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Il Cerriglio, tra storia e buona cucina

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Un’impegnativa eredità raccolta nel migliore dei modi

Grazie all’impegno dell’imprenditore Giuseppe Follari e della moglie Angela, dallo scorso novembre Napoli ha ritrovato uno dei luoghi più ricchi di storia della città.
Stiamo parlando della Locanda del Cerriglio, dal 1300 al 1800 punto di ritrovo degli amanti della buona cucina, e non solo, oltre che di artisti ed intellettuali. locandaCome si può apprendere dal sito ufficiale:

Tra i grandi che la frequentarono ricordiamo: Giovan Battista Della Porta, Giambattista Basile, Giulio Cesare Cortese, Sgruttendio, Giovan Battista del Tufo, Carlo Celano, Benedetto Croce, Emmanuele Bidera, Vincenzo D’Auria, Antonio Genovesi,Gonsalvo Carelli e Michelangelo Merisi.

Proprio a Michelangelo Merisi, ovvero il Caravaggio, è legato l’episodio forse più famoso sul Cerriglio.
Sempre dal sito:

La taverna è celebre inoltre per la spietata aggressione che fu tesa nell’ottobre del 1609 al pittore Michelangelo Merisi detto “il Caravaggio”, proprio all’uscita del locale. Quella notte si bevve e si rise, quattro uomini si intrufolarono in silenzio nei locali. Michelangelo, forse ebbro di vino, fu preso a pugni, cadde a terra sanguinante e stordito dai colpi. Da tale aggressione l’artista ne uscì vivo ma colpito duramente al corpo, e profondamente segnato sul volto e nello spirito. Ma come andarono davvero le cose? Tutto ciò rimane un mistero. Tra le tante ipotesi si pensa che “lo sfregio” al Caravaggio fu una vendetta per un insulto all’onore e alla reputazione, come prevedeva il codice della malavita di quel tempo.

I locali sono gli stessi di sempre, presso quello che viene considerato il vicolo più stretto di Napoli, appunto via del Cerriglio, tra Piazza Bovio e Corso Umberto.
La cucina è quella tradizionale napoletana, popolare, gustosa, senza tempo: zuppe, fagioli con cotiche o cozze, soffritto, fritture, genovese, baccalà, ragù e tante altre.
La storia, la tradizioni, ma anche un passaparola entusiasta, ci invogliano a visitarlo.
Arriviamo a serata inoltrata, un po’ ci intimorisce essere in un luogo che ha visto presenze così illustri, tanto da sentirne le personalità nelle stanze che frequentarono; soprattutto quella dello stesso Caravaggio. Le riproduzioni delle sue opere più importanti sono parte integrante dell’arredo.
Il disagio, però, dura solo un attimo. Percepiamo la familiarità del posto. L’accoglienza è calorosa, anche se non abbiamo prenotato e, soprattutto, non ci siamo presentati come stampa.
Il caldo ci spinge ad ordinare qualcosa di leggero, quindi optiamo per una cena a base di pesce. La carta dei vini è ben fornita, optiamo per una falanghina dei campi flegrei.
L’entrata è un’ottima insalata di mare, tutto cotto a puntino, freschissimo e condito in modo impeccabile.
Proseguiamo con una stuzzicante pasta con zucca e cozze. Perfetta la cottura, stuzzicante l’abbinamento. Avremmo preferito una nota di piccante, ma è un discorso di gusto personale.
Tocca poi ai calamari ripieni, un mio cavallo di battaglia come cuoca; anche questi deliziosi.
A voler trovare il pelo nell’uovo, non abbiamo gradito la presenza di formaggio nel ripieno.
Chiudiamo con un’ottima grappa invecchiata in botti di rovere.
Uscendo ci soffermiamo a parlare con  la proprietaria, per complimentarci e per far presente i nostri due rilievi. Angela ci ringrazia; purtroppo per quanto riguarda l’uso di piccante nella pasta ci spiega che la grossa maggioranza dei clienti non lo gradisce, che chi vuole può aggiungere del peperoncino alla propria portata. Per il formaggio, invece, prende nota, segnalerà la nostra osservazione allo chef. Poi ci spiega la filosofia della taverna: lei e il marito la gestiscono come se fosse una famiglia. Come una buona madre sceglie solo i migliori ingredienti per le cose che mette in tavola, così al Cerriglio vengono acquistate le materie prima. Per garantirne la freschezza gli acquisti vengono effettuati tutti i giorni. Ci mostra con orgoglio la lista della spesa compilata dallo chef. La chiacchierata si sposta sugli eventi e sulle attività culturali promosse dal Cerriglio.
Ci salutiamo cordialmente scambiandoci i contatti. Ci ripromettiamo di tornare, la serata è stata davvero inappuntabile e piacevole, la cucina di altissimo livello, il servizio perfetto.
Impagabile, invece, la percezione della storia, il senso della presenza del Caravaggio che ha accompagnato la nostra cena.

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Autore Giuseppina Iuliano

Giuseppina Iuliano, giornalista pubblicista, laureata in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli 'Federico II', esperta di relazioni pubbliche, marketing e comunicazione sociale.