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Euro o Lira

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natyan


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Viaggio nell’onestà intellettuale

Perché amo così tanto dichiararmi ignorante? Ho già ripetuto in più occasioni che reputo una tale dichiarazione, quando fatta in relazione a settori che non sono di nostra competenza, un atto di onestà e sincerità.
Ancora una volta, ed è solo l’ennesima delle tante, ho sentito due persone litigare sulla questione:

Meglio tornare alla lira o continuare con l’euro?

Erano un fruttivendolo e un imbianchino e mi domandavo da dove mai prendessero le loro ragioni, le loro convinzioni.

Tutti gli esperti di economia sono a conoscenza di ciò che accadde nel novembre del 2008, quando la Regina Elisabetta fece visita alla London School of Economics. Aveva perso in borsa la bellezza di 25 milioni di sterline, perciò rivolse ai maggiori esperti la seguente domanda:

Come mai nessuno ha potuto prevederlo prima?

Luis Garicano, docente di Management – non un fruttivendolo o un imbianchino – rispose in tal modo:

In ogni fase, qualcuno stava facendo affidamento su qualcun altro e tutti erano convinti di fare la cosa giusta!

Ora sorge a me la fatidica spontanea domanda:

Ma se perfino gli espertissimi della Regina Elisabetta sbagliano alla grande, noi, che accidenti ne vogliamo sapere di euro e di lira? Ma, soprattutto, come possiamo essere certi di un futuro migliore, o peggiore, usando l’una o l’altra moneta?

Lo facciamo un gioco? Scriviamo su un pezzo di carta cinque convinzioni che abbiamo avuto in passato e che, per il solo e semplice fatto di non esserci dati la pena di approfondirle e verificarle con scrupolo, ci siamo accorti solo molto tempo dopo di essere stati convinti di una cavolata secolare.

Dai, su, non è difficile, sono certo che ne potremo trovare molte più di cinque. Già verificato!

Pensare sempre in positivo? Vi stupirà sapere che nessuno ha mai avuto successo trascurando la possibilità di poter prendere un abbaglio nelle proprie scelte e nelle proprie decisioni in ambito lavorativo.

Gettarsi senza paracadute va bene unicamente se ho le ali ma, se mi illudo di averle, sono solo un folle irresponsabile che crede ancora alle favole.

Lo so anch’io che per il calcolo delle probabilità potrei avere una possibilità su mille di riuscire e che quell’uno potrei ottenerlo proprio io, ma è bene non confondere la fortuna con la capacità di prevedere il futuro.

Ecco perché mi fido molto della mia ignoranza e un po’ meno di ciò che conosco, o credo di conoscere. È molto più salutare.

Lo so, lo so, uno che risponde “non lo so!” non lo inviteranno mai nei “Talk Show” ma del resto non rientra nelle mie ambizioni personali.

In televisione, in internet, nei media in generale fanno colpo i signori “so tutto io, aspetta che adesso te lo dico!” ma c’è una cosa che non sanno questi signori.
Sono proprio coloro che credono di essere espertissimi quelli che, poi, finiscono per compiere gesti che hanno effetti drammatici senza possibilità di soluzione.

Non sarà mai un pilota dilettante a spiaccicarsi al suolo durante una parata di caccia bombardieri. Sarà sempre quello più sicuro di sé, il più bravo, quello che, sapendo di essere il migliore, azzarderà la mossa che ne determinerà la tragedia.

E se sbagliano gli espertissimi, nei loro settori, noi, che non siamo minimamente consapevoli dei settori degli altri, quali certezze mai potremmo avere?
Evviva l’ignoranza, sanatrice delle menti malate, e preservatrice dal fanatismo.

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.