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Ho scoperto l’acqua calda?

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acqua calda


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Quando la normalità è pericolosa

Una persona, dopo aver letto un mio post in Facebook, in cui riproponevo la mia preoccupazione nel vedere di continuo cervicali ripiegate lungamente e in ogni circostanza sugli smartphone, ha così commentato:

7 km di noia per aver scoperto l’acqua calda.

I 7 km si riferivano alla lunghezza del mio post, in verità poco più di un word A4 con righe a calibro 14, ma ognuno ha il diritto di annoiarsi anche con 2 righe, quindi non credo che questa parte del commento sia contestabile.

Con la scoperta dell’acqua calda, invece, si voleva evidenziare come il mio post non fosse affatto roba nuova, poiché conosciuta da tempo la dipendenza da cellulare.

Naturalmente, non credo di avere scoperto qualcosa di nuovo, e, del resto, non c’è nulla di nuovo ed originale nemmeno in certi commenti lapidari, privi di critica costruttiva, giacché non occorre più di un neurone per ingegnarsi in locuzioni del genere, ma il problema che si pone è un altro.

Parliamo solo di ciò che è nuovo, anche se il vecchio continua ad essere molto preoccupante?

E così preoccupante al punto tale che è diventato così normale che se lo tacci di anormale ti danno dell’anormale?

Fior di psicanalisti, neuroscienziati e perfino psichiatri infantili ne stanno parlando e continuano ad invitare, con ogni mezzo, ad affrontare la dipendenza da smartphone, come per esempio stanno facendo la professoressa Lucangeli e il professor Vicari, dei quali ho assistito ad un paio di conferenze, e vien da domandarsi perché mai continuino a farlo, trattandosi solo di acqua calda.

Forse perché sanno che se si continua a far finta di niente la dipendenza si allargherà e peggiorerà anziché migliorare?

Tra i primi ad accorgersi del problema fu lo psichiatra tedesco Manfred Spitzer e, dopo di lui, molti altri suoi colleghi in tutto il mondo hanno iniziato a scrivere al proposito, affinché la cosa non passasse inosservata.

Ovviamente, ci sono pro e contro, come per tutte le cose, ma credo che nessun commento lapidario, con l’unico intento di offendere e denigrare, possa essere utile in alcun modo, anzi, al contrario, tali giudizi non fanno altro che avvalorare le ipotesi di analfabetismo funzionale con annessa incapacità di utilizzare, in modo costruttivo, la scatoletta che si tiene perennemente in mano.

La tecnologia è una gran cosa, però, come disse qualcuno:

Puoi avere tra le mani una bella Ferrari ma prima di usarla accertati di saperla guidare o ti schianterai in men che non si dica.

Non so voi, ma io di bambini sulla via dello schianto ne sto vedendo parecchi.

Visto che si tratta solo di acqua calda è bene che tutti tacciano?

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.