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Brucia

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L’Uomo e le sue pulsioni; l’Uomo e tutti quanti i suoi desideri; in ogni ambito e in ognuna delle sfumature del proprio vivere quotidiano, bruciano con ardore i suoi sensi e infuocano la linfa vitale della propria materia, in cui è rinchiusa la sua scintilla Divina.

Ogni uomo cade una, dieci, cento e mille volte e poi ancora una volta; spesso resta nell’inganno della propria caduta in cui si regala un’effimera sensazione di benessere che dura il tempo di un soffio, un battito di ciglia o di una fumosa e liberatoria sigaretta.

Eppure, tutto questo intricato gioco di specchi non basta, non gli basta; inizia la sua discesa nell’inferno che si è egli stesso creato dentro le pieghe del suo cuore, acuite dalla fuliggine della propria anima che ha smesso di bruciare di desiderio, fino all’attimo in cui si è vista riflessa negli occhi immensi dell’innocenza.

Più profonde e abissali saranno le tenebre, dal retrogusto amaro, e maggiore sarà il picco di luce che risveglierà il caduto, il superstite al naufragio, il sopravvissuto a un incessante e ininterrotto Olocausto di paure, fobie, tradimenti spirituali effimeri e labili pulsioni ingigantite soltanto dalla stanchezza o la frustrazione di una mente che ricerca una libertà irreale e mai avuta, mai ottenuta.

Forse, soltanto in questi momenti l’Uomo si accorge della presenza tangibile del proprio Spirito che ha registrato imparzialmente ogni sua azione, parola, gesto, omissione, silenzio. Egli riscopre il suo ruolo di Essere Vivente al centro di un universo che ha edulcoratamente creato e originato attorno a sé, costituendosi come l’imperatore di un regno che non ha fondamenta né solide basi o costruzioni.

Quando la solitudine interiore lo permea, indiscutibilmente il suo senno e la sua ragione riprendono forza e vigore sul caos che i propri sensi infuocati gli avevano scatenato dentro, annebbiandogli la giusta percezione e visuale delle cose all’interno e all’infuori di sé.

Brucia di rabbia l’Uomo amareggiato e deluso; sconfitto dalle sue stesse azioni ingannevoli e sporche di un’oscurità che non appartiene alla grandezza delle reali e regali tenebre interiori, ma fanno in realtà parte di quel ginepraio di pulsioni e istinti che svuotano il senso dell’Amore e che da esso si tengono sempre più distanti.

Ricerca il volto di chi in realtà non è mai esistito, e si accorge così del tradimento congiurato alle sue spalle da se stesso, e non da altri. Brucia di fuoco emotivo e al contempo anela a una sola, unica, infinitesimale goccia di acqua che lo faccia sentire come un tempo, prima di tante cose.

Egli è il frutto di un dolore che non ha saputo riconoscere presto e per questa sua intempestiva decodificazione, è stato devastato da tutta la sofferenza che gli ha causato.

La Vita è dolore e questo è un dato; legarsi alla materia comporta l’oggettivo stato in cui l’Uomo deve imparare a consapevolizzarsi e sulla scorta di ciò, a essere viaggiatore nel e del suo tempo fisico, in preparazione di quello spirituale.

Sappia l’Uomo che il tempo, dal punto di vista spirituale è circolare; dal punto di vista fisico è un’opportunità; nulla va perduto né smarrito e anche la rinuncia a qualcosa di non propriamente adeguato per sé, ma che si credeva addirittura indispensabile se non necessario, può in realtà arricchire e colmare di nuova conoscenza la sua personale evoluzione, costituendone addirittura un’autentica eccezione.

Si dice che ad ogni rinuncia corrisponda una contropartita considerevole. Ma l’eccezione alla regola insidia la norma; se è vero che ad ogni rinuncia corrisponde una contropartita considerevole, privarsi dell’anima comporterebbe una lauta ricompensa.
Da ‘L’eccezione’ – Carmen Consoli

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".