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La cena mistica del XVIII Principe di Rosa Croce

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La cena mistica del XVII Principe di Rosa Croce


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Questa Catena ci unisce al di là del tempo e dello spazio!

Il mondo delle apparenze tiene i nostri corpi prigionieri in questo Tempio ove le nostre braccia sono allacciate.

I nostri Spiriti sono liberi, al di là di queste mura, al di là delle frontiere, al di là dei mari.

Mezzanotte sta per suonare!

Fratelli visibili ed invisibili, presente con la Mente e con lo Spirito, vegliate sul sonno degli uomini.

Fratelli che m’intendete, noi siamo i Guardiani di un Antico Segreto, che si nasconde nel cuore dell’Umanità sin dalla culla, che non vi è che un solo Amore, quello dei vivi e quello dei morti,

quello del Lavoro e quello della Bellezza, quello degli uomini e quello delle donne, quello della Natura,

e quello del Grande Architetto dell’Universo.

Il XVIII grado del Rito Scozzese presenta, a mio parere, uno dei rituali massonici più significativi, dal titolo distintivo di ‘Principe di Rosa Croce’. Per la sua complessità offre la possibilità di addentrarci in uno degli aspetti principali della ritualità iniziatica: la drammatizzazione del rito.

I lavori si aprono nell’istante in cui il velo del Tempio si è stracciato; in cui le tenebre e la costernazione si sono sparse sulla terra; in cui la luce s’è oscurata; in cui le colonne e gli utensili della Massoneria si sono spezzati; in cui la Stella fiammeggiante è scomparsa; in cui la pietra cubica ha sudato sangue ed acqua; in cui la parola si è smarrita. C’è il buio.

Il senso della camera sta nelle prime parole del rito di ammissione: il recipiendario bussa perché errante nei boschi e per le montagne fin dall’epoca della distruzione del Tempio, sofferente per la Parola e qui giunto per domandarvela.

I massoni Rosa Croce si ritengono differenziati dagli altri massoni – che senza distinzioni considerano tutti come fratelli – solo da un maggior rigore nel compimento del loro dovere, essendo i conservatori della tradizione muratoria. Il loro primo obbligo è il segreto, il secondo lo studio della dottrina massonica. La terza regola è la proibizione di spargere il sangue di un fratello se non per legittima difesa.

Per ogni grado vi è una nuova parola “ritrovata”, che si aggiunge a quella già appresa. È così che si struttura lo spazio – temporale del cammino di un Massone.

Che sia ben chiaro però che noi non abbiamo ancora trovato la verità eterna. Abbiamo solo trovato il cammino che ci porta così vicino onde l’intelligenza umana possa intuirla.

Nel corso del rito si attraversano due momenti significativi: l’estinzione prima e la rinascita poi del Fuoco. Si viaggia nel Tempio, percorrendo la terra intera e interrogando gli uomini e le cose. Vengono spente le luci della Fede e della Speranza e ciascuno dei lumi del Candelabro a sette bracci. Rimane acceso solo il lume della Speranza.

Che questa fiamma illumini il mondo con lo splendore della scienza. Ch’essa infuochi l’umanità. Che l’amore generi delle nuove fecondità, delle nuove energie. Noi non abbiamo ancora trovato la Verità eterna. Noi abbiamo trovato il cammino che ci porta così vicino onde l’intelligenza umana possa intuirla. Così la vita rinasce incessantemente.

Credo che nessun grado muratorio possa riassumere così concisamente il senso della Massoneria.

Il rito si conclude con la Cena rituale, composta da alimenti che racchiudono in sé ognuno una sua precisa caratteristica. Il pane azzimo, che possiede il simbolismo del grano in quanto fertilità, nutrimento e vita. Quello senza sale, mangiato dagli ebrei in fuga dall’Egitto, insipido e non lievitato, da condire con il sale, è legato all’iniziazione solare e al suo mistero di morte e resurrezione e, soprattutto, al Sacerdozio Regale di Melkitzedeq.

Il pane è un elemento femminile, lunare, passivo e corrisponde al principio spermatico dell’uomo, colore bianco lunare. Il pane sacramentale è una pagnotta che viene spezzata e distribuita, spesso segnata con una croce, come facevano i mitriaci, i sumero – semiti e i cristiani.

Il vino rosso come il sangue, fuoco d’amore, il cui simbolismo è legato alla vigna da coltivare e all’energia fecondante del sole, analogico dell’Albero della Vita o Albero della Scienza del Bene e del Male. In altre tradizioni, la vite è sacra agli dei che “muoiono e risorgono”. Il vino è la fecondità spirituale, essendo un elemento maschile attivo e solare, che corrisponde al principio femminile: il rosso mestruo.

L’agnello è un chiaro emblema di dolcezza, innocenza, mitezza, purezza: l’immacolato. È soprattutto simbolo del sacrificio, dal latino “sacrificium”, sacer-facere, rendere sacro, è l’Ariete Celeste legato al segno zodiacale dell’Ariete, quale Fuoco Primo, fisico, che nella tradizione iniziatica segna l’inizio reale dell’anno ed è il primo dei dodici segni zodiacali. L’agnello è un elemento equilibrante.

L’uovo, simbolo della vita, del principio, della fine e dell’eternità. L’uovo sodo ci ricorda l’archetipo dell’Uovo Cosmico con le componenti planetarie: guscio – Saturno, pellicola – Mercurio, albume – Luna, tuorlo – Sole.
Ci richiama anche ai quattro elementi: Terra, Aria, Acqua e Fuoco. E, infine, nella sua completezza, è un microcosmo che racchiude in sé la totalità.

L’olio rappresenta la Pace e il Sale la Sapienza. Le olive, oltre ad essere i frutti dell’albero caro alla dea Minerva, dalla proverbiale sapienza, forniscono l’olio che alimenta il fuoco perenne dei santuari. Il sale marino, composto di cristalli di forma perfettamente cubica, è icona di immortalità, incorruttibilità, permanenza, fedeltà, amicizia, saggezza, conoscenza, anima.

Le verdure raffigurano i prodotti semplici della terra e, preferibilmente quelle dal gusto amaro, sono legate alla purgazione e alla purificazione della materia, preparandola alla “trasmutazione alchemica”.

La frutta fresca è segno dell’immortalità; è l’essenza, il culmine e il risultato di uno stato e il seme di quello successivo. Indica anche la “premiazione” del lavoro compiuto, che rinfresca con la dolcezza, l’ardore del Fuoco Sacro.

L’acqua è la fonte di tutte le potenzialità dell’esistenza, l’origine e la tomba di tutte le cose dell’universo. È l’elemento purificatore per eccellenza e come 7° alimento, serve ad amalgamare il tutto. L’acqua, quale Anima Mundi, dona l’informazione della Madre Terra ai suoi figli, arricchendone il DNA.

Il nutrimento che ora prenderemo rappresenta il nostro corpo e il nostro sangue. Che esso ci aumenti le forze della vita!

Il Rito della Cena Mistica è un atto collettivo dei fratelli in catena d’unione; si mangia in compagnia, cum panis, per trasmutare il cibo materiale in energia spirituale. La Libera Muratoria conserva e tramanda questo sacro ufficio d’Amore eucaristico, alle nuove generazioni di fratelli.

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Autore Rosmunda Cristiano

Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.