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Com’è il tuo Maestro?

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Dalla Cina con Amore

Ci sono allievi, o studenti, che saprebbero ben definire i propri insegnanti e altri, invece, che non saprebbero che cosa dire, proprio come capitò ad un discepolo di Confucio.
Il Maestro cinese si trovava in terra straniera ed un suo adepto venne avvicinato allo scopo di riceverne informazioni poiché, in quel luogo, era poco conosciuto.

Il discepolo non seppe cosa rispondere perciò, successivamente, domandò a Confucio che cosa mai avrebbe potuto raccontare nel caso glielo chiedessero di nuovo.

Il Maestro gli riferì che avrebbe dovuto rispondere in questo modo:

Il mio Maestro è una persona che per il piacere di apprendere dimentica di mangiare e, per la soddisfazione di comprendere ciò che di volta in volta studia, dimentica ogni afflizione; in tal modo non si accorge nemmeno dell’arrivo della vecchiaia.

Per Confucio lo studio era motivo di gioia e un dovere, a qualunque età, tanto che il suo incipit negli ‘Analecta’ così recita:

Studiare e mettere in pratica ciò che si impara non è già forse questo, motivo di letizia?

Ad un discepolo di nome Zilu domandò:

Conosci i sei precetti e le sei dissimulazioni?

Nel sentirsi rispondere negativamente, il Maestro, dopo averlo fatto sedere comodamente, pazientemente spiegò:

L’amore del senso dell’umanità, in assenza dell’amore per lo studio degenera in insipienza, nell’ottusità di spirito. L’amore per la sincerità, in assenza dell’amore per lo studio, degenera e conduce all’autolesionismo.

L’amore della schiettezza, senza l’amore per lo studio, favorisce l’intolleranza. L’amore per il coraggio, senza l’amore per lo studio, decade nell’insubordinazione. L’amore verso la fermezza, la rigidità, senza l’amore per lo studio, sfocia nell’intransigenza.

Confucio non era il tipico filosofo che amava stupire ed essere originale e, per tale ragione, venne contestato dai suoi oppositori anche in patria. Il suo intento non era creare sensazionalismo teorico ma, più semplicemente, motivare le persone verso la cultura del bene, della virtù e della giustizia, a costo di apparire banale.

Io credo che ognuno di noi debba guardare dentro di sé, e scegliere da ogni Maestro quel che maggiormente risuona nella propria Anima.

Personalmente devo dire che per ciò che riguarda l’amore per lo studio mi ci ritrovo pienamente. Leggere, informarsi e conoscere a fondo allontana le afflizioni mentali e alimenta il piacere, la gioia e la soddisfazione. Aiuta anche a non essere afflitti dai problemi quotidiani e dall’inesorabilità del tempo.

Grazie alla gioia che produce la Conoscenza si pervadono nuove dimensioni senza necessità di droga alcuna.

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.