

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L'Agape spirituale


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Riprendendo il discorso iniziato come fondamenta nell’ultimo scritto, ‘Le basi: mangiare, la ritualizzazione del pasto è incastonata tra ancestrali aspetti e una moltitudine di coordinate storiche e simboliche, antiche e molto complesse, e partecipare ai “Lavori di Tavola”, consente, in modo spontaneo, di aumentare la vicinanza e il consolidamento dei mattoni rappresentati dai singoli componenti, al fine della buona tenuta e della bellezza della costruzione comune.
Il pensiero meditante è alimento e intravedo un percorso evolutivo collettivo dove ognuno, in catena d’unione, apporta ingredienti indispensabili al patrimonio energetico dell’Eggregore, come in un processo alchemico, in un intreccio di menti, di cuori e di spiriti, tra coloro che sanno com-prendere; in modo consanguineo direi.

Le riunioni di tavola, in alcuni ambiti, hanno delle caratteristiche ben determinate, che riguardano diversi aspetti che includono, ad esempio, la simbologia, il vocabolario alchemico e muratorio per bevande e cibi – alcuni di questi sono altamente simbolici e sacri, come pane, vino, sale, olio, uovo – misto al lessico d’artiglieria per posate, arredi e anche l’apparecchiamento della tavola.

Ad esempio, con le descrizioni delle diverse linee dell’apparecchiamento: la prima con piatti e posate, la seconda con bicchieri e bottiglie, la terza ed ultima con vassoi di portata e lumi.

E poi anche il comportamento e il protocollo a tavola.

Emblematiche sono le libagioni dove i bicchieri vanno caricati come cannoni a seguito dell’annunciazione dei brindisi, arriva l’usuale imperativo: Fuoco!

… Poiché ogni mese, finiti i Lavori, ci sedevamo tutti e fumavamo (non osavamo fare banchetti per non violare la casta di un Fratello). E si parlava, uno dopo l’altro, di religione e di altre cose, ognuno rifacendosi al Dio che meglio conosceva…
Rudhyar Kipling, stralcio Loggia madre

Nella storia la cadenza solstiziale ed equinoziale, ha congiunto il dualismo di vita e morte, per la ciclica rinascita e la celebrazione sacra di speranza augurale, di benedizione, di perdono e riconoscenza.

Per tutto quanto detto ritengo fondamentale il concetto di sacralizzazione del pasto e l’Agape, in realtà, è sentimento positivo, virtù, ma anche manifestazione spirituale e, soprattutto, generatrice di un’unica anima fra i commensali.

Nella catena alimentare esiste un percorso in successione che dal gradino del regno minerale passa a quello vegetale e poi a quello animale e ognuno di questi trae principalmente il proprio sostentamento dal precedente.

Il cosmo è costruito secondo un disegno fatto di leggi universali imprescindibili e che procede in equilibrio dinamico e l’esempio più calzante per l’occasione è l’organismo umano.

Nell’atto del mangiare rilevo che si racchiuda un grande mistero: è come se il cibo e le bevande parlassero in definitiva ad ognuna delle nostre cellule nel loro vero linguaggio originale.

Come il cibo si impregna della nostra energia durante la preparazione, così lo facciamo nostro assorbendo la sostanza e i principi primordiali di ogni alimento, lo assimiliamo e il nostro sistema lo riconosce come pura essenza di vita e, a pensarci bene, la stessa che origina il Creato, riappropriandoci così della costituzione della natura divina creatrice.

Ma l’Uomo è essenzialmente pensiero, allora dalla mente, che prende sostentamento dalla propria fisicità di natura animale, la via prosegue fino al livello spirituale, che trae il proprio sostentamento dai pensieri e dai sentimenti.

In questo ciclo, racchiuso dentro siffatto antichissimo rituale, ravvedo un simbolo a me molto caro: l’identificazione e il nesso tra cibo e chi lo ingerisce, mi evoca l’ʘroborus che mangia sé stesso e si rinnova continuamente, all’infinito.

Il cibo si fonde con tutto ciò che noi siamo e allo stesso tempo assorbiamo l’impronta di noi stessi.

Perciò ritornando, l’Agape per un non profano è nutrirsi di una proiezione simbolica che è principio e fine, che è sempre l’inizio di ogni fase della propria trasmutazione.

In questo modo mi è possibile un’ulteriore evoluzione ricordando che chi crea, trasforma con coscienza: poesia dalle parole, dipinti dai colori, musica dai suoni, vino dalla vite e pane dal grano, che, allo stato naturale, non è assimilabile dal nostro organismo.

Tutto si trasmuta col passaggio da una condizione mortale ad una immortale, col processo di sottrazione, di consumazione, di putrefazione, di assimilazione; attraverso, quindi, la scomposizione della forma, la materia si tramuta in spirito, liberandosi dalla prigione della materialità e diventando energia, pura Luce.

Il percorso dove ci porterà?

Stay tuned! Restate sintonizzati e direi anche sincronizzati!

Autore Investigatore Culinario

Investigatore Culinario. Ingegnere dedito da trent'anni alle investigazioni private e all’intelligence, da sempre amante della lettura, che si diletta talvolta a scrivere. Attratto dall'esoterismo e dai significati nascosti, ha una spiccata passione anche per la cucina e, nel corso di molti anni, ha fatto una profonda ricerca per rintracciare qualità nelle materie prime e nei prodotti, andando a scoprire anche persone e luoghi laddove potesse essere riscontrata quella genuina passione e poter degustare bontà e ingegni culinari.