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‘Il malato immaginario’ al Teatro Puccini

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'Il malato immaginario' - Catalyst - Foto Monia Pavoni


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In scena dal 13 al 17 ottobre a Firenze

Riceviamo e pubblichiamo.

La nuova produzione di Catalyst ‘Il malato immaginario’ è il primo momento di una trilogia dedicata all’autore francese ‘L’umano ritrovato’.
Versione inedita e originale dell’opera di Molière, nell’adattamento e con la regia di Riccardo Rombi, lo spettacolo debutta in prima nazionale al Teatro Puccini di Firenze, dove sarà in scena da mercoledì 13 a domenica 17 ottobre alle ore 21:00, domenica ore 18:00.

Dietro la commedia si nasconde l’amara rivelazione della tragedia della condizione umana: fragile e subordinata ad eventi incontrollabili. È questo che spinge a portare in scena oggi il testo di Molière che, se nel XVII secolo trovava la sua ragion d’essere nell’accesa critica sociale all’ignoranza e alla scienza intesa come religione, oggi, in questo delicato momento storico, si fa ancora più attuale.

Lo spettacolo ci guida alla ricerca dell’umano ritrovato, alla ricerca di quell’umanità profonda e smarrita che dovrebbe essere il nostro faro, aldilà delle convinzioni ideologiche, politiche e scientifiche.

L’energia e la freschezza della nuova produzione di Catalyst, sono il frutto di un intenso lavoro del cast, in buona parte under 35, composto dagli attori Riccardo Rombi, Giorgia Calandrini, Dafne Tinti, Giovanni Negri, Marco Mangiantini e dal talentuoso musicista Gabriele Savarese, in un dialogo continuo con gli attori e gli eventi.

‘Il malato immaginario’ – La nuova produzione Catalyst inaugura la trilogia ‘L’umano ritrovato’, dedicata all’opera di Molière.

Il personaggio di Argan, interpretato da Riccardo Rombi, è un uomo inacidito e imbruttito dalla vita che cerca nella medicina la risposta a un vuoto esistenziale incolmabile. Un uomo rinchiuso nel suo piccolo ed egoistico mondo, fatto di purghe e prescrizioni terapeutiche assurde, soffocato da flaconi e boccette, così ottenebrato dalle sue convinzioni e dalle sue paure da non distinguere neppure gli affetti sinceri dagli impostori.

Insomma, un uomo del XVII sec., ma anche un esempio di uomo di oggi, perso nella marea di informazioni e false verità che arrivano da ogni dove, un uomo che non ha più un punto di riferimento e per questo decide di affidare la propria vita a ciarlatani e approfittatori.

Circondato da molti, ma profondamente solo, il protagonista ha perso la capacità di comprendere l’unica vera realtà: quella dell’umanità, intesa come sentimento di condivisione, compassione e apertura verso l’altro.

Argan è il perno di un meccanismo a orologio in cui tutti gli altri personaggi si muovono come precisi ingranaggi. Dal centro del palco, sulla sua poltrona, il sedicente malato si trova a interagire con un variegato teatrino di tipi umani: la giovane figlia, innamorata e determinata, la moglie Belina, opportunista e falsamente apprensiva, il viscido notaio Bonafede, i due medici ciarlatani, i giovani pretendenti di Angelica, il fratello Beraldo, la voce del buonsenso e la fidata Toinette.

In un susseguirsi incessante di botta e risposta, in cui le ragioni e le irragionevolezze dei personaggi danno vita ad un dibattito, dove tutti alternativamente assumono il ruolo di imputati, giudici e inquisitori, a tratti surreale, a tratti grottesco, in cui emergono importanti riflessioni sulle relazioni familiari, sulla vita, sulle priorità dell’essere umano, e sull’importanza del raziocinio e del buonsenso. Dietro la commedia si nasconde l’amara rivelazione della tragedia della condizione umana: fragile e subordinata ad eventi incontrollabili.

È questo che ci spinge a portare in scena oggi il testo di Molière, che nel XVII secolo trovava la sua ragion d’essere nell’accesa critica sociale all’ignoranza e alla scienza intesa come religione e che in questo momento storico non potrebbe essere più attuale.

Il teatro, più che darci qualche risposta, ci obbliga a porci qualche domanda in più, insegnandoci a ragionare con buon senso e praticità, mettendo da parte paure irrazionali e soluzioni altrettanto irragionevoli dettate dall’egoismo.

Lo spettacolo ci guida alla ricerca dell’umano ritrovato, alla ricerca di quell’umanità profonda e smarrita che dovrebbe essere il nostro faro, aldilà delle convinzioni ideologiche, politiche e scientifiche.

L’energia e la freschezza della nuova produzione di Catalyst, sono il frutto di un intenso lavoro del cast, in buona parte under 35, composto, dagli attori Riccardo Rombi Giorgia Calandrini, Dafne Tinti, Giovanni Negri, Marco Mangiantini e dal talentuoso musicista Gabriele Savarese, in un dialogo continuo con gli attori e gli eventi.

Teatro Puccini
via delle Cascine 41
Firenze

Biglietti
Posto unico numerato €10,00esclusi diritti di prevendita
Biglietti in vendita nel circuito regionale Boxoffice Toscana e su Ticketone

‘Il malato immaginario’
adattamento e regia Riccardo Rombi
con Riccardo Rombi, Giorgia Calandrini, Giovanni Negri, Dafne Tinti,
Marco Mangiantini
musiche eseguite dal vivo Gabriele Savarese
luci Siani Bruchi
suono Martino Lega
foto Monia Pavoni

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