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Isole della Memoria

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Isole della Memoria di Vincenzo Cacace


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Olio su tela, cm.60×50

… ed è l’Ora Incognita a scoccare nel quadrante non distinto da tacche o segni numerici in solari meridiane o clessidre che affidano lo scorrere del Tempo ai livelli di finissime e “mobili sabbie”, ma nemmeno sopra bilanciatissimi orologi, dal meccanico, ritmato ticchettio o elettronici segnatempo dai “beep” fastidiosi… ed è mentre… quell’ultima vela si va profilando all’Orizzonte, che nell’Isola della Memoria, le “iconiche” figure scendono in rada… apparendo o emergendo dalle acque tra luminosi bagliori… come fari, pronti ad evidenziare l’attracco più sicuro… qui… dove anche il pensiero della Bellezza, spogliata da ogni orpello, nella sua disarmante nudità… e la Conoscenza, munita di lanterna, ammantata dal dubbio eterno, lo stesso che anima Ombra e Luce, si domandano, camminando sul bagnasciuga di quel sabbioso litorale, qual è, infine, il punto geografico da individuare su di una più probabile Carta del Mondo, in cui segnare la presenza di quella terra insulare che ora emerge… e sostiene i loro passi.

Ma dove? Forse nei sogni?
“La Vita è Sogno” per dirla con Pedro Calderón de la Barca, ma, in quale luogo?

Forse, il punto di riferimento va individuato nell’esistenziale “progettare”, tentando di definire, da svegli, una giusta rotta ed il suo conseguente approdo, necessariamente in una terra che dia Diritto di Cittadinanza alla Memoria… uno spazio nel quale poter abitare spiritualmente, liberati dal Dolore… da quel “Pathos” che accompagna l’incertezza del cammino quotidiano di ogni essere umano?

La Pittura, è Visione… una scenografia policroma per un “teatro” compositivo di recitate “bugie”… strumenti che ci permettono, però, di indagare rovelli, dubbi e frammenti disparati di assolute e più grandi Verità.

Quindi eccole apparire, quelle figure, in forme idealizzate… inquadrate in architetture fintamente fatiscenti… perché, esse nascono così… già consumate, erose ma… da un Tempo ancora da trascorrere… ma… per quale ragione?

Sono dunque, come le rovine di cartapesta in un presepe?

Per dire, proprio al Tempo inesorabile… sfidandolo… che, non può più minacciarci, toccarci… esaurire l’Essenza Vitale della nostra Esistenza?

L’Isola è lì… come un rifugio della Memoria… e rimanda indietro al Tempo, al “Kronos”, quell’erosivo mittente, una risposta categorica nella quale è annunciato il desiderio di appartenere al “Non Tempo”… all’atemporalità del “Kairos”… al Tempo Interiore inestinguibile… un Dono “succedaneo”… un contrappasso, il “risarcimento” concesso a noi dalla Creazione, nel privarci al contempo della nostra materiale Immortalità!

Ma… ciò che noi conosciamo come Memoria può anche smemorarsi e… quindi, far perdere le sue “tracce”, le stesse che conducono in un “Luogo Secreto”?

Dove approderà dunque il prossimo errabondo navigatore?
Che isola è quella che cerca… ancora è senza risposta la domanda?
È forse Avalon… Ultima Thule, o un’ultima propaggine di Atlantide… è forse Citera, l’isola di Circe, di Calipso, oppure proprio, “l’Isola che non c’è”… una non fondata Utopia che permetta di prendere in considerazione non la più completa ma… una più Ideale mappa del Mondo?

E… ancora… osservando la visione… chi appare spiegando le sue ali?
Un Essere alato… una costruzione modellata della nostra sensibilità subliminale… l’Estraneo alla mortalità… al decomponibile…

Oh tu che puoi “librarti” nell’intangibile, tieniti pronto ad insegnare quella Leggerezza Cosciente che offre la vera Libertà del Pensiero, la sola che può emancipare chi vive appesantito dalla forza plumbea, che attrae ed incatena il Mondo.

Ed è proprio la Memoria che ci invita a costruire arsenali… per varare nuove “Arche” della salvezza per ricercare nuovi approdi; isole in cui scavare per portare alla luce tesori sepolti e non rapinati, forzieri colmi di saperi ed idee fiorite della Mente…

Essenze emerse dell’Essere… come atolli corallini, isole… di un immenso arcipelago… sparso nel blu dello stesso mare!
Beh… certamente… potrà sembrare “poca cosa” a tutta una Umanità che sta sopravvivendo senza esistere, rassegnata ormai ad occuparsi di “attendere”… a quel logorio della Materia di cui tutti siamo un organico composto… quella stessa uguale Sostanza Elementale in diversa e variabile percentuale con la quale è formato l’Universo…

Ma, ecco… lo sento chiamare… è l’Estro… la mia Anima tramutatasi in “nocchiero”, pronto a navigare in oceani ancora sconosciuti, dove la Memoria già da tempo si è avviata…

… come dici? È tutto pronto, il carico è già stivato?
… bene… sì… ora vengo anch’io… ho giusto tre o quattro cose da serbare… prima che, “vadano a male”… oh eccole qua!

Piano, piano, attento… devi maneggiarle con cura, come vedi sono già pronte e impacchettate per bene… beh… intanto, mentre le sistemi, io tolgo gli ormeggi… e… dopo, ci prepareremo ad alzare le vele!

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Autore Vincenzo Cacace

Vincenzo Cacace, diplomato all'Istituto d'Arte di Torre del Greco (NA) e all'Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato allievo di Bresciani, Brancaccio, Barisani, ricevendo giudizi positivi ed apprezzamenti anche dal Maestro Aligi Sassu. Partecipa alla vita artistica italiana dal 1964, esponendo in innumerevoli mostre e collettive in Italia e all'estero, insieme a Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Ugo Attardi, e vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali. Da segnalare esposizioni di libellule LTD San Matteo - California (USA), cinquanta artisti Surrealisti e Visionari, Anges Exquis - Etre Ange Etrange - Surrealism magic realist in Francia, Germania e Italia.